La calunnia, figlia del pettegolezzo
Spesso si parla e si spettegola. S’inizia semmai per ingannare il tempo con gli amici e si finisce per calunniare, dilatando le verità ed ingrossando gli atteggiamenti altrui. Anche nella nostra epoca, sovente si critica in modo deleterio, senza fermarsi in tempo, prima che scatti la calunnia. Da tale gap, distolgono le parole di Papa Francesco, che con la dolcezza che contraddistingue la sua verve pastorale, ha messo in guardia contro i pericoli dell’eloquio, asserendo che “Si comincia con modalità tanto educate, ma poi si giunge a spellare il prossimo”. Le chiacchiere, paragonate a dolci caramelle, ma se troppe, da creare indigestione: distruttive, nella Chiesa! Il nostro tempo, imbastito di disinformazione, diffamazione e calunnia, deterrenti all’ordine morale. Avvezzo a ferire, ignorando d’incedere nel peccato. Le parole del Vicario petrino, decisamente contemporanee, registrando sempre ulteriormente la Chiesa nel processo mediatico, che la vede protagonista di gossip e maldicenze. Calunnie e verità infanganti. Per Bergoglio, sovrana la carità o, meglio, farsi i propri affari, senza tener conto dell’altro che, errando, cammina accanto. Non il rimprovero, ma la correzione fraterna o l’assenza di condanna! Un modo per arginare la maldicenza, che spesso alita proprio tra gli alti scanni curiali, i rumors, che amplificano anche i vizi che la Sposa di Cristo porta in dote ad ogni nuovo Pontefice. Papa Francesco, venuto dai “confini della terra”, a ricordare che l’edificazione del bene, poggia su solide fondamenta, quando il dialogo finalizzato al rispetto comune. Un parafulmine ai costanti scandali, che vedono ingrossate le indiscrezioni sul potere economico e temporale, antitetico a quello spirituale, che lo Stato Vaticano detiene dalla donazione costantiniana ad oggi. Su troppi punti interrogativi, che costellano gli erari pontifici, silenzio senza speculanti calunnie! Come sull’onda lunga pedofila, che ancora da Santa Marta non riceve alcun cenno. Troppo presto per i grossi problemi che fanno arrancare anche le scarpe larghe di Bergoglio! Se in pochi minuti l’ex cardinale argentino aveva già conquistato mezzo mondo, ora l’altra metà è col fiato sospeso non solo a contemplare il polso mediatico del Suo immancabile “Buon appetito!” domenicale, ma la perseveranza nel non voler mollare umiltà, barattandola coi privilegi della mozzetta papalina. Papa Francesco sta recuperando un’immagine di Chiesa, smarrita: nel senso più autentico, cioè di guida spirituale per i credenti. E questo, non è poco! In un momento in cui il relativismo imperante, non cede la mano agli onori della casta, in cui il management delle lobby affaristiche, tarlo persistente della politica imperante, Francesco risponde a quel comando che già fu il vademecum dell’assisense. “Francesco va’ e ripara la mia Chiesa, che minaccia rovina!”