Renzi rischia il tracollo
Governare una nazione come l’Italia non è facile. Per nessuno. Le centrali del potere sono tante – partiti, sindacati, parlamento, pubblica amministrazione, magistrati – e metterle d’accordo tutte è un’operazione ai limiti dell’ingegno umano. Se ne sarà reso conto anche Matteo Renzi, il bambino prodigio nel quale tutti o quasi tutti avevano riposto le ultime speranze di rinnovamento della politica dopo anni di logorante gattopardismo. Con lo slogan della rottamazione, Renzi ha scalato rapidamente le tappe del successo conquistando prima la segreteria dei democratici, poi la presidenza del consiglio. Genio della comunicazione e dell’affabulazione, l’ex sindaco di Firenze è stato bravo a dare di sé l’immagine del dinamismo e dell’efficientismo, tipico di certi arrampicatori della sua età. La promessa di una riforma al mese, accompagnata da una rappresentazione supertecnologica del programma – a colpi di slide e messaggi ad effetto come la vendita delle auto blu su ebay – e garantita dal ritiro a vita privata in caso di fallimento, aveva, se non altro, riacceso l’interesse di tanti delusi che con la politica non volevano averci più a che fare e stimolato la fantasia dei media, che ancora oggi vedono nel guascone la sola arma vincente per uscire definitivamente dalla crisi. Ma se dal pulpito scanzonato della Leopolda Matteo sembrava aver conquistato molti elettori, non solo di sinistra, con l’approdo a Palazzo Chigi, nel vivo della contesa, le cose sono, ahimè, andate diversamente. Semplificando, Renzi tiene in pugno il suo partito ma non governa i gruppi parlamentari del Pd, costruiti intorno alla vecchia dirigenza del Nazareno, quella di Bersani per intenderci, e quindi divergenti rispetto al suo programma riformista. Il dato non è di poco conto, tant’è che le prime leggi messe in cantiere dal premier, senza l’appoggio esterno di Forza Italia, rischiano già di arenarsi per effetto dei veti dei “vecchi compagni” e della loro propaggine cigiellina. Ad oggi, nessuna riforma ha visto la luce, neppure quella elettorale, che doveva essere la priorità assoluta dopo il pronunciamento della Consulta. Tutta l’attenzione – miope – dei media si concentra allora sugli 80 euro che il governo dovrebbe garantire a circa 10 milioni di italiani, a partire da questo mese, ma le cui coperture non sono affatto certe trattandosi per oltre due terzi di misure una tantum. La somma, che, stando a fonti autorevoli, ammonterebbe a poco più di 50 euro, verrebbe di fatto compensata da un aumento generalizzato di tasse e balzelli vari – costo delle accise sulla benzina, tasi sulle prime case e rendite finanziarie – Nulla di nuovo : si dà con la mano destra, si riprende con la sinistra. Del resto, con una riduzione di spesa di appena 2,8 miliardi di euro su oltre 800, Renzi, per accontentare una piccola parte dei nostri connazionali, è costretto a bastonare tutti gli altri, compresi i più poveri. Quanto durerà? La domanda sorge spontanea.
non si può non concordare con la tua fotografia biografica del nostro giovane premier che da piccolo, a scuola, lo chiamavano il “bomba”. io credo che sia più adeguato “bombetta” non perchè minuto ma perchè c’è chi le spara e le ha sparate più grosse di lui. chi? ma il suo alter ego, iddu, si colui che in questi giorni sta scontando una piccola pena presso una casa di riposo molto “glam”. e da qui la domanda, semplice, che ti rivolgo caro angelo: ma tu che per oltre quattro lustri te le sei bevute, e le hai difese, tutte le sparate spaziali (alla fascisti su marte. lo hai mai visto?) dell’arcoreccio pecoreccio come puoi, oggi, meravigliarti e dubitare di un giovane fiorentino che tutto sommato, se lo dico io è vero, le spara meno grosse? o forse in passato hai mai visto una dentiera regalata dai goversi forzati?
a renzi non manca lo spirito e la sportività, la faccia tosta e la brillantezza, la simpatia e la battuta pronta, l’essere cattolico e parlare alla pancia, insomma una bella e giovane copia, sicuramente con maggiore applomb ed educazione, di quel vecchio falotico rattuso. se ti garba, insomma, sostienilo tanto o di quà o di là è uguale.
C’è una grande differenza tra Renzi e Berlusconi : il primo nella sua vita, oltre che laurearsi, ha fatto il sindaco di Firenze e il presidente della Provincia; il secondo ha costruito un impero finanziario, governato più di ogni altro politico e realizzato diverse riforme. Possono non piacerti, ma le ha fatte.