Salerno: Auser chiude kermesse “Salerno Capitale”
L’ Auser ha chiuso in bellezza la sua kermesse per il 70° anniversario “Salerno Capitale”. Per cinque giorni sala gremitissima, quella del Palazzo Genovesi, le cui pareti sono state ravvivate da artisti che hanno dato spazio alla creatività in ogni sua espressività. Dalla ceramica, alla pittura materica, non omettendo ferro, rame, acquerelli, olio ed acrilici, il classico ha sposato il contemporaneo, l’informale accanto al classico naturalismo. In chiusura di battenti, un karaoke di pensieri sparsi e di versi liberi in lingua ed in vernacolo, di: MariaPia Mautone, Marisa Santoro, Vittorio Iannotta, Ida Vecchio, Rita Amodio, Elena Ostrica, Alida de Silva, Carla Perrotta, Umbertina Vivani, Mario Senatore, Iole Mustaro, Luciana Esposito, Emma Benincasa e Rosalba Fieramosca. In apertura Angela Colangelo, conduttrice delle serate ed organizzatrice eventi dell’Associazione, accanto al presidente Donato Nardiello, a tirare le somme di un’iniziativa che ha superato le attese. Infatti, oltre ai numerosi soci, tanti esponenti di gruppi ed Associazioni hanno plaudito alle varie inziiative culturali che hanno animato le serate. “Un coacervo emotivo notevole- ha concluso il direttore del nostro quotidiano Rita Occidente Lupo, ospite d’onore della kermesse- che ha regalato emozioni in pillole per ogni gusto. Dalle chicche partenopee, del grande teatro di Eduardo, grazie a Rita Amodio, alle umoristiche caricature della de Silva, tra lo scoppiettante vernacolo di salernitana doc, della Mautone e quello intimistico della Santoro. Un cocktail di afflati lirici, come di toccanti note contemporanee, che hanno fatto palpitare l’attenzione sui drammi che vive la Campania felix: la Terra dei Fuochi, cratere di morte! Con spiccato umorismo anche la cronaca elettorale, che la Esposito ha ben palesato, attraverso la tenzone che anima i concorrenti ad ogni squilla elettorale. E se la pennellata lirica della Ostrica, analoga alle tele, come quella della Fieramosca, sfogo del proprio io, a contatto con il proprio sentire, più che con quello altrui, i versi di Senatore aleggianti in un’atmosfera che mira a padroneggiare anche l’antica lezione classica. Con spiccati echi epici, tra moderno ed antico, un poetare affabulante, che giustamente continua a tributargli meriti alla carriera. ” Con l’invito ad essere messaggeri di pace e di socializzazione, esorcizzando aghi di solitudine di tanti, il congedo con l’appuntamento alle prossime inziiative che l’Auser ha già in cantiere per la primavera inoltrata.