Eboli: Noe, sequestrati impianti lavanderie

I Carabinieri del Nucleo Operativo Ecologico di Salerno, agli ordini del Capitano Giuseppe Ambrosone, ad Eboli (Sa), hanno apposto i sigilli di sequestro a complessive quattro lavatrici ad acqua nella disponibilità di utilizzo di due diverse note lavanderie industriali del posto. L’attività di polizia giudiziaria eseguita dai Carabinieri e che ha portato al sequestro preventivo odierno in esecuzione a due distinti decreti dei GIP del Tribunale di Salerno, dott.ssa Dolores Zarone e dott. Stefano Berni Canani, è stata coordinata dai sostituti Procuratore dott. Carlo Rinaldi e dott.ssa Maria Carmela Polito, della sezione reati ambientali della Procura Salernitana, guidata dal Procuratore Capo Corrado Lembo. La Procura della Repubblica ha anche emesso informazione di garanzia a carico dei legali rappresentanti della due società interessate per la violazione emersa in ordine al reato previsto dal D.L.vo n.152/2006 (Codice dell’Ambiente). In particolare, a seguito dei controlli eseguiti dai Carabinieri del N.O.E., si è proceduto al sequestro preventivo di quattro lavatrici industriali ad acqua, due per ogni attività industriale, con informazione di garanzia emessa dalla Procura della Repubblica del Tribunale di Salerno a carico dei legali rappresentanti delle società di gestione delle stesse attività per avere immesso nella fognatura comunale, tra l’altro senza alcun pretrattamento depurativo, le acque reflue industriali prodotte dall’attività esercitata e derivate dagli scarichi delle lavatrici ad acqua, in assenza della prescritta autorizzazione (art.137/1 del D.L.vo 152/2006, c.d. Codice dell’Ambiente).Gli accertamenti effettuati dai Carabinieri dello speciale reparto a Tutela dell’Ambiente e dal personale tecnico dell’Arpac di Salerno hanno evidenziato, nella certificazione analitica, il superamento nell’acqua campionata dei valori di legge circa i solidi sospesi totali, cod, alluminio e tensioattivi totali. Inoltre, i prodotti detersivo utilizzati per il lavaggio riportavano sulle etichette avvertenze circa il divieto espresso e categorico dello sversamento diretto del prodotto stesso nelle fognature; in particolare per alcuni prodotti si rilevavano le scritte “trattenere l’acqua di lavaggio contaminato ed eliminarla” e “evitare che il prodotto penetri nella rete fognaria”. Come tra l’altro evidenzia il GIP nell’ordinanza del sequestro preventivo, “l’utilizzo delle lavatrici favorisce il quotidiano verificato illegale sversamento di rifiuti nella rete fognaria (rifiuti costituiti, per lo più, da velenosi e pericolosi detersivi utilizzati per il lavaggio) senza alcun loro preventivo trattamento, così inquinando le falde acquifere in cui la stessa si va a riversare.” Il Giudice per le Indagini Preliminari, pertanto, accogliendo la richiesta del Pubblico Ministero che ha condiviso le risultanze investigative dei Carabinieri, al fine di non consentire il protrarsi o l’aggravarsi del reato, ha ritenuto di disporre il sequestro preventivo di quanto descritto.