Salerno: Cammarota “Moschea, referendum cittadino”
L’ipotesi di una Moschea ha provocato nella comunità salernitana turbamento e domande, come le polemiche di questi giorni dimostrano. Se, come dice il sindaco, v’è “una richiesta della comunità senegalese che costruirebbe la Moschea a proprie cure e spese”, e la Costituzione afferma l’uguaglianza della persona aldilà delle differenze religiose, è pur vero che la Costituzione non basta, altrimenti tutti vedrebbero consacrato il diritto alla casa e al lavoro, a che un gruppo di senegalesi, per quanto integrati e dignitosi, si vedano riconoscere una Moschea con un comunicato stampa. Occorre rispettare il sentimento popolare, e rispondere a precise domande: chi finanzia la Moschea? Da dove arrivano quei soldi? Qual’è la comunità senegalese? Da chi è rappresentata, che valenza istituzionale ha? Qual’è il progetto? Dove verrà localizzato? Quando si votò per il nuovo cimitero, proposi il rispetto per “i morti degli altri”, per i non cristiani che professano altre fedi religiose, ad esempio con un inceneritore per la cremazione e luoghi di sepoltura con costumi diversi dai nostri, perché una città sia sempre plurale. Ma le polemiche di questi giorni impongono una scelta non solo di merito ma di metodo, per cui proporrò agli Organi Consiliari una referendum popolare consultivo dando così la parola al popolo al quale appartiene la sovranità, come recita la Costituzione, e più forza alla decisione di chi, in nome di quella sovranità, esercita la rappresentanza.
Antonio Cammarota
Il Dr Cammarota ha esposto un giudizio sulla eventuale creazione di una Moschea a Salerno che, credo, specchi il pensiero dei figli di Salerno che sono sicuramente persone civile e democratiche.
Negli stati uniti, dove ho vissuto da giovane per alcuni anni, vi erano chiese rappresentative di ogni sorta di religione: libertà assoluta per ogni culto religioso. Mentre i seguaci di ogni singola credenza rispettavano tutte le regole e i doveri (oltre ai diritti) dello stato in cui vivevano. Quindi, anche se l’Italia sia divenuto da qualche decennio Paese di multi – credenze, dovrebbe dare la libertà di culto a quanti credono a religioni diverse dalle nostre , ma dato che l’Italia è ancora inesperta di tale (cambiamento culturale di credenze) , dovremmo fare passi in avanti, ma con estrema prudenza, rispettando, comunque , le leggi vigenti che riguardano appunto le libertà associative e la libertà di tutti affinché non nuoce alla libertà degli altri. Cordialità, e mi scuso se sono in errore.
Alfredo varriale