Quarta Principessa di Valerie Canova, Arduino Sacco editore
Non è strano, dato il taglio delle problematiche incontrate dal personaggio principale, che sembra aggredito da un perenne stato di “adolescenza”-con tutte le turbative conseguenti- la scelta della copertina del libro: La pubertà, dipinto del pittore simbolista Edvard Munch. La giovane ritratta appare oppressa da un’ombra che l’assale alle spalle ed Il soggetto è una adolescente, ritratta nuda e chiaramente di questo vergognandosi, si copre con le mani copre la zona pubica. La sensazione che si trae nel leggere la storia – per altro contenente passi originali- è che la protagonista, Giulia, non venga mai fuori da quella terribile adolescenza e percepisca il mondo (apparentemente poco coinvolta dal cercare di raggiungere una sua personalità al di là di quella femminile), in astratto, proiettato tutto nella sua ricerca di un uomo che divenga per lei il partner perfetto. Cresciuta in modo soft dai genitori:-“convinti come erano che tanto a farle puntualmente crollare i suoi castelli, ogni qualvolta li avrebbe alzati trascurando le fondamenta, ci avrebbe pensato il mondo, mentre di braccia accoglienti e consolatrici non ne avrebbe trovate a ogni angolo di strada”- Giulia è quasi lasciata a se stessa fatta eccezione per la volontà di infonderle –“… l’amore per la quotidianità. Speravano potesse proteggerla nell’eventualità in cui avesse dovuto attraversare momenti particolarmente difficili.”- Ovvio che perderli entrambi e con loro proprio questa “tranquilla certezza” possa proiettarla ancora di più verso la ricerca dell’altro, ma inteso come “principe azzurro” e non come persona reale. Lei resta innocente e bambina, scontrandosi con un uomo che :-“Si era talmente allontanato dal momento in cui aveva perduto l’incanto del bambino che era in lui da non riuscire più a riconoscerlo negli altri.”– , si appresta a violare la sua verginità :-“con l’anima chiusa a chiave nella stanza accanto.” Ma, secondo in ordine di tempo, neanche riesce a farlo. Giulia è innamorata: di chi? Dell’uomo con cui vive questa storia spezzata? No, lei sa che non è così:- “questo è quello che vuole lui, il suo modo di vivere, ma io invece che cosa voglio e cosa ne penso?”- Intanto :-“Sperava ancora di incontrare il suo bel principe ma adesso non lo aspettava più addormentata, o in una cucina a lavare pavimenti, o vicino a uno stagno cercando un rospo da baciare.”- Dove lo aspettava? In realtà l’unico e traumatico rapporto sessuale autentico il nostro personaggio femminile lo vive con se stesso, sia trovando piacere che dolore, laddove arriva a togliersi la propria verginità da sola, come se quella soltanto fosse il problema per cui non riesce a collegarsi con un uomo. Altre sono le problematiche della fanciulla, in questa accanita volontà di trovare un partner ideale e Freud le spiegherebbe nella eterna ed atavica paura che la donna ha della violenza, laddove un rapporto fisico sia visto in questa ottica, ma laddove anche il vivere la violenza di dovere accettare le idee non condivise, pur di vivere un rapporto con l’altro, sia percepito comunque come una forma di violenza, psicologica, non meno grave della prima. Il sogno che la donna fa al termine dello scritto: – “Stava sognando che due uccellini, usciti fuori dalla tazza del water, avevano cominciato a svolazzare animatamente e a cinguettare, come fanno di solito a primavera, quasi appiccicati al suo naso.”- viene letto dall’autrice come il ritrovare i suoi genitori, che le parlano di un felice connubio esercitato in vita e dopo la morte, ma lo stesso Freud troverebbe più complessa la spiegazione: i due uccellini con la loro felice estasi amorosa provengono “dalla tazza del water”, che non può certamente essere presa a testimone di un cielo terso e senza nuvole. No. Il messaggio del subcosciente è altro: il water rappresenta la parte più intima e nascosta del sé, il sesso, la liberazione degli sfinteri, la vita concreta. Da quella parte, che Giulia da sempre ha negato e con cui non trova affinità, dovranno venire fuori i due uccellini, la fusione con un altro individuo, la gioia. Chissà se il messaggio, infine, giungerà chiaro e squillante come il cinguettio degli uccelli, alla nostra protagonista.