Salerno: Comune verso il pre dissesto

  Enzo Carrella 

Questa la strategia:  il 30 Dicembre  si dovrebbe andare in consiglio per l’approvazione dell’equilibrio e assestamento del bilancio 2013 bocciato dai revisori di conti e votare immediatamente a seguire l’apertura delle procedure di pre dissesto. Dopo la doccia gelata del parere non favorevole dei revisori dei conti sono poche altre le soluzioni che restano in campo per il governo cittadino: del resto basta guardarsi attorno e scoprire che per circostanze simili fotografate” in altri comuni d’Italia tale enpasse si è chiusa con  l’apertura della procedure di pre – dissesto e la conseguente adozione di un piano di risanamento pluriennale.  Per altro per come è attualmente governata la città, poco o nulla cambierebbe, come vanno dicendo da mesi alcuni “tecnici “ e esperti di settore: il “termometro”  è rappresentato dalla “febbre” delle tasse  ed aliquote  chieste e applicate  ai salernitani da  anni e le cui aliquote sono già al massimo. Non avendo più alcuna possibilità  di “prosciugare” altro dalla tasche dei  cittadini/ contribuenti  e soprattutto   constatata e riscontrata   il ridimensionamento  dei redditi medi dei salernitani  e il deciso “taglio dei trasferimenti statali” si è sempre più convinti che  l’unica conseguenza  resterebbe   l’apertura della  citata procedura  che, stante le premesse,  non  si renderebbe  più procrastinabile. Il punto però è un altro e, a dir poco imbarazzante: non si può dare il via al pre – dissesto, se il consiglio comunale non approva il bilancio. Si tratta di una condizione indispensabile, diversamente si andrebbe al commissariamento. E non al pre–dissesto. Commissariamento – si badi bene – del consiglio comunale e non della giunta (cfr art 141 del tuel)
Quindi la domanda è: il consiglio comunale si prenderà la responsabilità di approvare un bilancio che a giudizio dei revisori non sta in piedi? Il passaggio è delicato e non a caso si stanno studiando pro e contro. C’è che si spinge a dire che trattandosi di preventivo e non di consuntivo, non ci sarebbe troppo da preoccuparsi sulle responsabilità dei singoli consiglieri. Ma soprattutto, proprio a tutela dei consiglieri comunali, all’approvazione del preventivo “equilibrato e assestato”  del 30 dicembre  si vorrebbe far seguire direttamente l’approvazione del pre–dissesto.   Tale iniziativa avrebbe quale effetto sostanziale   sospensivo quello di precludere  l’avvio del procedimento per la dichiarazione esterna  a tale titolo  ai sensi dell’art. 6, comma 2, del dlgs 149/2011”. Come si  accederebbe  alla procedura (che può contare anche su un fondo statale in grado di erogare anticipazioni di liquidità per tamponare i buchi di cassa)? I comuni interessati devono adottare un’apposita deliberazione consiliare, che, entro cinque giorni dalla data di esecutività, va trasmessa alla competente sezione regionale di controllo della Corte dei conti e al ministero dell’interno ( cfr deliberazione Corte dei Conti  n. 22/2013, nda). Solo  così dovrebbe, forse, passare la paura al consiglio  di votare un bilancio “farlocco/taroccato ”  perché confluite in esso  una serie di  incomprensibili voci date per certe ma che allo stato mancherebbero degli elementari  presupposti disciplinate non solo dal dlgs 267/2000, Testo unico enti locali, ma dagli stessi principi contabili  propri della contabilità degli enti locali (esempio permessi da costruire diventati improvvisamente  un “tutt’uno” senza distinzione nei tempi d’incasso , cessione di beni patrimoniali dati per “già avvenuti” senza  formale passaggio di proprietà, proventi da fotovoltaico decuplicati  e, sembrerebbe,  “mai  tassati”, saldi  con partecipate ricomposti senza previsto riconoscimento del debito fuori bilancio, e su tutti il  sacro principio della competenza del bilancio disatteso e  brutalmente violentato).  Da palazzo di città replicano che assessori e tecnici sono  tutti  impegnati in una  interminabile  “full immersion”  per arrivare ad una soluzione possibile, senza escludere i percorsi alternativi offerti agli enti locali. Non è dato sapere, però, allo stato quali risulterebbero questi rimedi e soprattutto  se il percorso che si vorrà  intraprendere  non sconfinerebbe  quegli “statuiti”  rigidi confini  di  legittimità richiesta dalla Magistratura contabile. Intanto si  registrano gà appelli a consididerare il pre-dissesto come l’occasione di un nuovo inizio. “Non sarebbe, questo atto, la sconfitta o la vittoria politica di nessuno, ma solo una ripartenza per tutti fondata sul rispetto della legittimità e del buon senso”,  affermerebbero tecnici e “allertati” professionisti  di settore.