Salerno: M5S su decadenza sindaco De Luca
Il già decaduto Vincenzo De Luca continua a perdere tempo ed a fare il piccolo azzeccagarbugli. Fermo restando il rispetto per la decisione della Corte d’appello di Salerno di riunificare i ricorsi e rinviare la decisione ad ottobre, resta il dato politico di un sindaco che da un anno a questa parte fa di tutto per far passare tempo e bay passare la legge. De Luca è fuori legge infatti da maggio scorso, quando ha accettato l’incarico di sottosegretario alle Infrastrutture. Al di là della vicenda legale, ce n’è una etica e di rispetto delle istituzioni: il sindaco doveva sentirsi in obbligo di dimettersi appena accettato l’incarico dal governo Letta. Ed invece ha scelto la strada dell’”ammuina giudiziaria”, mortificando il Consiglio comunale di Salerno, trasformato per tutti questi mesi in un teatrino, con consiglieri costretti a rivolgersi a fantomatici esperti del diritto o a fughe dal salone dei marmi per far mancare il numero legale. Non ultimo a presentare ricorsi strumentali e pretestuosi. Una pantomima indecente. L’espediente del sindaco di unificare il suo appello con gli altri appelli dei suoi assessori e consiglieri al 2 ottobre 2014 è un ulteriore estremo tentativo di rimanere ancora provvisoriamente in carica, per effetto di una sospensione ex lege. Tale atteggiamento continuerà a produrre danni alla collettività salernitana, perché essendo stato dichiarato incompatibile e decaduto dal Tribunale di Salerno, a far data dal mese di maggio 2013, tutti gli atti compiuti sono nulli. Va sottolineato, inoltre, il comportamento del sindaco il quale sebbene abbia proposto immediato appello avverso l’ordinanza del Tribunale, non ha giammai comunicato agli organi comunali, l’avvenuta declaratoria di decadenza, violando non solo l’ordine del Tribuanle ma anche il dettato dell’art. 22 cit.. che prevede l’immediata comunicazione dell’ordinanza. L’ordinanza del Tribunale è stata pubblicata all’albo pretorio soltanto il 18 febbraio 2014, quasi dopo un mese dalla sua emanazione. Il consiglio comunale del pari ha agito antigiuridicamente, perché ai sensi della citata normativa avrebbe dovuto pronunciarsi sulla sussistenza della causa di incompatibilità entro il termine perentorio di 10 giorni dalla presentazione delle osservazioni da parte del sindaco, avvenute nel mese di agosto 2013. Quindi già nel mese di settembre 2013 il consiglio avrebbe dovuto dichiarare la incompatibilità del sindaco. Il consiglio non si è mai pronunciato, violando palesemente l’art. 69 cit.In definitiva, la situazione patologica determinata dalla incompatibilità del sindaco continua ad incidere anti giuridicamente sul funzionamento dell’ente locale e sul destino della città.
I parlamentari
Andrea Cioffi
Silvia Giordano
Mimmo Pisano
Angelo Tofalo