Dove va il mondo?

Giuseppe Lembo

Dalla crisi italiana al destino sempre più incerto dell’Europa Unita; dal Medio Oriente in fiamme alla omofobia ed alla violenza sulle donne; dai poteri forti del mondo ai poveri in forte crescita; dalle sofferenze della Terra al malessere infinito dell’uomo sempre più solo e sempre più alle prese con la propria sopravvivenza.

Il destino del mondo è purtroppo segnato. Crescono le divisioni politiche; cresce la recessione economica mondiale. Chi salverà il mondo? Chi potrà mai superare i fattori di crisi che non danno pace a questa nostra tanto martoriata Terra? Siamo di fronte ad un grave e crescente indebolimento della solidarietà umana. Che fare? Occorre, per evitare il peggio al mondo sempre più frastornato, una vera cultura dell’incontro. Occorre, trovare gli opportuni rimedi all’emergenza uomo; occorre rinverdire il dialogo e pensando ad un nuovo umanesimo, porre al centro della scena la centralità dell’uomo, l’unica strada da percorrere per progettare insieme il futuro del mondo.

Per salvare il mondo; per evitare l’irreversibilità della crisi dell’uomo, occorre promuovere la cultura dell’incontro tra le diversità umane del mondo, una risorsa ed una ricchezza per cambiare; per cambiare il mondo, ormai sull’orlo del disastro, per cui è veramente difficile poterlo salvare.

Il mondo non gode tanto di buona salute; soffre di grandi problemi che lo portano inevitabilmente verso la catastrofe.

Si tratta di problemi umani causati dall’uomo che poi non sa come risolvere.

I mali antropici del mondo rendono sempre più difficile la convivenza umana che sceglie maldestramente, facendosi male, tante vie sbagliate in fondo alle quali c’è il solo disastro e non altro.

Il mondo, con l’uomo sempre più impegnato a vivere di solo apparire, manifestando un’indifferenza suicida per l’essere, non si preoccupa di affrontare insieme le grandi sfide.

Manca quella solidarietà che è necessaria per vivere nel rispetto reciproco degli uni con gli altri.

Il mondo che gli adulti trasferiscono ai loro figli è un mondo fatto sempre più di un passato che non passa mai, in quanto si ripropone in un eterno presente che, così com’è, rende difficile il futuro possibile, da costruire attraverso percorsi umani, culturali e di pensiero fatti di un protagonismo attivamente vincente.

Per questo protagonismo attivamente vincente sono, tra l’altro, importanti le emozioni; è, prioritariamente importante la speranza senza la quale, come sta capitando a tantissimi giovani del nostro tempo, muore il futuro, restando in piedi solo il presente, un presente che, inevitabilmente sarà l’inizio  della fine del …. mondo.

Dove va il mondo? L’interrogativo di queste preoccupanti riflessioni sul mondo di oggi, purtroppo, non trova risposte umanamente positive per il futuro dell’uomo.

Di questo passo la Terra con il suo patrimonio genetico di miliardi di uomini, prossimi ad essere contati a due cifre, non dovrà attendere la fine di un’apocalisse stellare, per effetto del quale il sole fra cinque miliardi di anni diventerà una palla di fuoco che cancellerà ogni traccia del pianeta Terra e del mondo degli uomini che lo abita.

Questi scenari naturalmente tristi e per qualche verso anche fonte di amara disperazione, non sono fortunatamente per l’uomo e per la Terra, dietro l’angolo.

Sono scenari lontani, sono scenari oggi solo immaginifici; sono scenari apparentemente solo fantascientifici.

Per questo non suscitano che sola fuorviante curiosità e tanta incredulità per un’apocalisse impossibile.

Ma le minacce di tanti sepolcri imbiancati per la Terra e per l’uomo che la abita, sono di altra natura e purtroppo, sono sempre più concretamente possibili; sono minacce conseguenti alla pazzia umana che produce in modo sconsiderato l’effetto serra, che usa ed abusa le risorse sempre più esauribili come se fossero assolutamente inesauribili, che violenta ed offende la Terra innaturalmente abusata con indifferenza per il futuro umano di chi la dovrà abitare, che sviluppa odio e rancori di razza, come se la Terra, è in sè un diritto da vivere solo per pochi, che è sempre più aggressiva e violenta l’azione dei pochi interessati a diventare i padroni unici della ricchezza, impoverendo i più a cui verrebbe così negato il diritto naturale alla vita.

Tra l’altro, l’uomo sempre meno saggio, va percorrendo vie sbagliate; vie lastricate di un’assordante cultura del possesso, dell’avere, del consumo per sentirsi sempre più uomo, sempre più cittadino importante di un mondo che, così facendo, si costruisce con le sue mani, il solo futuro negato, in quanto privo dei valori universali dell’essere, senza i quali il mondo e l’uomo che abita la Terra, non va assolutamente da nessuna parte.

Sono riflessioni tristi, ma necessarie.

Sono riflessioni che non hanno assolutamente l’obiettivo di creare allarmismi, preannunciando e presto, quella catastrofe umana da fine del mondo.

Niente di tutto questo. Parlare al mondo, dialogare con il mondo lontano e sconosciuto è un diritto-dovere di ogni essere umano che vive sulla Terra e che deve sapersi interrogare sul corso della sua vita e di quello che produce nel presente e soprattutto nel futuro possibile di cui molto dipende dal nostro fare con prospettive da futuro possibile se si agisce responsabilmente; da futuro negato se si agisce facendo prevalere la pazzia umana sulla saggezza.

Che fare? Certamente non si può fermare il mondo.

Mi sembra però importante che l’uomo si ponga singolarmente e come insieme umano i tanti interrogativi su dove va il mondo e sulla sua possibile catastrofe causata dall’uomo ed anticipatrice di quella naturale prevista fra cinque miliardi di anni, quando il sole da palla di fuoco si disintegrerà e distruggerà tutto della Terra.

Molto responsabilmente, per concludere, mi faccio prestare la voce da un saggio del nostro tempo; da Carlo Maria Martini, importante protagonista della Chiesa cattolica che da uomo della Terra ha segnato la strada da percorrere (speriamo che siano tanti i saggi disposti a percorrerla per il proprio bene e soprattutto per il bene dell’umanità).

Martini rappresenta il presente che spinge verso il futuro.

È un simbolo importante per un mondo che deve sentirsi impegnato nel progetto di vita che riguarda non solo il presente ma anche il futuro.

È ancora possibile pensare ad un mondo nuovo? Forse si, se c’è ancora qualcuno al mondo disposto ad amare gli altri come se stesso; questo qualcuno capirà e si renderà attivo protagonista di vita ed ambasciatore di futuro, anche se attorno ci sono sepolcri imbiancati che premono verso il nulla; verso il nulla eterno.

Per salvare questo sconquassato mondo, occorre affidarsi con forza ad un dibattito delle idee che porti in primo piano ed in senso universale i valori dimenticati, primi dei quali la libertà, l’eguaglianza e soprattutto l’eguaglianza umana del diritto alla vita, un diritto di tutti gli uomini della Terra, nessuno escluso.

 

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