Roma: Lipu, 50mila firme abolizione “richiami vivi”
Oltre 50mila firme di cittadini a sostegno dell’abolizione degli odiosi “richiami vivi”, ovvero gli uccelli catturati e detenuti in condizioni insostenibili per utilizzarli come richiamo per la caccia, sono state consegnate stamattina dalla Lipu-BirdLife Italia in Parlamento. La campagna No ai richiami vivi, partita lo scorso autunno con la raccolta delle firme nelle piazze e online, giunge così alla fase cruciale, con l’obiettivo di cancellareuna delle pratiche più cruente e intollerabili ancora in uso sugli animali selvatici. L’utilizzo di uccelli vivi come richiami coinvolge ogni anno decine di migliaia di piccoli uccelli migratori appartenenti a sette specie: allodola, cesena, merlo, tordo bottaccio, tordo sassello, colombaccio e pavoncella. Gli uccelli, una volta catturati in natura, vengono rinchiusi in piccole gabbie e costretti per tutta la vita a una detenzione durissima: tenuti al buio in modo che perdano la percezione del tempo e cantino fuori stagione, sottoposti a trattamenti medicinali (steroidi, anabolizzanti) e a vere torture fisiche come lo strappo delle penne, per determinare una muta artificiale. Tutto ciò perché, appunto, possano cantare fuori stagione e attirare i loro simili, così da essere utilizzati dai cacciatori, in autunno e inverno, per l’attività venatoria. Ogni anno 50mila sono in media i piccoli uccelli migratori catturati in via ufficiale, mentre un milione sono stati gli esemplari catturati dal 1995 ad oggi. Per la consegna delle firme, la Lipu ha organizzato questa mattina una conferenza stampa alla Camera dei deputati, anche alla luce dell’importante novità degli ultimi giorni: l’apertura di una procedura di infrazione comunitaria (2014/2006) contro l’Italia proprio sul tema dei richiami. “L’Europa ha messo in mora l’Italia – dichiara Danilo Selvaggi, direttore generale della Lipu-BirdLife Italia – perché la cattura degli uccelli selvatici e il loro conseguente utilizzo come richiami sono nettamente vietati dalla direttiva, e ha chiesto all’Italia di rinunciare a questa attività, di cui, dice giustamente la Commissione europea, non c’è alcun bisogno. Anche per questo oggi abbiamo presentato un emendamento alla legge Europea 2013, già sostenuto da numerosi deputati, che cancella dall’ordinamento italiano la pratica dei richiami vivi e ridà al canto degli uccelli migratori, finalmente, la dimensione della libertà”. La legge europea 2013 già contiene un articolo che interviene su questo tema, sebbene in modo del tutto insufficiente e persino formalmente non corretto, anche perché predisposto prima della messa in mora dell’Italia. L’emendamento presentato stamattina raccoglie invece i precisi rilievi della Commissione e, al tempo stesso, dà voce a un sentire forte e diffuso che condanna senza mezzi termini una forma davvero brutale di sfruttamento degli animali selvatici, così come denunciato dalla campagna Lipu. “La denuncia della Lipu ha riscosso grande attenzione e adesioni a tutti i livelli – dichiara Fulvio Mamone Capria, presidente Lipu-BirdLife Italia – coinvolgendo e informando le persone attraverso incontri pubblici, articoli e il sito www.lipu.it. Abbiamo girato l’Italia e trovato ovunque l’appoggio e l’indignazione della gente. Oggi, grazie alla sensibilità e all’impegno di numerosi parlamentari, diamo il via alla seconda fase della campagna, quella che deve cancellare con legge la tortura e le sofferenze di migliaia di piccoli uccelli migratori. “Del resto, dopo l’apertura della procedura comunitaria – prosegue il presidente Lipu – la necessità di agire è diventata impellente e la legge Europea 2013 è l’occasione giusta. Il Governo, il ministero dell’Ambiente, il relatore, tutti i deputati – conclude Mamone Capria – sostengano l’emendamento e lo approvino rapidamente, per il bene della natura, del diritto e della nostra stessa dignità”.