A te che leggi entro mezzanotte…”Tu si na cosa grande”
Ancora a trattenere imbarazzo, quando in pubblico dedicatale tale melodia. Qualche manciata di minuti sere prima…quella penna così baby, che le aveva regalato, non sollecitata, avrebbe atteso la befana! Intanto, afferrava l’agenda, per darsi un tono, rincuorando il frontespizio, con l’altra penna, che le aveva comprato, azzurra e trasparente, tendente al dandy, come il cielo! La portava sempre dietro, da quella sera, talismano delle fatiche inutili, da siglare nell’amarcord del tempo libero. Che non riusciva più a capir dove le fosse finito…! Lo ricordava uguale a quando l’aveva conosciuto, ignara che il tempo avrebbe obliato la parola FINE su quella storia. Lui, con quella sorta di mammut preistorico, che aveva nella coabitazione “coatta” chissà perchè…o, meglio, lo sapeva, ma non capiva perchè avesse sempre finto che tutto gli filasse liscio! Senza alcuna classe o bellezza, le rimandava qualcosa di funesto…La prima volta, un pugno nello stomaco: mai immaginato coppia più stridente! Un miglio a vista: mal assortiti, anzi per nulla, niente in comune, tranne prole e soldi! Soffocate lacrime e respiri, il gossip su di lui negli anni, le aveva spiattellate “avventure” da casanova sempre in voga, con la certezza di non voler mai invecchiare. E lei nella sua vita? Mai dichiarato che il suo cuore potesse singhiozzare palpiti all’unisono: lasciava il ghiaccio in quel bitter bianco, si dava un tono, per sedare l’indifferente apatìa sentimentale che le mostrava. Sempre imprevedibile: l’aveva attratta a sè nell’ultimo saluto della sera: impreparata, la cortina fredda tra loro non le avrebbe denudato i sentimenti che provava… ma non le importava più di tanto…stanca del tira e molla, del gioco del gatto col topo…si ritirava in buon ordine, aveva sofferto troppo per lui, senza pietà, per i suoi rinneghi…da disonesto sentimentale!