Torre Le Nocelle: Santuario San Ciriaco, padre Michele Bianco "Fede e cultura al passo coi tempi!"
Rita Occidente Lupo
“I preti, fanno perdere la fede!” Convinzione sempre più ricorrente nella nostra era, nella mente di tanti, sulle labbra di molti. Alla luce di episodi tutt’altro che edificanti, che la cronaca non solo da marciapiedi, batte sul selciato anche di questa bizzarra estate, senza pietà. Malgrado il fulgido Papa Francesco, alle prese con la restaurazione di una Chiesa millenaria, già cara all’Assisense. Contro scandali e temporalismo, Mammona e business. Una Chiesa che continua a detenere comunque il Suo primato, perchè insieme alle ombre, le luci brillano. Presbiteri che onorano il proprio ministero, nella coerenza della vita consacrata, dedicandosi a pascere il gregge spirituale. Torre Le Nocelle: paesino avellinese, nella diocesi beneventana, con circa 1400 anime. La vita scorre tranquilla, optando per il letargo invernale e per i primi sprazzi vitali al solleone. Qui, rettore del Santuario San Ciriaco, padre Michele Bianco. Il luogo sacro detiene parte delle reliquie del Santo dal 1635 in busto ligneo, mentre dal 1993, su consenso del cardinale Ruini, tramite padre Bianco, anche il prezioso sangue del martire. Due date per i fedeli annotate in rosso: 16 marzo ed 8 agosto, allorquando si verifica anche la liquefazione del liquido ematico miracolosamente. Il Santuario registra flussi continui di pellegrini in ogni tempo. Migliaia le presenze, che accorrono sia per la devozione a san Ciriaco, che per il carismatico don Bianco. Nato a Baselice nel 1966, quinto di sei figli, dal1991 parroco del Santuario. Plurilaureato, in Lettere, Filosofia, Teologia, specializzato alla Gregoriana, nominato dal Vaticano nel 2011 perito storico In re historica et archivistica, per la causa di beatificazione e canonizzazione dell’ultimo questore di Fiume, Giovanni Palatucci. Redattore di “Sinestesie”, italianista, docente presso l’Università di Bari, don Bianco coniuga, alla cultura enciclopedica, numerosi carismi, tra i quali lo scrutamento dei cuori ed il discernimento. Nominato esorcista dal vescovo diocesano nel 1991, oltre a celebrazioni liturgiche di lode, anche Messe di guarigione lo vedono ore intere intento a pregare tra migliaia di fedeli. Quelli che quotidianamente s’affidano a lui per un consiglio, una direzione spirituale, un aiuto morale, una preghiera: infermi nel corpo e nello spirito, al di là della razza e della provenienza, sfidando chilometri ed avverse condizioni metereologiche. Oltre ai numerosi esorcismi del venerdì, il sacerdote riceve fino a tenebre inoltrate, non lesinando disponibilità e preghiera. Non un fenomeno da baraccone, un mistificatore o un imbonitore di pillole con lo zuccherino: padre Bianco, con discreto tratto spirituale, attira le anime alla preghiera, facendo riscoprire la bellezza della pace del cuore. Ognuno rientra alla propria dimora ricaricato, a tal punto che non vede l’ora di rincontrarlo. Negli anni, numerose testimonianze di guarigioni, verificatesi anche nel corso della mensile celebrazione eucaristica carismatica. Padre Michele invita alla preghiera sempre, dicendo che questa apre le porte della misericordia divina. Schivo del superfluo, amante del silenzio, la sua cultura a 360° gli consente di poter approcciare alle più svariate intelligenze e sensibilità. Oltre al greco ed al tedesco, che mastica correntemente, frequenti le citazioni bibliche, come a corredo delle sue pregevoli pubblicazioni, che s’affiancano a firme autorevoli nel campo saggistico. Malgrado ampiezza di vedute e quotidiano impegno tra centinaia di tomi, la sua sete di conoscenza non s’estingue: le febbrili ricerche letterarie e filosofiche lo portano ad aggiungere preziosi tasselli anche alla cultura del nostro tempo, restando umilmente a disposizione di chi si pone in fila ogni giorno, per potersi affidare alle sue preghiere. Il superfluo, a lui, uomo pratico nelle vie dello spirito, non interessa: le ore intere ad ascoltare le sofferenze umane, non gli pesano a tarda sera, quando riesce anche a dedicarsi allo studio, nel silenzio delle proprie stanze. Un sacerdote non comune senza dubbio, la cui fama ha varcato da un bel pezzo i confini perchè, in questo tempo, così avaro di Santità, approcciare alla vita spirituale, sotto la guida di sacerdoti degni interpreti del Vangelo, scuote le coscienze, invita a riflettere, facendo riscoprire il valore dell’esistenza, nella proiezione della vita eterna! Il che, francamente, di per se stesso un miracolo, nell’attuale contesto liquido, in cui la crisi vocazionale, specchia l’imperante smarrimento valoriale!