Una legge di civilta’ il diritto dei nonni a stare vicino ai nipoti

Giuseppe Lembo

Finalmente una buona notizia; è veramente una cosa da godimento dell’anima, in un Paese dove l’occasione delle buone notizie, è ormai un’occasione sempre più rara; un’occasione miracolosa da “chi l’ha visto”?

La buona notizia tanto attesa è quella che riguarda il nuovo diritto di Famiglia. Finalmente entra in vigore; riforma il diritto di Famiglia, ormai vecchio di oltre 40 anni.

Il nuovo diritto di famiglia, in primo luogo, si occupa dei bambini, con il giusto riconoscimento dell’uguaglianza genitoriale.

I figli godranno, per effetto del nuovo diritto di famiglia, una parità di trattamento.

Non esisterà più la figura del “figlio illegittimo”, al quale il nostro Paese, in quanto tale, ha sempre riservato una disumana disparità di trattamento, che si è sempre trasformata in una condizione discriminante.

Altro elemento di novità, si spera non solo formale, ma sostanziale in tutto, riguarda l’abolizione della potestà; sarà finalmente condivisa dalla “responsabilità genitoriale condivisa”.

Con questi ed altri cambiamenti, parte integrante del nuovo diritto di Famiglia, la Famiglia italiana avrà una sua dimensione assolutamente nuova e moderna; entra così a far parte della Famiglia modernamente intesa e garantita sul piano del diritto sia in ambito Europeo che mondiale.

Al centro del nuovo Diritto di famiglia c’è, come detto, il bambino, un soggetto di diritto dal suo primo giorno di vita.

Oltre, com’è naturale, al diritto del bambino, la legge che riforma il diritto di Famiglia del nostro Paese, riserva a giusta ragione, un giusto riconoscimento al ruolo dei nonni, ai quali, indipendentemente dalla volontà del padre e della madre del bambino, è concesso il diritto di visita e di accudimento.

I nonni anche se non graditi dai genitori, possono appellarsi al nuovo diritto di Famiglia ed esercitare concretamente il loro ruolo riconosciuto di nonni; tanto, con tutto l’amore ed il ruolo di diritto che, a ciascun uomo deriva dall’essere nonno.

Nella nuova normativa si parla tra l’altro di mantenimento dei figli da parte di entrambi i genitori anche oltre la maggiore età, fino al raggiungimento della loro indipendenza economica.

Tra le altre novità c’è anche quella della prevista cancellazione della dicitura “padre” e “madre” con “genitore” e “genitore”; tanto, di fatto cancella dalla famiglia italiana il tratto maschile e quello femminile, di uomini e donne, di padri e di madri.

Si tratta di un fatto, per molti aspetti oltre che culturalmente innovativo, dalle caratteristiche fortemente rivoluzionarie.

Non è di sola facciata e tanto meno di sola formalità burocratica e di diversa visibilità che accompagna il bambino poi cittadino adulto per tutto il corso della propria vita.

È un fatto di grande cambiamento umano nella determinazione del concetto di nuova Famiglia; al di sopra delle sole formalità contenute nel nuovo diritto di Famiglia, sono tante le novità che andranno ad incidere nella società, che non sarà più come prima, ma avrà alla sua base di insieme, protagonisti sostanzialmente diversi, con il “fattore genere” assolutamente cancellato.

Con questa legge si riscrive in modo nuovo e moderno la cultura tradizionale della Famiglia, riempiendola di quella modernità e di quei contenuti legati soprattutto al valore della persona umana che tanto servono al futuro dell’uomo della Terra che, partendo dalla Famiglia e dalla Scuola, deve prima di tutto, imparare a rispettare l’altro, in quanto uomo della Terra.

Una grande sfida! Speriamo di cavarcela e bene facendo il nostro dovere di modernizzatori, senza assolutamente cancellare in valori i tratti della cultura della Famiglia tradizionale che per secoli e secoli ha garantito l’insieme umano, partendo da quell’insieme familiare un po’ invecchiato normativamente, per cui il legislatore italiano ha opportunamente deciso di cambiarlo, introducendo il nuovo diritto di Famiglia che pur superando stereopiti del passato, quale il patriarcato ed altri comportamenti di una feudalità tarda a morire, certamente non ne ha cancellato i suoi tratti più umanamente significativi di cellula primaria ed insostituibile anche della società fluida in continuo movimento di questo nostro Terzo Millennio che va, prima di tutto, alla ricerca di una nuova identità umana nel reciproco rispetto degli uni per gli altri.

Se si parte e si parte bene da qui, il nuovo diritto di famiglia, può rappresentare l’importante pietra miliare del nuovo italiano.

Una grande speranza a cui affidarci; ne abbiamo veramente bisogno per salvarci come Italia, come Famiglia italiana e come italiani al di sopra ed al di fuori delle differenze di genere.

L’obiettivo è soprattutto quello di saperci ritrovare come uomini nuovi; un fatto importante e necessario che va molto al di là di una legge con un diritto codificato e purtroppo espressione di un’italianità che non sa sempre dare il giusto peso alle cose che pensa, alle cose che scrive e/o che codifica, come per il nuovo Diritto di Famiglia, in una legge; in una legge dello Stato italiano, poi cammin facendo, sedotta ed abbandonata.

Ma può bastare una buona legge (ammesso che si tratti in senso pieno di una buona legge) per mettere finalmente ordine al diffuso disordine presente nella famiglia italiana? Purtroppo, nonostante l’ottimismo della ragione, proprio non basta; non si possono riporre le speranze miracolistiche negli effetti di una legge che affronta gli aspetti giuridici, lasciandone fuori tutti quegli aspetti umani e morali, purtroppo un grave e diffuso male presente nella famiglia italiana dei nostri giorni.

La famiglia italiana, si presenta sulla scena del nuovo Diritto di Famiglia, con caratteristiche sempre più fluide; sempre più sfuggenti e prive di quella concretezza del fare, necessaria ad accompagnare i figli nel difficile cammino del futuro, verso il quale il mondo familiare adulto è sempre più indifferente.

La famiglia italiana è andata incontro ad una profonda ed inarrestabile mutazione genetica.

Occorre, tra l’altro, oltre ai cambiamenti giuridici, un processo di rifondazione umana e morale della Famiglia italiana; un processo per il quale a niente può servire una legge di riferimento.

Per rinverdire l’ormai spento mondo della Famiglia italiana occorre, prima di tutto, crederci, restituendole quella centralità che non ha, perché sono sempre più numerosi quelli che non ci credono più; quelli che, indifferenti ai più generali diritti civili ed umani, si adoperano per sfasciare i presupposti di appartenenza, partendo dalle radici, nonostante la diffusa consapevolezza che ci si fa male con le proprie mani ed andiamo incontro giorno dopo giorno a quella infelicità diffusa, il frutto di un inappagamento del proprio vivere che è tutto dentro di noi e ci viene dalla triste, amara e sbagliata condizione che la felicità è altrove; è solo fuori di noi, mentre in noi siamo solo i depositari del regno dell’infelicità, che sempre più spesso incombe sulle famiglie distruggendole, per arrivismi o peggio ancora per egoismi personali che alla fine producono la sola felicità del niente, meglio definibile eterna infelicità.

C’è da riconoscere comunque l’utilità e l’appartenenza del nuovo Diritto di Famiglia;è un fatto di cultura e di civiltà per il nostro Paese.

L’anima tradizionalista della Famiglia italiana ormai non regge più; occorre per questo, innovare e modernizzare, senza minimamente trascurarne, dimenticandoli del tutto, i presupposti fondanti che sono fondamentalmente etico – morali.

C’è da dire  basta con gli stereotipi che, purtroppo, non producono niente di buono.

C’è da adoperarsi a costruire un mondo familiare nuovo, partendo da noi stessi, eliminando l’inopportuno clima della familofobia e di tutte le teorie di genere che rappresentano sempre più spesso nell’ambito familiare motivo di scontro, a tutto danno del diritto all’uguaglianza ed alla reciproca condivisione umana nel rapporto uomo-donna.

Questa, come altre leggi che riguardano i diritti dell’uomo, sono leggi importanti, ma non è per niente facile poterne prevedere i risultati.

Certamente non è con l’invadenza dello Stato che si risolvono i problemi umani e sociali del nostro Paese a partire dagli ambiti familiari.

Nel riconoscere come assolutamente utile il nuovo Diritto di Famiglia, anche se lungamente atteso, bisogna attivamente promuovere la crescita degli ambiti umani familiari entro cui è necessario rinnovare i comportamenti, realizzando le necessarie condizioni condivise del reciproco rispetto; è questo un obiettivo importante che non viene da una legge, ma solo da una buona e diffusa educazione al rispetto della persona umana e quindi al rispetto tra i sessi, superando quella condizione diffusa di discriminazione e di aggressione che rendono da noi assolutamente difficile il raggiungimento della parità di genere nella Famiglia, nella Scuola e nella Società; una parità che serve per cambiare concretamente le tristi condizioni del nostro Paese, dove nella grande confusione, c’è il clima avvelenato del tutti contro tutti, a partire dagli ambiti familiari, in stragrande maggioranza, un inferno terreno di incomprensione, di disumanità e di violenza assolutamente intollerabile perché è una grave offesa per la persona che, dentro e fuori dalla Famiglia, va sempre e comunque umanamente rispettata.