Codacons, motivazioni sentenza Corte d’ Appello Salerno su una "vicenda di speculazione edilizia commessa Comune Monte San Giacomo, dal 2003 al 2005"

In premessa riportiamo un passo fondamentale dello Statuto del CODACONS. Art. 2, comma 1: [L’associazione, n.d.r.] Tutela il diritto alla trasparenza, alla corretta gestione e al buon andamento delle pubbliche amministrazioni. In questo ambito diamo notizia della pubblicazione delle motivazioni della sentenza del 14 aprile scorso da parte della Corte d’Appello di Salerno sui manufatti “illegittimamente trasformati” in zona protetta. E ricordiamo che il CODACONS si è costituito parte civile nel procedimento penale. Nel procedimento in questione gli imputati erano i seguenti: il committente e il progettista, l’attuale vice-sindaco di Monte San Giacomo, Spina Angelo, e vari membri della Commissione Edilizia. In primo grado (sentenza n. 314/10 del Tribunale di Sala Consilina) il committente è stato condannato a quattro anni di reclusione, l’attuale vice-sindaco (all’epoca assessore) a tre anni, il progettista a due anni e tre mesi, due membri della commissione a tre anni, un terzo a due anni e tre mesi. Tutti i suddetti erano stati poi condannati al pagamento delle spese processuali e a quelle sostenute per la costituzione di parte civile e al risarcimento del danno, che doveva essere stabilito in separata sede. Il committente e l’attuale vice-sindaco del Comune di Monte San Giacomo e i primi due membri della Commissione Edilizia erano stati interdetti dai pubblici uffici per la durata di cinque anni, mentre il terzo membro era stato interdetto dai pubblici uffici per due anni e tre mesi. In un precedente comunicato avevamo, per mero errore di trascrittura, incluso anche il progettista nel novero delle persone interdette dai publici uffici in primo grado: così non è e ce ne scusiamo.  Il Tribunale di Sala Consilina aveva ordinato il dissequestro dei beni e “la rimessione in pristino dello stato dei luoghi”. Con la sentenza n. 1104/14 emessa dalla Corte d’Appello di Salerno il 14 aprile scorso, si prende atto dell’avvenuta prescrizione di gran parte dei capi di imputazione. Le pene vengono ridotte: a 1 anno e 4 mesi di reclusione per il committente – un gioielliere di Sala Consilina – e a otto mesi per tutti gli altri imputati, compreso il vicesindaco di Monte San Giacomo. Vengono revocate le pene accessorie, ma vengono riconosciute le spese sostenute all’associazione CODACONS. Agli “imputati viene sostanzialmente contestato di avere, in concorso tra di loro e nelle rispettive qualità, illegittimamente trasformato due fabbricati rurali diruti, appartenente al Mele Luigino, privato benefeciario delle condotte illecite descritte nei capi d’imputazione, in c. d. “Country Hause”, ovvero residenze turistico alberghiere ai sensi dell’art. 6 della legge regionale della Campania del 24.11.01 n. 17”…  Il solo capo di imputazione e) sopravvisuto alla prescrizione è quello di falso ideologico in atto pubblico (art. 479 c.p.). Il sindaco del Comune di Monte San Giacomo e presidente della Comunità Montana del Vallo di Diano, arch. Raffaele Accetta, è chiamato adesso, dalla nostra Associazione, a prendere contezza di quanto la magistratura ha decretato attraverso una sentenza di secondo grado. In particolare, si richiede al sindaco del Comune di Monte San Giacomo di verificare se è stata effettuata “la rimessione in pristino dello stato dei luoghi”, così come prevista dalla sentenza di primo grado e confermata in secondo grado (nel passaggio conferma nel resto l’impugnata sentenza). La richiesta è stata inviata via posta certificata al sindaco del Comune di Monte San Giacomo, arch. Raffaele Accetta, in data 22.08.2014.
 Il responsabile della sede prof. Roberto  De Luca