Calvanico: appalti truccati, concluse indagini per sindaco Gismondi e 13 indagati
Sembrava un colpo di sole, di quelli che ancora riescono a rimandare il senso della natura incontaminata, allorchè le maglie della Giustizia, si posarono sulla casa comunale del comune irnino, di poco più di un migliaio d’abitanti, un pugno di case assonnate e tanta voglia di ossigenarsi con la natura. Ed invece, il boom risuonò fragoroso, anche se alla vigilia di una chiamata alle urne amministrative, che rivedeva in corsa l’uscente sindaco Franco Gismondi. L’accusa, insieme ad altre 13 persone, d’associazione a delinquere, finalizzata alla turbativa degl’ incanti ed al falso ideologico e materiale. Dopo i primi accertamenti del caso, si temette che tale notizia potesse sconvolgere, fuorviare, depistare gli elettori. Ed invece, nonostante la Finanza avesse iniziato a rovistare tra incartamenti e dossier, raggiungendo perfino i domicili fuori Comune degl’indagati, dichiaratisi all’oscuro di tutto, Gismondi riuscì a risedersi sulla prima poltrona comunale, contro lo sfidante Michele Galderisi. Che continuava a rimarcare l’urgenza d’esser amministrati da persone “incontaminate” da qualsiasi sospetto legale. Ma si sa, il garantismo ha i suoi tempi e malgrado la campagna elettorale al veleno, non risparmiasse toni accesi, scaduti anche nel personale, con grande stupore della piazza, rescigno la spuntò. Oggi, che sembrano spenti i riflettori che, specialmente nelle piccole comunità, dimidiano la società civica, in occasioni elettorali, la notifica recente, di conclusione delle indagini da parte del Nucleo di Polizia Tributaria della Guardia di Finanza di Salerno. In attesa di verdetto: Francesco Gismondi, sindaco del Comune di Calvanico; Pasquale Vitale, Responsabile Unico Procedimento; Michele Citro, Responsabile dell’Ufficio Tecnico e Amalia Perla, verbalizzante durante l’espletamento delle gare e Responsabile Ufficio Ragioneria; gli altri 9 indagati, rappresentanti a vario titolo d’imprese di costruzione. I 13 inquisiti avrebbero pilotato l’assegnazione di 21 appalti tra il 2004 e il 2010, riguardanti opere pubbliche comunali. Secondo gl’inquirenti, Gismondi, Vitale e Citro (questi ultimi due membri della commissione aggiudicatrice), promotori della condotta illecita; in particolar modo, gli altri 9 indagati responsabili delle ditte di costruzione, con la compiacenza del sindaco e dei Tecnici comunali, avrebbero pilotato gli appalti presentando offerte da ditte inesistenti; inoltre, l’apertura delle buste avvenuta illegalmente. Anche se il sindaco Gismondi, all’epoca si dichiarò estraneo ad ogni sorta di manipolazione a riguardo, ora dovrà attendere la sentenza a riguardo insieme agli altri implicati della vicenda.