Salerno: incontro-dibattito “Unione Europea”

Emanuela Centanni

Venerdì 28 marzo si è tenuto nella Sala Del Gonfalone di Palazzo di Città l’incontro-dibattito “L’Unione Europea  nelle intenzioni e nei fatti: anatomia di una crisi” a cura del Comune di Salerno,della Società Filosofica Italiana e del Liceo classico “F.De Sanctis.”L’incontro è stato presieduto da Giuseppe Cacciatore, filosofo e prof. all’università di Napoli  “Federico II” e sono intervenuti il prof. Nello De Bellis, il prof. Stefano D’Andrea dell’università della Tuscia, il prof. Carmine Pinto dell’università degli studi di Salerno e il prof.Gennaro Zezza dell’università di Cassino.L’incontro nasce dall’esigenza di mettere in luce la crisi dell’Unione Europea delineando il lungo e intricato processo di formazione della stessa e la sua congiuntura con l’assetto globale sociale, politico ed economico attraverso l’affermazione di una dinamica identitaria che è il prodotto di conflitti e stagioni politiche che si sono avvicendate nel corso della storia: vengono così discussi temi importanti non a caso proprio a ridosso della campagna elettorale per le elezioni europee. L’UE nasce con il trattato di Maastricht nel Febbraio 1992 in seguito alla formazione della Comunità Economica Europea  nel 1957 che costituisce il suo primo pilastro: l’obiettivo è quello di creare un’organizzazione internazionale di carattere sovranazionale che attraverso l’esercizio di una sovranità da parte di organismi comunitari,attui un progetto di integrazione, unità ed equità. Attraverso i vari interventi vengono ripercorse le tappe storiche principali che portano alla formazione del concetto di unione partendo dal concetto di nazionalismo fino ad arrivare all’Europa del 900 in cui le identità nazionali determinano la grande guerra; l’unione degli europei si identifica come una risposta alla guerra e alla divisione che aveva lacerato l’Europa al fine di superare le grandi ideologie e gli imperanti nazionalismi e riconoscersi in un una coscienza comune. In realtà la nascita della UE si identifica nei fatti come un processo avvenuto dall’alto mediante trattati economici tecnocratici e normativi che lasciano scarsi poteri decisionali. Si riscontra un deficit di democrazia, una crisi delle istanze democratiche che non lascia nessun margine di discussione. In questo quadro è necessario ripensare alle premesse del progetto politico originario in una dialettica Stato-Sovrastato che non può essere cancellata,per riformare un’altra Europa e adeguare l’UE a nuove esigenze e interessi.