Anna Botta: viva per miracolo, Padre Pio m’ha salvata!
“Viva per miracolo, la mia vita estremamente serena! Dopo aver guardato la morte in faccia!” Inizia così Anna Botta, 64 anni, sorridentemente portati: un tragico incidente, la vide giovane madre, sul baratro della morte a 45 anni. “Ero in autostrada con mio marito quel pomeriggio- inizia scucendo ricordi con estrema letizia in volto- e viaggiavamo sulla Salerno-Reggio Calabria. Ad un tratto, un’automobile a piena velocità, con a bordo dei giovani, ci sorpassò, stringendoci, tamponandoci e, sbandandoci, finimmo in una scarpata. I soccorsi tempestivi faticarono non poco per liberarmi dalle lamiere. La macchina, distrutta! A fatica m’estrassero, tentando di riportarmi in vita, avendo perso conoscenza. Lo choc, inevitabile! Mio marito, fortunatamente illeso. A me invece, toccava una sorte diversa, quella della morte, per chi viaggia accanto al guidatore! In preda ad una violenta emorragia al braccio destro, a sirene spiegate finii all’ospedale di Polla. Poi a quello di Salerno. I medici, nel constatare le condizioni patologiche, oltre ad ematomi vari, mi sottoposero ad un accurato check diagnostico. Intanto, poiché il braccio destro penzoloni, intriso di sangue, scuotevano il capo: dinanzi agl’interrogativi dei miei familiari, temevano la mia morte, per la rottura dell’arteria omerale. Entrai in coma e l’intera nottata, mille cure, per farmi vivere. Mio marito, fervente devoto di San Pio da Pietrelcina, disperato, iniziò a pregarLo con tutte le sue forze. Avevamo sempre creduto che il Santo fosse miracoloso, ma in quella circostanza, toccammo con mano la Sua potenza. Uscita dalla sala operatoria, la mia vita sgocciolava. Così chiamarono don Carmine Mastella, sacerdote a noi caro, della Parrocchia Madonna di Fatima di Salerno: ormai la mia vita appesa ad un filo, questione di poche ore. Stranamente, dopo un po’, il mio emocromo, al di sotto dei livelli accettabili, iniziò a salire. Il sangue, a coagularsi. Iniziai a riprendermi, mentre mio marito non desisteva dalla preghiera incessante. Dopo le prime trasfusioni, l’amputazione del braccio destro. Stranamente mi sentivo proiettata in un’altra vita, con una serenità profonda in cuore, che non m’ha più lasciata. Fidavo in Dio e sentivo il gran da fare della sala operatoria, senza preoccuparmi. Ho sempre creduto nella potente intercessione di Padre Pio presso il Signore e questo mi sosteneva. Dopo l’amputazione, la degenza a Roma, per ricoprire con protesi il moncherino. Un autotrapianto con protesi mioelettrica. Tutto riuscì al meglio e mi abituai ad esser mancina e ad accompagnare con la mano sinistra, i gesti della destra. Nel ringraziare Dio della vita e di tutti i doni che mi dà, svolgo da anni le mie attività con naturalezza, anche se non posso articolare le dita della mano destra. Ma me la cavo lo stesso nei ruoli di moglie e madre. Oltre a sbrigare le faccende domestiche, mi sbizzarrisco anche in cucina. Perfino i fusilli col ferro mi divertono per pranzi festivi! Spesso avverto dolori all’arto fantasma, cioè ho la sensazione che la mano amputata, mi dia dolore, in quanto presente la sensibilità delle terminazioni nervose. Ma anche se soffro, ho sempre sopportato, offrendo a Dio le mie piccole croci quotidiane, rifiutando analgesici. La fede, la mia vera medicina! Quando vado a San Giovanni Rotondo, come ho sempre fatto anche prima dell’incidente, non amo girovagare: sosto nella chiesetta e lì trascorro un paio d’ore nel silenzio e nella preghiera. Francamente non mi sento una bigotta, ma credo che siano le opere a dover essere il nostro identikit cristiano. Di qui la scelta di volontariato ad ampio respiro: anche nella Comunità di Sant’Egidio e nell’Avo, in cui cerco di venire incontro alle esigenze di sofferenti e d’indigenti, donando l’amore che mi pervade! Perché mi sento sempre Dio accanto, in ogni azione! Di qui la razionalità ed una fede adulta, che non insegue fanatismi! Spesso ho sentito parlare dei famosi profumi di Padre Pio, che molti asseriscono di aver sentito o di continuare a sentire. Non ci ho mai creduto molto, in verità, prima che divenissi testimone oculare di tale fenomeno. Dopo l’incidente con mio marito andammo a San Giovanni Rotondo e mentre eravamo raccolti a pregare nella Chiesa di Santa Maria delle Grazie, una ventata profumata c’investì. Ci guardammo interrogativi, perché entrambi avvertimmo un odore intenso, di cui ignorammo la provenienza. Salimmo su alla celletta del Santo e lì si ripetè il fenomeno. A questo punto, ci chiedemmo cosa stesse accadendo e ci rivolgemmo ad un pellegrino, accodato come noi davanti alla cella. Ci riferì che eravamo dei privilegiati: il profumo, indice d’assistenza spirituale di Padre Pio! Rientrammo rinsaldando più che mai la fiducia nello Stigmatizzato, più che mai certi che non ci abbandoni mai. In casa ho una Sua foto grande in cucina e, quando ho qualche problema, la guardo: sembrerò un’illusa ma puntualmente, quando mi sembra che San Pio sia corrucciato, le cose van male, quando invece mi appare sorridente, tutto evolve al meglio! Sensazioni senza dubbio, ma le preghiere che io e mio marito Gli rivolgiamo, grati della mia vita e del pericolo scampato, mi fanno toccare il cielo con mano, già da questa terra!”
Gentile sig.ra Rita, scrivo a nome mio e di tutti i familiari della sig.ra Anna Botta che hanno letto il suo articolo. Desideriamo porgerle i nostri complimenti non soltanto per la dolcezza che traspare nella narrazione della triste vicenda ma soprattutto per la delicatezza con la quale lei e’ riuscita a trattare un argomento cosi’ “difficile”. Siamo felici perche’ attraverso il suo scritto sono emerse la mancanza di autocommiserazione, la gioia di vivere e la voglia di una donna di mettersi nuovamente in gioco dopo il suo gravissimo incidente. Speriamo vivamente che l’atteggiamento della nostra Anna possa essere da esempio a tutti coloro che sfortunatamente hanno vissuto momenti di forte sofferenza, in particolare per l’affidamento a San Pio da Pietrelcina.
leggendola sua storia mi ha emozionato. In parte gia ero a conoscenzo del vostro incidente. La vostra vicinanza a padre Pio al suo miracolo avvenuto ha rafforzato in me la fede. Lei con il suo coraggio , a causa del suo incidente, ha dimostrato e dimostra che è un grande donna piena di virtù e di valori… Auguri