Roma: Gallo, nuova interrogazione su scavi Pompei

 “Chi è che non vuole trasparenza e legalità a Pompei, chi è che mette a rischio le esecuzioni dei lavori e la conseguente perdita dei finanziamenti?” a chiederlo in una nuova Interrogazione sugli Scavi di Pompei è Luigi Gallo, deputato del MoVimento 5 Stelle. La vicenda del Grande Progetto Pompei e degli appalti per 105 milioni di euro si infittisce di nuovi indizi e informazioni che non lasciano presagire nulla di buono. Il M5S ha anticipato di un mese la denuncia del Generale Giovanni Nistri, Direttore del Grande Progetto Pompei, che scorso ha inviato una relazione al prefetto di Napoli. Nistri scrive che c’è un gruppo di imprese che continua a spartirsi gli appalti, al massimo ribasso, per i restauri di Pompei. E tra queste società cita la Samoa. I deputati del Movimento in commissione Cultura il 23 settembre hanno presentato un’interrogazione con la quale chiedevano al ministro Franceschini chiarimenti su due commesse (una di 4,5 milioni una 3,9 milioni) assegnate nell’area archeologica di Pompei alla Samoa Restauri srl. Questa società è strettamente legata alla Caccavo srl, che è stata protagonista di indagini da parte della giustizia. Nel 2011 la Procura di Torre Annunziata ha indagato Annamaria Caccavo, legale rappresentante della Caccavo srl, per truffa e tre suoi ingegneri, accusati di corruzione di persona incaricata di pubblico servizio, nell’ambito dei lavori al Teatro Grande di Pompei. La Caccavo fece scempio di quell’area, realizzando una ristrutturazione a suon di ruspe e non a un restauro-messa in sicurezza-manutenzione. Franceschini avrebbe dovuto chiarire la situazione già la scorsa settimana ma la risposta arriverà solo questo giovedì in Commissione Cultura. Ma ora il Ministro o forse Renzi dovrà rispondere anche di altro in una nuova interrogazione presentata dal deputato Gallo. “Il Generale Nistri doveva essere affiancato nel suo lavoro per il “Grande Progetto Pompei” da cinque esperti in materia giuridica che erano necessari per garantire la Legalità degli appalti per 105 milioni di euro con i fondi europei. Ci risulta che la Presidenza del Consiglio dei Ministri abbia bloccato il provvedimento dal mese di aprile mettendo a rischio la legalità nel Grande Progetto Pompei quando un primo appello in Parlamento lo aveva fatto il sopraintendente perchè non aveva strumenti per controllare l’operato del proprio ufficio tecnico che prepara gli appalti”.