Coop.tiamo!!
Enzo Carrella
La cooperativa resta – non solo- uno degli strumenti societari attualmente incisivi e efficaci nel nostro panorama normativo ma – per la sua versatilità- soprattutto competitivo nel nostro territorio. Occhio ai numeri! Secondo stime recenti ferme al 2012 stiamo intorno alle 100.000 strutture esistenti in Italia con una diffusione capillare in tutto lo stivale e una sua massiccia presenza nel Mezzogiorno: le coop hanno mostrato una vitalità molto più accentuata rispetto al sistema delle imprese nel suo complesso e ciò grazie, soprattutto, dovuto alla sua struttura elastica (ancora esaustivo il principio storico che la vede la sola e unica società “a porte aperte” grazie alla possibilità per gli aspiranti soci di entrare e uscire con comodità, quasi dalla porta principale, senza interevento formale del notaio) e ad una loro tassazione ancora agevole e accessibile. Se a tale contesto si aggiunge il ruolo di assoluto protagonista nel sociale – unico e copiato in Ue il modello di cooperativa sociale di cui alla legge 381/1991 – gli effetti sono ancora più ridondanti . In tale direzione i risparmi sono ancora più evidenti e ghiotti grazie all’ Ires azzerata, l’Irap agevolata per soci svantaggiati e possibilità anche di erogare rimborsi documentati ai soci volontari ecc. Al di là di ogni logica, è opportuno precisare che per costituire una cooperativa occorre che tra i suoi soci (fondatori e non) si condivida e si sviluppi un unico, sacro concetto fondamentale: quello della ccdd mutualità. Tale risulta, infatti, essere elemento vincente e trainante nella vita della coop e che ne contraddistingue – disegnandolo e accompagnandolo in ogni sua fase operativa – la pura gestione da tutte le altre strutture societarie. In queste ultime l’elemento discriminante è rappresentato dall’affannosa ricerca dell’attesa del ccddd lucro ( utile) per l’investimento realizzato dai soci; nelle coop invece il “Dio denaro” e la sua remunerazione è come se solo sfiorasse la struttura perché l’interesse primario e comune è quello di soddisfare soprattutto esigenze e bisogni dei soci: ad esempio nel tipico settore della produzione lavoro e/o sociale lo sforzo della Cooperativa è quello di riuscire a collocare i soci nella filiera del lavoro (in qualsiasi forma lo si intenda cfr l 146/2001). Altro nota – per le coop sociale- è quello di sviluppare sbocchi occupazionali per i ccdd soci svantaggiati . Chi sono ? Gli invalidi , ex detenuti, tossicodipendenti in cura, immigrati minori ecc. L’opportunità di lavoro loro riservato si traduce in risparmi contributivi per tutta la loro eventuale vita di lavoratori subordinati. Spieghiamo meglio il concetto: l’assunzione dei soci svantaggiati – in qualunque forma la si configuri – prevede sgravi totali di contributi FLDP per il 100 % del loro ammontare (e incredibilmente anche per la quota a loro carico). Costi annuali e vantaggi e ricadute? Impresa ardua definirli in tre righe. I costi sono decisamente contenuti rispetto a una società e soprattutto ancora corsia preferenziale per affidamenti servizi pubblici a gare ad evidenza pubblica sotto soglia. Su quest’ultimo fronte, comunque, sono in corso delle modifiche sostanziali alla norma ( dlgs 163/2006 ) con il dl 66/2014. Non è da escludere una rivoluzionaria ulteriore possibilità di poter “colloquiare” con enti pubblici attraverso schemi più flessibili e elastici. Proprio in sintonia con il loro “essere” di COOP
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