Luci (d’artista) e ombre

Angelo Cennamo

Ogni anno, nel mese di dicembre, Il Sole 24 Ore stila la sua classifica delle città italiane più vivibili. Si tratta di una singolare hit parade nella quale le 107 Province esaminate vengono giudicate in base al tenore di vita dei residenti, al funzionamento dei servizi, alla presenza o meno di verde pubblico, al tasso di inquinamento e così via. Le posizioni delle città cambiano di volta in volta, ma c’è un dato, uno solo, che resta sempre lo stesso: in vetta all’elenco figura sempre una città del Nord. Quest’anno la prima posizione è toccata a Ravenna. Al secondo posto, Trento, seguita da Modena. Fanalino di coda, Agrigento. Devo dire che non ho mai creduto fino in fondo a simili classifiche, anche perché la vivibilità dei luoghi è spesso legata alle sensazioni dei singoli abitanti, alle loro abitudini, allo stile di vita, ai ricordi. Voglio dire, siamo proprio sicuri che un napoletano, adulto, ultraquarantenne, occupato, preferirebbe trascorrere il resto della propria esistenza nella pur bella Trento o Verbania, piuttosto che rimanersene nella sua Mergellina o Chiaia? Lo escludo. Si annoierebbe da morire. Per le stesse ragioni, la 93ma posizione di Salerno, in questa classifica, non dovrebbe allarmarci più di tanto. Si badi, non dovrebbe sempreché il suo primo cittadino avesse una pur minima consapevolezza dei problemi che affliggono la città, e non continuasse, invece, a decantarla come se fosse il paradiso terrestre, celebrandone misteriosi primati ed inverosimili traguardi, come ad esempio quello del teatro Verdi, definito in un momento di dionisiaca follia: il quarto teatro lirico del mondo. Per non parlare delle luci d’artista, le spettacolari luminarie natalizie che attirano sì migliaia di persone da tutta la Provincia, ma che De Luca considera addirittura un evento di levatura internazionale, manco si trattasse della biennale di Venezia o di Umbria Jazz. Di fronte a cotanta esaltazione, per quanto amorevole e partigiana essa sia, i dati raccapriccianti del Sole 24 Ore riportano Salerno e i salernitani, perlomeno quelli più suggestionabili, alla dura realtà di tutti i giorni. Come dire: Salerno brilla di notte, con le sue mille lucine colorate accese, ma di giorno soffre. Parecchio.

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