Addio Presidente!
Sembrava non dovesse mai giungere la sua ora! Avendo da un bel pezzo salutati i capelli bianchi, per le numerose volate sugli anta! Eppure le sue 94 primavere, dense di politica. Una vita per la politica, con unico intermezzo il tifo calcistico per la Roma. Da tempo malato, l’uomo più autorevole del secondo dopoguerra, dalle larghe intese, nella fine capacità di mediazione, dopo mezzo secolo d’incarichi istituzionali, sette volte presidente del consiglio, ministro, senatore a vita, passato a miglior vita. Così come da cattolico praticante, fermamente convinto. La sua, un’esistenza non facile per inchieste e giustizia. Il suo acume democratico, spesso guardato con desiderio d’emulazione nella Prima Repubblica, non scevro da coinvolgimenti per mafia, che lo videro col faldone sottobraccio di memorie difensive anche per il delitto Pecorelli. Spalle curve, occhi miopi, bassa statura, lucidità mentale, sempre a renderlo padrone delle situazioni, che lo videro poi assolto da capi d’imputazione. La sua arte, non condivisa da Craxi, che solo in un secondo momento, dopo avergli tributato l’appellativo di Belzebù, riuscì a stringer intesa. Di Andreotti, in tanti ad ammirarne le virtù politiche, in molti anche quelle umane. Sottile il confine tra l’umanità ed il machiavellismo: per lui, che agli scanni parlamentari dedicò ore scottanti dell’esistenza, che sulla scena di un inquieto Novecento, offrì anche alla causa cinematografica arguzia, commenti lusinghieri anche oltr’Alpe. Oltre allo statista, per i neo politici della nuova Repubblica, da apprendere l’etimologia della politica, fino allo spasimo delle proprie nervature cromosomiche. Un mito? No, il politico di razza, che sapeva cavalcare l’onda del momento, non restando mai indietro alla storia del suo tempo. Da vecchio democratico, rabdomante nello scorgere i segni dei tempi. Con un permissivismo, se si vuole, che invece si veste di duttilità nel dialogare pragmaticamente anche con avversari della scena del momento. Sempre in sella, per il suo saper interpretare la politica, assecondando i bisogni della gente e recependo i mutati tempi. La sua, azione politica che oggi le nuove leve non possono non salutare col berretto in mano, guardando a testa alta uno dei nominativi più autorevoli che il Paese ha registrato, senza scandali barzellettistici!