Ravello: terrazzamenti “progetto pilota” nell’ambito dei Distretti rurali
Si è svolto a Ravello l’incontro per la sottoscrizione del Comitato Promotore dei Distretti rurali: presenti amministratori comunali, ricercatori, ambientalisti, imprenditori, studiosi. Parte un nuovo “modello gestionale”legato al mondo rurale. I terrazzamenti di Ravello come progetto pilota per un’agricoltura “rigenerativa”. Ecco la nuova visione di una Costiera amalfitana che nella creazione di un Distretto rurale mette al centro l’agricoltura e il suo mondo, e ne esalta i valori e le grandi potenzialità.“Perché in un terrazzamento – spiega Anna Pina Arcaro, responsabile del Comitato promotore per l’Istituzione di Distretti rurali, agroalimentari di Qualità e di Filiera per le Aree Interne e Protette della Provincia di Salerno – c’è la sintesi di tutte le filiere agricole, forestali ed alimentari che noi intendiamo mettere insieme in questa proposta dei Distretti puntando su un unico Marchio d’Area Territoriale per i prodotti d’eccellenza delle aree protette della provincia di Salerno, in un’offerta congiunta ma diversificata, in cui sarà l’alta qualità dei prodotti ed il coltivare sano a determinarne gli stili di vita giusti, che ne promuoveranno un turismo innovativo ed all’avanguardia, trainante per entrambi i paesaggi culturali riconosciuti dall’Unesco:Cilento e Costa d’Amalfi”. Nell’auditorium di Ravello, venerdì 24 ottobre, si è così “materializzata” la proposta che si basa sulla legge sui Distretti – promulgata ad agosto dalla Regione Campania – e che pone come base un nuovo modello gestionale e una diversa visione del mondo della ruralità, dove pubblico e privato lavorano insieme, verso uno sviluppo locale “partecipativo” così come previsto dalla nuova programmazione europea 2014-2020. E così la “nuova visione” intravede proprio nei terrazzamenti il fulcro principale di tutta un’azione di risanamento e contro l’abbandono di queste aree che rappresentano l’essenza del paesaggio della costiera. Si parte rispettando le tecniche tradizionali di manutenzione e di recupero, e si integrano con sistemi di “fitodepurazione” e riorganizzazione del ciclo delle acque con il ripristino delle antiche peschiere e dei canali, favorendo mini impianti per la produzione di energia termica ed elettrica da alimentare con materiale di potatura.“L’importanza di questo progetto – evidenzia Paolo Vuilleumier, sindaco di Ravello – sta anche nella sinergia dei tanti enti coinvolti e dei singoli imprenditori ed associazioni. La cura nei nostri paesaggi é vitale, e il mondo della ruralità potrà avere benefici nella creazione del Distretto rurale, è una bella sfida da affrontare tutti insieme con tutti gli altri singoli comuni”. E la presenza di molti amministratori comunali, e le sottoscrizioni che stanno arrivando in questi giorni, mostrano l’interesse verso questo nuovo strumento. E la sinergia sta proprio nel vedere intorno ad un tavolo amministratori pubblici, ricercatori, imprenditori, ambientalisti e storici. “Il Consorzio di Tutela Limone Costa d’Amalfi condivide in pieno questo progetto – afferma il presidente Salvatore De Riso – il futuro è nell’aggregazione e nel fare rete mettendo insieme le singole competenze, noi faremo la nostra parte per creare nuove opportunità di lavoro e valorizzare sempre più i nostri prodotti di eccellenza”. E sono proprio i prodotti tipici e di qualità al centro della ricerca di un Istituto come quello del Centro di Ricerca ortofrutticola di Pontecagnano, partner attivo nel Comitato promotore: “I contadini sono i veri custodi di questo ambiente – evidenzia Rosa Pepe del Cra – e la biodiversità che caratterizzano i nostri prodotti sono un’opportunità che bisogna saper cogliere”. E così diventa importante anche conoscere le diverse varietà di limoni (e le problematiche affrontate e risolte) in ambiti geografici diversi, grazie ad una sintesi fatta da Giuseppe Russo del Centro di Ricerca per l’Agrumicoltura e le Colture Mediterranee.
“Per la creazione di un Distretto rurale bisogna condividere un’unica e valida strategia di sviluppo locale – spiega Vincenzo Sannino, presidente dell’associazione Acarbio – e con il lavoro che stiamo facendo dal 2009 con la candidatura Mab Unesco della Costiera amalfitana e con le varie attività fatte e in corso d’opera in ambito ambientale e di biodiversità, possiamo mettere a disposizione anche in questo progetto il nostro “patrimonio” umano e di competenza, ecco il nostro ruolo nell’animazione dei Distretti rurali”. Fondamentale è coniugare turismo e agricoltura, come sottolinea anche Ciro Romano consulente dell’associazione Distretto turistico Costa d’Amalfi, e paesaggio e agricoltura come rimarca Giovanni Villanidella Soprintendenza di Salerno. “E’ bello vedere una sinergia che parte dalla Valle del Calore e arriva alla Costiera amalfitana – ha sottolineato Alfonso Andria, presidente del Centro Universitario Europeo per i Beni Culturali di Ravello – la normativa regionale è matura e convincente e siamo con le carte in regola. Importante è quindi cogliere un comune sentire e creare una filiera anche in ordine geografico. E’ un’opportunità da cogliere e invertire una tendenza, ecco perché va valorizzata la liaison tra pubblico e privato”.
Ecco anche il ruolo fondamentale dell’associazione ambientalista Italia Nostra: “Anni fa abbiamo realizzato un importante studio sui terrazzamenti che giace presso la regione Campania – spiega Raffaella Di Leo, presidente della sezione di Salerno – lo metteremo a disposizione per fare in modo che le competenze e gli studi fatti in tutti questi anni non vadano dispersi ma concretizzati”. Stessa cosa farà il Centro di Cultura e Storia Amalfitana che in più di quarant’anni ha studiato e portato alla luce documenti unici della Costiera amalfitana, come evidenzia il vice presidente Ermelinda Di Lieto. Presente anche l’associazione italiana Architetti del Paesaggio con Francesco Santoro, il Consorzio Universitario per la Ricerca Socio Economica e per l’Ambiente con Rossella Guadagno, la Confederazione Italiana Agricoltori (Cia) con Giovanna Amato, il Presidente Comunità Montana Alburni e sindaco di Ottati, Eduardo Doddato, e molti produttori arrivati dal Cilento, che con le “pietre sonore” del maestro Gelsomino Casula, hanno mostrato l’altra parte del territorio: l’arte di valorizzare anche le pietre.
“Vedere le due coste insieme ed unite in un progetto – rimarca Gennaro Mucciolo, consigliere regionale e primo firmatario della legge sui Distretti – mi inorgoglisce. Questa legge passata in consiglio regionale in modo bipartisan è la dimostrazione che quando c’è un valido progetto non ci sono e non possono esserci divisioni per il bene del territorio”.