Mercato San Severino: una strada per Manzi

Mercato San Severino: cultura in lutto per il decesso di Carmine ManziAnnamaria Noia

È in atto da qualche tempo una petizione on line, indirizzata al primo cittadino Giovanni Romano, al fine di voler dedicare una strada del vasto comprensorio comunale allo scomparso intellettuale Carmine Manzi – sindaco della cittadina dal 1954 al 1956. Manzi è deceduto nel 2012, all’età di 93 anni. La vedova, Maria Amoroso, e i tre figli: Andrea, Annamaria e Filomena (“Menita”) lo hanno sempre apprezzato e incoraggiato nel “mestiere” di uomo di cultura adamantino e libero. Andrea Manzi è giornalista, Anna svolge la sua professione al Comune di S. Severino, Menita – sposata con l’artista e fotografo Nando Rosamilia – insegna. La raccolta di firme è partita in questi giorni, supportata – anche, ma non solamente – dai responsabili dell’accademia di Paestum e dalla famiglia. Si cerca di tagliare il traguardo delle 15mila adesioni, mentre al momento – il tempo di chi scrive – il “contatore” segna il numero 149. Per partecipare, si deve andare sul web e cliccare su un apposito link, seguendone le istruzioni. Ulteriori informazioni si potranno ricevere contattando i familiari. Fulgida ed esemplare figura della cittadina – operante in più occasioni di fermento culturale – giornalista, poeta e scrittore, Manzi fondò e diresse “Fiorisce un cenacolo”, rivista di arti, scienze sociali e lettere (1940); ebbe quindi l’ispirazione di creare la Accademia di Paestum (nel 1949); svolse infine, con dedizione ed impegno costanti, la sua lunga “carriera” di maestro elementare. Tante generazioni di scolari ancora lo ricordano con vivo affetto e rimpianto immutato. Molti di loro sono oggi affermati professionisti, ben in vista nei diversi campi dello scibile umano. “Con questa petizione – dichiarano gli organizzatori – intendiamo tributare un giusto e doveroso omaggio a un illustre concittadino, così importante per le generazioni passate ma che può lanciare messaggi di operosità e speranza anche per quelle presenti e soprattutto future.” Ma ci sono anche altre personalità della Mercato S. Severino di una volta, a poter essere – doverosamente! – ricordate e commemorate: stiamo parlando di Gino Noia, 74enne uomo di punta degli anni ’50, ’60, ’80 e ’90 – conoscitore del Manzi che ha fatta sua l’esigenza – tipica anche di Carmine Manzi – di educare ed istruire “le masse”, la collettività, la comunità. Anche il Noia, come il poeta ultranovantenne, amava – almeno fino agli anni ’90 – la sua cittadina e gli abitanti, cui dedicava sia quando esercitava la sua mission professionale che in qualità di studioso in pensione tutto l’impegno e la passione che lo contraddistingueva. Manzi e Noia: due esistenze parallele ma convergenti! Perché dunque non voler “onorare” (non perché lo richiedesse, come d’altronde non voleva neanche il già sindaco Manzi) anche questo intellettuale all’apparenza burbero, severo, “incazzoso” e “rompiscatole” ma in realtà umile e profondo? Una proposta certamente sensata sarebbe quella di potergli dedicare una apposita sala nella biblioteca comunale, attualmente allocata nella (lontana!) frazione Acigliano; questo in quanto il Noia frequentava quotidianamente (da habituè) la struttura intitolata allo scrittore Michele Prisco, e offriva i propri umili “servigi” – conditi da caffè, succhi di frutta e dolciumi – a tutti coloro che lo avvicinavano ed esprimevano le più svariate richieste sulla storia, l’antropologia, le curiosità dei nostri luoghi, delle zone in cui spesso inconsapevolmente ci troviamo a risiedere. Quanti giovani e “diversamente tali” si sono diplomati e/o laureati e/o comunque addottrinati interiormente od istruiti grazie alle “lezioni”, alle curiosità, agli spunti del Noia! Ed ora? Nemo propheta in patria, si dice – è vero – ma è detto anche che una collettività che non guarda al passato e anche ai suoi “maestri” di una volta non può crescere, non avrà futuro! Perciò – e concludiamo, tramite tale piccola ma ironica provocazione – si renda a Cesare quel che è di Cesare, e questo vale sia per il mite e riflessivo “maestro” Carmine Manzi che per il – pur sottovalutato – collerico e serioso, severo Gino Noia. Non a caso, tutti e due sono ancora oggi nel cuore di tanti e tanti Sanseverinesi che ne hanno apprezzato le virtù e la disponibilità. Il mondo, la storia, attualmente hanno necessità di leader carismatici e trascinatori, proprio come i due epigoni della cittadina. Allora occorre onorarli entrambi, perché il loro esempio e ciò che hanno seminato non vengano meno nel futuro.