In migliaia per la supplica alla Vergine del Rosario

di Rita Occidente Lupo

Festa della Regina del Santo Rosario nella Valle di Pompei. Un culto riconosciuto anche oltre oceano, come negli Stati Uniti. Infatti, le opere nate intorno a tale valle, si sono diramate ovunque. Già dalle prime ore del pomeriggio, scandagliate file di pellegrini, per attendere le prime luci dell’alba per la supplica alla Regina del cielo. Una delle due date dell’anno mariano, quella della prima domenica d’ottobre, per la Supplica alle ore 12,00, insieme all’ 8 maggio. In centinaia i fedeli che a volte anche a piedi, si recano in segno penitenziale ai piedi della miracolosa tela, per impetrare grazie. Dal 1200, il culto alla Madonna del Rosario, che poi raggiunge nel 1500 l’ufficializzazione. Solo nel 1800, grazie al Beato  Bartolo Longo, iniziò la vera diffusione del Rosario e poi della Supplica. I primi a ritrovarsi per recitare la corona, i contadini, che l’avvocato Longo, evangelizzò e catechizzò nella valle. Il mese d’ottobre è dedicato al culto della recita dei misteri gaudiosi, dolorosi e gloriosi. Alle 15 poste, il Pontefice Woytjla aggiunse quelle della Luce, inerenti ad episodi della vita di Gesù. Per trenta giorni  le pie pratiche mariane, la devozione dei quindici sabati, insieme a novene e tridui alla Regina che consegna, come nella tela secentesca sovrastante l’altare maggiore della Basilica pompeiana, il Rosario a San Domenico ed a Santa Caterina. Sullo scoccare dei dodici rintocchi di mezzogiorno, in comunione di fede col Papa e l’intera comunità di cattolici, una sola supplica verso il cielo. Con altre intenzioni che ognuno affida alla Madonna, dal profondo del proprio cuore, in tale giorno solennissimo!

2 pensieri su “In migliaia per la supplica alla Vergine del Rosario

  1. IL CULTO MARIOLOGICO HA AVUTO NELLA STORIA L’AVVENTO DEL 1200 E DA TALE CULTO NACQUE ANCHE LA RIVALUTAZIONE DELLA DONNA DEL MONDO AL FEMMILILE. GIOVANNI PAOLO II° DEVOTO ALLA MADONNA HA RIVITALIZZATO IL CULTO MARIOLOGICO.
    M.M.

  2. Non nascondo che anch’io, quand’ero ragazzo, per amore di una ragazza di Napoli, feci ben due volte il pelleginaggio a piedi da Pastena a Pompei. E’ inimmaginabile la fatica che occorse fare per arrivarci. Dopo tale immane sfacchinata era doveroso confessarsi per i “magri” peccatucci di gioventù commessi. Bisognava recitare tante AveMaria e Padrenostri per i peccati commessi e poi, dopo tante ore di cammino a piedi , non si vedeva l’ora di prendere la santa comunione. Era infinitamente bello allegerirsi di tanti “Peccatucci” commessi. Peronalmente mi sentivo quasi come stessi volando come una piuma e senza peccati. Oh! Gioventù, gioventù! Quanta innocenza avevi!
    Ma la cosa non finiva quì: avevo una zia suora, sorella di mia madre che era addetta al Tesoro della chiesa, ed ero doveroso andarla a pescare nel vasto monastero per abbracciarla. Ma a parte queste mie solitarie “Camminate”, un paia di volte all’anno, specie l’otto maggio e alla prima domenica di ottobre, noi della famiglia andavamo a Pompei , con la filovia fino a Pagani e da pagani con il tram (Ora, si sa, non esiste più tale mezzo di trasporto). Mia madre era molto devota ed eravamo costretti a sentirci ben due messe per farla contenta. Poi si andava da zia suora che ci attendeva con apprensione, anche perchè ci voleva regalare le varie “zanfrusaglie” che lei aveva avuto dagli amici e parenti. Si rimaneva con lei qualche ora e poi si andava sulla torre per vedere il panorama. Dopo di ciò era un itinerario obblicato quello di andare dov’era l’acqua ferrata per berne ,con il limone, una enormità. Li si faceva una specie di picnic con le “dovizie portate da casa e da quelle regalateci dalla zia suora. Era , come dire, una festa annuale che non si poteva perdere, tanto è vero che ancor oggi che ho quasi ottant’anni me la ricordo ancora. Viva la madonna di Pompei!

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