L’intesa salta, anzi no
Angelo Cennamo
Le polemiche di queste ore tra Forza Italia e il governo Renzi sui contenuti e i tempi delle riforme, sembrano già rientrate. Il clima però resta teso : l’incombenza della decisione che adotterà il Tribunale di Sorveglianza di Milano sull’esecuzione della pena ( Servizi sociali o domiciliari) e delle elezioni europee di maggio, tengono infatti in apprensione Berlusconi e il suo partito alimentando vecchie ruggini tra falchi e colombe. I sondaggi non sono rassicuranti, alcuni danno Forza Italia in calo, dietro il Pd e Movimento 5 Stelle. Berlusconi al telefono ha rassicurato il suo pupillo confermando lealtà e coerenza al patto siglato nella sede del Nazareno. Strano. Le uscite di Brunetta e gli ultimatum lanciati al ministro Boschi sembravano andare in direzione opposta : si approvi subito l’italicum e si cambi la riforma del Senato! Aveva tuonato il capogruppo dei forzisti alla camera. La posizione del Cavaliere invece sarebbe quella di allontanare l’approvazione della legge elettorale e di confermare la non eleggibilità dei senatori. Insomma, chi ci capisce è bravo. L’impressione è che la ammuina sollevata da Berlusconi riguardi più la rivendicazione della paternità sulle riforme che i contenuti delle stesse. Se cosi fosse non sarebbe un bel segnale, né per gli elettori di centrodestra tanto meno per la credibilità dell’ex premier. Il timore che Renzi possa sovrapporre il suo stile governativo al migliore modello berlusconiano per inglobare parte di quell’elettorato è quasi certezza. Il leader di Forza Italia potrebbe ritrovarsi così rottamato e contento dal guascone di Pontassieve prima del tempo e a sua insaputa ( l’abbraccio mortale sussurrato da Toti nel fuori onda). Il Cavaliere è stretto in un angolo : da un lato le vicende giudiziarie che lo allontanano dal giro della politica attiva, dall’altro il suo ritratto di Dorian Gray, pronto a levargli il posto, oggi e per sempre, nell’immaginario liberale. Lo sfogo di Brunetta serviva proprio a questo, a rompere lo schema e a sottolineare una presenza che rischiava di sbiadirsi a causa di una subalternità equivoca e spiazzante per gli elettori di destra. Berlusconi c’è e rivendica il suo ruolo nelle riforme : questo è il messaggio lanciato da Forza Italia. Ma i toni ultimativi di Brunetta, respinti dal ministro Boschi e finanche da Alfano, sono sembrati poco comprensibili per chi del riformismo e dell’efficientismo ha fatto la propria bandiera politica. Ecco allora il dietrofront di Berlusconi che al telefono rassicura Renzi e rilancia. Un segno di debolezza? Sembrerebbe di sì.