Giovedì 15 maggio 2014- Vangelo Gv 13,16 – 20 commentato
Gesù deve constatare che sono un molti coloro che non lo comprendono, non l’accolgono, lo contrastano e addirittura tramano contro di Lui. Non smette però di proclamare la sua origine divina e la sua identità con il Padre. Arriva a dire che chi l’accoglie , chi lo riconosce, chi ascolta la sua parola e la mette in pratica, accoglie DIO stesso, il Padre che l’ha inviato. Appare evidente anche ai nostri giorni che l’uomo, a seguito del peccato, soffre di una acuta forma di sordità e cecità spirituale. I segni e le opere che Gesù compie dovrebbero essere più che sufficienti a smuovere le coscienze e ad alimentare le fede, eppure quanta insensibilità, quanta durezza di cuore. Il preannuncio del tradimento di uno dei suoi, di Giuda Iscariota, diventa quindi il primo atto di tanti e tanti altri che si consumano nella storia della chiesa e del mondo. Un tradimento che risulta particolarmente grave ed assurdo proprio perchè consumato da uno dei prescelti e prediletti. Nelle parole accorate del Signore, a mò di contrasto, c’è un chiaro riferimento a coloro che invece saranno disposti a dare la vita come suprema testimonianza di fedeltà. Saranno i martiri a somigliare in modo particolare al primo martire divino,tanto è vero che la chiesa, nei primi tempi, riteneva santi soltanto i martiri. A volte ci sembra che ci venga chiesto molto, ma guardando a Cristo ci rendiamo conto di quanto poco noi doniamo a suo confronto !