Scrittura creativa: no grazie, io chatto!

Giuseppe Lembo

Purtroppo viviamo momenti di grande confusione; strumentalmente cresce il disordine mentale; purtroppo e sempre più spesso, si confondono i mezzi con i fini da raggiungere ed il percorso da fare per il loro raggiungimento. Le tecnologie sono strumenti eccezionalmente utili per un maggiore e crescente sviluppo delle intelligenze umane; le tecnologie, anche le più sofisticate, sono sempre il frutto dell’invenzione umana; sono il prodotto dei cervelli umani che nessuno e niente potrà sostituire con prodotti tecnologici anche se sorprendentemente sempre più sconvolgentemente avanzati. Le più avanzate conquiste della scienza, il frutto intelligente dell’uomo, vengono dalla mente umana che, per rendere al meglio e per esercitare al meglio le sue eccezionali funzioni non deve mai smettere di esercitarsi, elaborando nuove idee, nuovi pensieri, nuova progettualità, tutte cose enormemente utili all’uomo per governare i cambiamenti; le nuove tecnologie e le nuove conquiste al servizio della vita umana sulla Terra sono utili a migliorarne il corso, ideando nuove prospettive  per migliorarne la qualità di vita, per aiutare a vivere meglio.

Per alcuni uomini della Terra fortemente in crisi con il mondo così come è stato, così come è e così come in prospettiva dovrebbe essere, liberarsi del passato, è una grande conquista. Purtroppo non è così. Tale, sbagliando, viene considerata anche la messa in crisi della scrittura normale, un vero e proprio taglio netto con il passato, in quanto vissuto come una tendenza assolutamente invecchiata e come tale del tutto inutile, perché considerata poco efficiente per la comunicazione e la trasmissione del sapere umano.

Ancora una volta prevalgono gli equivoci; ancora una volta a farla da padrone è la grande confusione umana. Gli strumenti tecnici non sono assolutamente il sapere; sono strumenti a supporto del modo di esprimere il proprio bagaglio di conoscenze; aiutano a meglio utilizzarle; a meglio diffonderle; a meglio veicolare le conoscenze ed i saperi; a meglio vivere insieme, creando tra l’altro le condizioni di un insieme virtuale che agisce ed interagisce nel  mondo del web, incontrando gli altri che da “invisibili” diventano compagni di viaggio, con un dialogo ed un confronto a distanza, sempre più diffuso e sostitutivo del confronto umano reale e non solo virtuale così come accade sempre più oggi. L’uomo non può né deve rinnegare se stesso; la sua storia dei rapporti umani, il suo stare insieme, il suo vivere insieme agli altri, pensando positivamente al bene comune. È assolutamente impossibile trasformare la società del mondo in una sola e sempre più diffusa società virtuale; così facendo, ma non è assolutamente possibile, cambierebbe il mondo; cambierebbero le caratteristiche dell’uomo della Terra e le sue stesse condizioni di vita. La stessa vita del pensiero non è pensabile in soli termini reali; anche in continuità con il passato è più reale che mai; è necessariamente reale.

Oltre alle tecnologie ed alle intelligenze strumentali, c’è sempre al suo posto il cervello umano che elabora idee, pensieri, creatività, prodotti scientifici;tanto, soprattutto, confrontandosi con gli altri.

È questo un laboratorio umanamente vivo del sapere; attraverso le idee a confronto, nasce il pensiero in cammino alla base dei cambiamenti del mondo.

Tutto questo è possibile grazie al cervello umano, una macchina in sé perfetta ed assolutamente insostituibile.

È il motore del mondo; di tutto si può fare a meno, tranne che del cervello umano che si evolve, elaborando condizioni positivamente nuove per cambiare; per cambiare il mondo, migliorando la vita dell’uomo sulla Terra che ha, proprio nel cervello, il più fedele alleato ed anche e purtroppo il più feroce nemico di tanti che usano la conoscenza ed i saperi non per l’uomo, ma contro l’uomo.

Succede anche con le tecnologie avanzate ed il loro uso che da amico dell’uomo, diventano purtroppo, cammin facendo, ferocemente nemiche; tanto, per quella maledetta presenza di disumana negatività purtroppo possibile anche nei percorsi umanamente e saggiamente giusti che, cammin facendo, diventano inopportunamente percorsi deviati.