Salerno: Cia,tavolo ad hoc filiera latte di bufala
“Allargare ai produttori di latte e trasformati di Bufala il tavolo della filiera lattiero-casearia istituito presso il Ministero delle politiche Agricole oppure creare un nuovo tavolo tematico, vista l’importanza di questo prodotto per l’economia e l’immagine del Paese”. E’ la proposta che ha lanciato il Presidente della Cia Campania e Vice presidente nazionale, Alessandro Mastrocinque, intervenuto questa mattina a Salerno, presso il Centro agroalimentare, all’incontro con il Ministro Martina.“Per il comparto bufalino, che vive un momento difficile, è prioritario avere regole certe e chiare. Nonostante gli impegni delle istituzioni locali e nazionali, ed importanti risultati ottenuti nella filiera e nel settore, infatti, le problematiche degli allevatori invece di diminuire sono aumentate: il prezzo del latte è diminuito ed i contratti sono sempre più svantaggiosi per i produttori di latte bufalino che nella filiera sono la parte più debole, con ripercussioni anche sul prodotto finale a scapito dei consumatori”, ha aggiunto Mastrocinque. Il Presidente di Cia Campania, nel corso del suo intervento, ha anche posto all’attenzione del Ministro la grave crisi del comparto ortofrutticolo in Campania ed ha chiesto un rilancio per il comparto olivicolo proponendo l’istituzione di una igp campana per l’Olio extra vergine di oliva. “Il comparto ortofrutticolo”, ha proseguito Mastrocinque, “sta avendo pesanti danni economici a causa della crisi internazionale generata dal divieto, da parte del Governo Russo, di importare prodotti agricoli e agroalimentari. A ciò si aggiunge l’effetto “Terra dei fuochi”. Così mentre in altre regioni la perdita che si registra è intorno al 35-40%, in Campania perdiamo tra il 70 e l’85%.“Anche il comparto dei castani è in ginocchio a causa dell’attacco del cinipide che ha completamente distrutto le produzioni, il raccolto, infatti è solo del 5%. Per le imprese coinvolte – ha concluso il Presidente della Cia campana Mastrocinque – chiediamo interventi di defiscalizzazione, non facendo pagare contributi e tasse per almeno due anni e bloccando le procedure Equitalia ed i mutui per almeno un anno perché le aziende non hanno soldi per far fronte ai pagamenti”.