Cambiare l’Italia
Stimolante è l’analisi dell’editorialista Ernesto Galli Della Loggia, sul “Corriere della Sera” di domenica 29 giugno 2014. Un editoriale di apertura del giornale, ricco di riflessioni e spunti critici che devono far riflettere gli italiani; tanti gli italiani, purtroppo, superficialmente creduloni e fortemente convinti che le cose italiane, anche se difficili e complicate, possono venire a soluzione, per miracolo; un miracolo salvifico che darebbe un volto nuovo all’Italia, liberandola finalmente dai tanti mali, da cui, purtroppo, è sempre più difficile guarire, ma da cui è assolutamente necessario guarire per non morire. Il cammino dell’Italia, come ci ricorda Galli Della Loggia, è un cammino pieno di insidie; vengono non solo dal mondo politico ma da pezzi importanti di società autonomamente ed aggressivamente in campo per difendere le proprie posizioni privilegiate; per difendere i propri diritti acquisiti non tanto e solo per meriti, ma soprattutto e prima di tutto, per grazia ricevuta. Nessuno intende mollare; nessuno intende arretrare di un solo passo; nessuno, a proprie spese, intende fare sacrifici per gli altri. Egoisticamente al primo posto della società di cui si fa parte c’è il proprio io; c’è il proprio essere se stessi; ci sono i propri privilegi da difendere a denti stretti, contro tutto e contro tutti. Della Loggia ci ricorda che sono proprio i protagonisti visibili i meno visibili o addirittura invisibili che si pongono di traverso ed ostacolano il più possibile il normale corso renziano delle riforme; tanto, in nome ed in difesa dei propri egoistici privilegi di posizioni acquisite.
Ne indica la loro precisa appartenenza ed il loro impegno di potere per evitare che qualcuno (in questo momento il Presidente del Consiglio Matteo Renzi) metta in discussione i loro diritti acquisiti per la sola appartenenza e senza alcun riferimento meritocratico.
Sono loro i protagonisti di ferro che alzeranno le barricate e faranno la loro forte opposizione a livello del proprio ruolo nella società di cui si sentono padre-padroni, con posizioni di privilegio che a nessuno è dato mettere in discussione.
Dalla burocrazia alla magistratura, dalle corporazioni professionali e sindacali alle vecchie e consolidate oligarchie bancario – imprenditoriali, dai vari e diffusi interessi protetti alle tante “cricche” sanguisughe che da veri e propri vampiri, si succhiano il sangue italiano, rendendo il Paese sempre più morente in tutte le sue diverse realtà, dal Nord al Sud d’Italia.
Sono pezzi di società ben radicati; sono le espressioni forti dei forti poteri d’Italia.
Sono tutti insieme, fortemente coesi e radicati; sono l’Italia del potere; sono, tra l’altro, tutti solidarmente insieme nemici giurati del rottamatore; sono parte di quella società che non ha interesse a cambiare e che alzerà le barricate, conducendo insieme, la santa crociata antiitaliana contro chi, sfidando l’impossibile, ha la pretesa di cambiare l’Italia, rottamando il vecchio e modificandone il corso con l’innesto di nuove risorse umane e sociali.
Matteo Renzi il rottamatore vuole, molto opportunamente, ridisegnare la geografia politico – istituzionale dell’Italia; vuole rinnovare ed innovare per cambiare la società; tanto, con il consenso italiano dei cittadini – elettori, un consenso importante che però non basta per cambiare l’Italia, perché lungo il percorso del cambiamento si trova la famelica folla dei privilegiati di un sistema forte con caratteristiche di assoluta inamovibilità; tanto, perché forte del suo potere reale nel potere dell’infame sistema Italia, un sistema fatto di privilegi e di tante referenzialità che di fatto governano sgovernando questo nostro malcapitato paese che se non lo si cambia, è inevitabilmente destinato a morire.
Renzi come prima inizialmente e senza risultato Berlusconi, nel voler ridefinire, costi quel che costi, la geografia politica del paese, si trova fortemente contro i poteri tradizionali che difendono egoisticamente la loro posizione di potere nella società ed i loro privilegi. Chi vincerà? Riuscirà Renzi a rinnovare il paese liberandolo dal potere di chi non vuole assolutamente mettersi da parte, restituendo alla società italiana quella parte di dignità perduta e di diritti negati proprio per colpa delle categorie dei potenti che hanno ostinatamente ed egoisticamente badato sempre e solo a se stessi? Purtroppo le vere condizioni in cui si trova a vivere la società italiana non sono di cambiamento; di un cambiamento vero che abbia come obiettivo primario l’innovazione e lo sviluppo e prima di tutto quella crescita umana e culturale senza la quale non si va da nessuna parte; ma proprio da nessuna parte. L’Italia dei falsi e/o dei cambiamenti solo promessi, ma mai realizzati, proprio non ce la fa più. L’Italia, quella dei tartassati, per non morire, vuole concretamente cambiare. Ne sarà capace Matteo Renzi? Avrà la grande capacità di realizzare quella svolta profonda così come promessa e così come richiesta dall’ampio consenso dei tanti italiani stanchi di subire lo strapotere dei poteri forti che egoisticamente rappresentano una vecchia mentalità italiana tutta da cambiare; tutta da rottamare, così come a parole va promettendo Matteo Renzi? L’Italia dell’immobilismo, l’Italia della gola profonda di una stagnazione che uccide, ha bisogno di una grande svolta di mentalità; ha bisogno, tra l’altro, di un’umanità nuova e di un nuovo modo di intendere l’insieme sociale, dove non ci devono essere i soli privilegi per i pochi ed i tanti diritti negati per i più, costretti a subire. Per l’Italia che verrà occorre una svolta profonda; tanto, con la grande forza di una rivoluzione culturale la sola a poter cambiare l’umano italiano, liberandolo dalle incrostazioni di un’arretratezza feudale che non sa incamminarsi, né vuole saperne di incamminarsi per le vie che possono portare ad un mondo veramente nuovo, senza le tante conosciute disumane ipocrisie ed i protagonismi di un fare interessato al solo tutto per sé, con l’obiettivo di cambiare tutto per non cambiare niente. Occorre cambiare; occorre aria nuova. Tanto è necessario per riacquistare la necessaria fiducia in un mondo nuovo; in un mondo migliore che sappia riconsiderare il suo passato ed avere la piena consapevolezza delle proprie potenzialità umane e sociali, sia individuali che come forza d’insieme. Perché tanto possa finalmente accadere, occorre crescere culturalmente; occorre riappropriarsi del sapere che produce saggezza e comportamenti umani saggi sia individuali che collettivi. Il nostro declino è fortemente legato al vuoto di cultura diffusamente presente nel nostro paese; si legge poco e si ascolta male i contenuti di un comunicare sempre meno autentico e sempre strumentalmente usato abusandone per creare equivoci, disordine mentale e comportamenti etici per niente corretti. La politica senza preoccupazione deve camminare insieme al mondo della cultura; deve essere amica e confidente degli intellettuali ed insieme costruire quel modello di vita che serve urgentemente al paese; senza un credibile modello di vita non si va da nessuna parte; non si va assolutamente da nessuna parte. La politica da cenerentola negletta ed assolutamente senza credibilità deve riacquistare l’ormai perduta credibilità e diventare protagonista vincente e coinvolgente per il nostro paese che, con fiducia, chiede di guardare al futuro; chiede di credere nel futuro possibile, sempre che gli italiani, la società italiana insieme, con uno scatto d’orgoglio, lo vogliano. Occorre protagonismo; occorre tanto, tanto protagonismo italiano sia in senso umano che sociale. Occorre avere capacità di confronto; occorre saper cercare il cambiamento ed innovarsi, forti della saggia tradizione italiana. Renzi il rottamatore deve sapersi impossessare della grande forza della cultura; appellandosi alla cultura, non deve minimamente preoccuparsi di andare avanti con fiducia, adoperandosi convintamente contro la volontà dei forti e dei poteri forti diffusi e radicati nel nostro paese; tanto, per fare la sua rivoluzione nel nome della pace italiana per cambiare profondamente l’Italia, spendendo a tal fine il meglio di sé per attivare il merito che manca, l’eguaglianza dei diritti, l’accesso alle opportunità umane e sociali per tutti; deve, altresì, spendersi e con forza per promuovere a fondo il vero senso dell’identità nazionale e fare della conoscenza il primo obiettivo italiano per quel cambiamento umano e sociale che deve partire dal cittadino non più suddito, indifferente alle cose italiane, ma protagonista attivamente partecipe al progetto di un nuovo mondo che non ci regala nessuno, ma può essere solo il frutto del nostro saper essere uomini; del nostro essere non solo cittadini italiani, ma … del mondo. L’Italia, a viva voce, come detto da Ernesto Galli Della Loggia deve fare l’importante salto di qualità passando dalla serie B alla serie A; tanto è possibile con un mondo politico, intellettuale e professionale di primo ordine; con un mondo che cerca l’innovazione rivolgendo il proprio sguardo all’indietro per rendere attuali e vivi i saperi da cui bisogna saggiamente partire per cambiare nel profondo l’Italia. Per fare tutto questo occorre, caro Matteo Renzi, riconsiderare la Scuola italiana, una scuola da profondo rosso, dove è prevalente la mediocrità, con spreco di risorse senza quegli utili e necessari risultati per la crescita culturale e professionale. Bisogna ridurre nella scuola italiana il peso della burocrazia asfissiante che, soprattutto nel campo dei beni culturali, produce veri e propri disastri, non riuscendo a garantire neppure la conservazione di un patrimonio che, oltre ad essere italiano è dell’umanità, sotto la tutela Unesco. In Italia, la Scuola, i beni culturali, le agenzie di cultura vivono solo per sopravvivere. Sono dal respiro corto; così facendo, non portano da nessuna parte se non alla propria inevitabile autodistruzione. La cultura, i saperi, sono i presupposti fondamentali per la grande rinascita italiana.