La techno tra Germania e Olanda

Lucio Santoro

 Quando la techno raggiunge l’Europa, verso la fine degli anni ottanta, va incontro ad un profondo cambiamento, che la porta su binari molto diversi  rispetto alla originaria techno di Detroit. Complici di questo cambiamento sono: l’evoluzione tecnologica, la conoscenza della musica sul campo e il decentramento delle capitali della musica (tutti elementi già elencati nel articolo riguardante i rave) ne consegue la nascita di una pluralità di generi che convivono in Europa, come: il movimento acid house, che conta numerosi seguaci non solo in Inghilterra ma anche io Germania, la new beat in Belgio e molti altri tra cui, anche se meno attinente al percorso tracciato, l’italo disco, che in alcune sue sfaccettature , soprattutto quelle in cui prevalgono atmosfere più futuristiche, riesce ad anticipare sotto molti aspetti di diversi anni la techno e l’house. A Berlino, la techno assume un importante ruolo sociale dopo la caduta del muro. Le numerose feste o i numerosi rave, organizzati in vecchie fabbriche o bunker, riavvicinano dopo anni i due lati della città. Un ruolo di cruciale importanza per lo sviluppo del genere è da attribuirsi al Tresor, club e etichetta discografica, attorno al quale iniziano a riunirsi molti nomi appartenenti allo scenario della techno di Detroit, come: Juan Atkins, Jeff Mills, Blake Baxter, Richie Hawtin e molti altri. Insieme danno vita alla techno minimale, riprendendo dalla techno di Detroit la forma più spoglia e spartana, allo stesso tempo arricchendo il sound con suoni più duri e atmosfere più acide. Parallelamente nasce a Francoforte nasce una seconda etichetta: Eye-Q del tedesco Sven Vath. Attorno alla quale si addensano artisti, come: Joey Beltram CJ Bolland e lo stesso Sven Vath che pongono le basi per la musica trance, quindi caratterizzano un filone della techno molto più melodico, perché arricchito da voci occasionali e suoni quasi psichedelici. E’ da attribuire a Marc Trauner, in arte Mescalinum United, un dj tedesco il primo esperimento di techno hardcore con “We Have Arrived” , che si rifà alle cupe atmosfere new beat, acid e techno unite ad una accelerazione estrema dei BPM (160-200), genere che ha ampio successo specie in Olanda, tra Rotterdam e Amsterdam, dove assume una forma ancora più feroce (200 300 BPM) e prende il nome di Gabba.