Salerno: genetliaco Mons. Italo D'Elia, autorevole testimonial di fede!
Rita Occidente Lupo
Ieri sera, presso la Parrocchia di Maria SS. del Carmine, in tanti a celebrare il genetliaco di Mons. Italo D’Elia, “rendendo grazie al Signore per aver donato alla comunità un sacerdote così zelante verso le anime, per la devozione mariana.” Così S.E.Arcivescovo emerito Mons. Gerardo Pierro, che accanto a don Mario D’Elia, nipote di Italo ed a don Benedetto D’arminio, vicerettore del Santuario, nell’omelia della celebrazione eucaristica da lui presieduta. Malgrado gli anni, 91, la tempra spirituale dell’alto prelato, non subisce smagliature nel tempo. Nato il 27 agosto del 1923 a Sieti, Giffoni Sei Casali, grazie a mamma Italia Brancaccio ed a papà Pietro, i primi rudimenti della fede, come si legge nella breve pubblicazione che, graffiata da Mons. Pierro, ha inteso ricordare il fecondo cammino pastorale di un decano della Chiesa salernitana. Da parroco di Eboli, con spiccata cura per le Arciconfraternite e l’Azione Cattolica, al vicariato generale sotto l’Arcivescovo Pollio. Fino all’incoronazione ed affidamento della città, alla Vergine del Carmelo il 16 luglio 1994. Una vita attiva, come hanno riferito i concelebranti, che hanno scucito ricordi seminariali, allorchè Mons. D’Elia fu un secondo padre per don D’Arminio, una guida sicura per tanti seminaristi. Il prof. Luigi Torraca ha ricordato allorquando gli fu affidato il compito, nel ’48, di riassestare la biblioteca diocesana. E fu spronato a studiare l’ebraico, avendo ricevuto in dono quella dello stesso Mons. Italo. Con tratto sobrio e commosso, al termine della solenne concelebrazione, alla presenza della Confraternita del Carmine, omaggiati i partecipanti del prezioso opuscolo, offerto dai numerosi familiari. Sotto lo sguardo della Vergine Maria, che ha finora retto l’attività pastorale di Mons. D’Elia, augurati ancora lunghi anni di fertile apostolato! Fecondo di opere buone. Schivo di apparire, sobrio nell’esterioritò, amante della spiritualità e del raccoglimento, un esempio sacerdotale anche per le nuove vocazioni, spesso prese dalle mode del tempo, anche nel look. Guardando sull’altare “il festeggiato”, ancora una volta l’esempio di composto raccoglimento, nel rendere grazie a Dio di una chiamata, portata avanti per la potente intercessione della Vergine Maria, che da Madre universale, ben conosce i bisogni umani! Scroscianti applausi, sul congedo finale, ad un sacerdote testimonial autentico dell’amore di Cristo: dono divino, in un momento così confuso, per le disorientate sorti dell’umanità, annegata d’edonismo e di fallaci ambizioni!