Salernitana stecca prima campionato di fronte al pubblico
E’ scaturito solo un deludente pareggio 1-1 tra Salernitana e Cosenza nella prima di campionato in un Arechi gremito da circa 10mila spettatori. Finchè le gambe hanno tenuto è stata una discreta Salernitana: è questa la chiave di lettura più ottimista che si può dare all’esordio granata contro il Cosenza. Ormai la definizione di calcio d’agosto ha perso la sua vecchia connotazione, perchè in questo mese si assegnano punti ufficiali, si decidono qualificazioni alle Coppe Europee e si giocano decine di sfide nelle manifestazioni tricolore; tutto sta a farsi trovare pronti e la Salernitana lo è stato a metà. L’avvio, incoraggiante, ha portato anche al rigore del vantaggio, situazione ideale per chi cerca conferme ed ha fame di quella fiducia minata dal ribaltone tecnico a pochi giorni dal campionato e da un mercato in continua evoluzione. Ma la Salernitana di ieri non è stata nelle condizioni di capitalizzare il vantaggio, di difenderlo e una volta vanificato, di ricostruirlo. Problema di gambe, è apparso evidente: rientra nell’ordine naturale delle cose quando il calendario parla di prima giornata e quando si gioca con una temperatura di 29 gradi. L’idea dei primi due turni in notturna, sperimentata un anno fa, è stata brutalmente spazzata via dalle esigenze televisive. Menichini lo ha confermato negli spogliatoi: la squadra ha subito un calo atletico nel secondo tempo che non le ha permesso di ripetere le buone impressioni dell’avvio di gara. Ed in effetti su quello occorre lavorare: la squadra granata è durata troppo poco e non ha mutato canovaccio tattico quando le energie erano al lumicino. In avvio è stato premiato il gioco sugli esterni, grazie alle due ali molto ispirate: Gabionetta e Nalini hanno messo in difficoltà i terzini rossoblu arrivando sulla linea del fondo o accentrandosi all’improvviso. Il rigore è stato frutto di una verticalizzazione e di una giocata di Gabionetta che ha eluso l’avversario costringendolo al fallo. Nel primo tempo Ivan Castiglia ha dato robustezza alla mediana e coperto tutti gli spazi; l’ex Vicenza – calato vistosamente nella ripresa – può essere un valore aggiunto del 4-3-3 di Menichini. Il Cosenza ci ha messo un po’ per prendere le misure, lo ha fatto grazie ad un rientro dei centrocampisti che ha accorciato la squadra e rinunciato a sostenere le punte. Ne sono scaturiti minuti di dominio territoriale dei padroni di casa che hanno chiuso il Cosenza nella propria metà campo dando l’illusione di poter affondar il secondo colpo. Illusione, appunto, perchè i calabresi hanno ripeso le misure ed hanno trovato le contromosse inserendo uomini tra le linee e provando a ricreare superiorità nella zona centrale. La Salernitana ha arretrato nuovamente il raggio d’azione e poco prima del 20′ ha incassato il gol del pareggio su un errore difensivo di entrambi gli esterni e di Gori. Dalla destra è partito il traversone, a sinistra Giacomini si è fatto anticipare dal difensore e dal portiere granata non è arrivata una respinta efficace. Dopo il pari la Salernitana ha ripreso il solito canovaccio che è diventato prevedibile: Gabionetta è stato accerchiato da due uomini e la marcatura è diventata piuttosto aggressiva. Menichini lo ha portato sulla sinistra, invertendolo con un Nalini sgusciante ma impreciso al momento clou. Il classe ’90 ha i numeri per spezzare l’equilibrio, ma sul più bello si perde. In mezzo Mendicino ha provato a ritagliarsi lo spazio per la conclusione ma non ha trovato palloni giocabili e, se si esclude un tentativo alto in avvio, dai suoi piedi non sono partite conclusioni a rete. “SuperMendo” non è un granatiere d’area di rigore, ma la squadra non lo ha cercato con cross alti, come ci si poteva aspettare. La soluzione dal limite, allora, è diventata prassi: Castiglia, poi Volpe e Pestrin, tutte conclusioni che non hanno inquadrato lo specchio. La ripresa ha rivelato la condizione approssimativa dei padroni di casa: la benzina è durata praticamente dieci minuti, poi il Cosenza ha iniziato a prendere campo attaccando gli spazi lasciati liberi. I granata hanno provato a stazionare nella trequarti ospite, ma senza una fluida circolazione e senza movimenti senza palla, ogni possesso perso poteva produrre un immediato contropiede. Menichini ha inserito Calil al posto di Mendicino, ma l’ex Crotone ha svariato su tutto il fronte piuttosto che restare al centro. Interessanti i duetti con l’altro brasiliano Gabionetta, ma a quel punto nessuno era in mezzo per ricevere il passaggio. La partita si è spenta di colpo fino al rosso di Ciancio: sarebbe servita freschezza per approfittare dell’uomo in più, ma i primi dieci minuti di superiorità sono passati con il Cosenza rintanato e con una Salernitana capace di produrre solo passaggi orizzontali e cross telefonati puntualmente respinti dai centrali. L’ingresso di Ginestra ha restituito un riferimento offensivo e la squadra ne ha beneficiato con due occasioni, una però fermata per off-side. I passaggi sbagliati nel finale fanno parte del gioco: impossibile mantenere la lucidità quando si è in debito d’ossigeno, così come sono apparsi prematuri i fischi per il pareggio finale. Naturale essere a corto di energie alla prima giornata, un po’ di meno esserlo dal punto di vista delle idee: Menichini è arrivato da dieci giorni e la Salernitana ha bisogno di altro tempo per assimilare la sua idea di gioco. Un ritardo che purtroppo andava messo in preventivo al momento del cambio in panchina: a Menichini il compito di rimediare nel minor tempo possibile ad un film già visto che però deve avere un finale diverso.