Salerno: Rifondazione Comunista in vista elezioni provinciali
Il 12 ottobre ci saranno le elezioni per scegliere i nuovi consiglieri provinciali e i presidenti delle province. E tuttavia non bisogna stupirsi del torpore che si registra nelle piazze e nei bar, né dei muri così insolitamente puliti e sgombri di manifesti. Non saranno infatti i cittadini a votare, bensì i sindaci e i consiglieri comunali, che sceglieranno tra di loro i consiglieri e i presidenti delle varie province, ciascuno in proporzione alla grandezza del comune in cui opera: come se le province fossero una società per azioni! È questa la nuova Italia! L’Italia cambia verso, allontanandosi sempre di più dalla democrazia.
L’Italia che cambia verso alla storia, riportandoci immediatamente al sistema di elezione delle province del 1859. E pensare che l’Italia neppure esisteva al tempo: si eleggevano così i consiglieri provinciali del Regno di Sardegna! Via, dunque, il potere dalle mani dei cittadini: nella migliore delle ipotesi saranno i capibastone dei vari partiti “a vocazione maggioritaria” a decidere chi e come dovrà essere eletto. La definiamo “la migliore delle ipotesi” perché l’altro scenario (che pure sarà diffusissimo) vedrà miriadi di consiglieri eletti nelle liste civiche sedotti dalle promesse e dalle sirene dei vari candidati. Eh già! Perché la legge elettorale neppure contempla l’obbligo di esplicitare un programma amministrativo, una visione di insieme della Provincia. L’Agorà, che per secoli è stata il motore dello sviluppo umano, è considerata come un “oggetto” inutile e dannoso, da sostituire con strumenti patinati e vischiosi che privano la rappresentanza anche del momento elettorale. Per Rifondazione Comunista la Provincia deve (ri)assumere la funzione di ente in grado di valorizzare i cambiamenti e i conflitti, di eliminare le disuguaglianze e le emarginazioni, di portare un miglioramento della qualità della vita, la certezza di un lavoro sicuro e di qualità in un territorio dove sono tantissimi i comuni
privi di una dimensione sufficiente a far fronte alle esigenze della popolazione.
Rifondazione Comunista guarda ai cittadini come soggetto e non come
oggetto, anche ora, di fronte ad una legge elettorale così profondamente anti-democratica. Per questo è impegnata, con i propri rappresentanti istituzionali a costruire un protagonismo di sinistra, un processo politico che attraversi quest’appuntamento con quanti decidano di tenere la barra dritta sui valori della democrazia e partecipazione, di intepretare la questione dello sviluppo della provincia avendo presente la salvaguardia del territorio e la volorizzazione di esso, partendo dall’affrontare seriamente la questione viabilità; la risoluzione dell?inquinamento ambientale, partendo dal no all’inceneritore di Salerno e passando per lo scempio degli scarichi di percolato delle discariche; la riconversione ecologica del sistema produttivo, da troppi anni in crisi e che registra continue chiusure delle fabbriche e famiglie senza stipendio; la valorizzazione delle risorse agricole, con l’agricoltura volano della nostra economia; la declinazione in forme nuove del tema della salute, dalla prevenzione alla cura; della difesa dell?ambiente, del
lavoro/non lavoro e delle migrazioni, in una provincia che necessità un piano di sviluppo che crei risposte occuupazionali che contrastino il continuo aumento del tasso di disoccupazone e abbandono della propria realtà per cercar fortuna altrove.