Eboli: Movimento Popolare per il Cambiamento, replica assessore Bruno
La risposta dell’Assessore Annarita Bruno si dimostra purtroppo estremamente generica e non ci soddisfa affatto, anzi non aveva soddisfatto nemmeno il Ministero dell’Interno che aveva approvato il Piano e non l’Avviso Pubblico, perché non ne ha la competenza. Infatti il Ministero, con nota del 11/02/2014 prot. n. 5744, aveva già eccepito al Settore che nel Piano per l’assistenza agli anziani si prevedeva personale di categoria A1, mentre era necessario personale di categoria B1 così come previsto dal CCNL, aggiornandone anche le tariffe. Tale osservazione va a incidere anche sul piano per l’assistenza ai disabili, perché il personale richiesto è lo stesso. Purtroppo gli Avvisi Pubblici non tengono conto del cambio di categoria indicato dal Ministero, bensì invitano le società a presentare offerte andando al disotto della cifra minima prevista dalla tabella del CCNL per la figura professionale richiesta B1, che a questo punto pubblichiamo, pari a euro 17,76 / 17,84 all’ora. Inoltre facciamo presente all’Assessore che conosciamo benissimo la diversità della procedura ad offerta “economicamente più vantaggiosa” (art. 83 D.lgs. 163/2006), rispetto alla procedura del “massimo ribasso”: la differenza sta in un ulteriore parametro di valutazione di natura tecnica, come la valutazione dell’offerta. Però l’utilizzo della procedura indicata di per sé non è alcuna garanzia di “qualità” nella selezione del futuro gestore dei servizi, quando a base di gara viene messo un prezzo di partenza, per remunerare le risorse professionali da impiegare,già inferiore all’indicazione minima del CCNL, prevedendo un ulteriore ribasso massimo del 3,50%. In conclusione invitiamo l’Assessore a prestare più attenzione quando risponde a delle domande chiare e precise, perché non sono state formulate partendo da convinzioni personali, ma da atti pubblici che chiunque può visionare e dalla lettura della normativa vigente. Politicamente riteniamo che si possa trovare un connubio tra “qualità” ed “economicità” di un servizio, però rispettando la legge e le indicazioni che essa prescrive, sia per gli utenti che riceveranno la prestazione domiciliare, i quali devono essere tutelati rispetto al personale professionale impiegato, sia per quest’ultimo che non deve essere mortificati con una paga al di sotto del minimo sindacale.