Per salvare l’Italia occorre nuovo umanesimo in politica: dal libro di Michela Marzano filosofa e deputata PD “Non seguire il mondo come va”
Giuseppe Lembo
Michela Marzano è una filosofa prestata alla politica italiana, un mondo che vede problematicamente complesso e dalle prospettive future assolutamente incerte e fuorvianti. Il libro-intervista “ Non seguire il mondo come va” -UTET 2015- scritto con Giovanna Casadio, evidenzia il profondo disagio della prima volta di un intellettuale, per giunta filosofo, entrato da parlamentare, nei palazzi della politica italiana. Michela Marzano docente a Parigi, tra l’altro, autrice di diversi saggi di filosofia morale e politica, candidata nelle file del partito Democratico, nel 2013 viene eletta Deputata alla camera. Il suo primo impatto in questo misterioso mondo sconosciuto è di un assoluto e grave disagio esistenziale e soprattutto di pensiero. Un impatto che le produce dentro, tanta, tanta frustrazione, ritrovandosi da estranea di fronte ad un mondo di estranei, per lei assolutamente nuovo. Il punto di partenza di questo suo viaggio nei Palazzi della politica, scritto con la giornalista Giovanna Casadio, è tutto compreso nell’osservazione politica e prima ancora antropologica dei comportamenti politici e soprattutto umani nell’ambito della Camera dei deputati, un luogo simbolo della rappresentanza politica degli italiani, con gli eletti nel ruolo istituzionale di trade union tra la politica e la società civile degli elettori che, con fiducia, affidano le loro legittime istanze di vita nelle mani, purtroppo, non saggiamente virtuose di chi, una volta eletto li rappresenta o meglio dire, li dovrebbe democraticamente rappresentare.
Michela Marzano, filosofa, vivendo le sue esperienze parlamentari nel Palazzo della più importante e prestigiosa rappresentanza politica italiana, ben presto, a sue spese, si rende conto che per la filosofia, per i saperi, per il pensiero teorico, in quei luoghi c’è, senza appello, una diffusa condizione di estraneità assoluta ed assordante; c’è tanta, tanta comune indifferenza di insieme.
I tratti caratteristici che tengono unito il frastagliato popolo dei deputati e dei senatori alla Camera ed al Senato, sinteticamente possono tradursi in un insieme basato semplicemente sulla solidarietà dell’arroganza, un utile collante per sentirsi forti ed apparire all’esterno, altrettanto fortemente uniti.
Questa testimonianza, se proprio ce ne fosse stato di bisogno, è veramente scioccante; è utilmente illuminante sul mondo chiuso dei tanti luoghi simbolo dei misteri italiani.
Nel suo raccontare per raccontarsi, a parte l’indecente indifferenza per la cultura, i saperi, il pensiero teorico, compreso quello politico, come traspare dalle sue amare testimonianze, c’è, prima di tutto, il senso di un profondo vuoto esistenziale; un mondo di anime morte, familisticamente impegnate nel solo apparire, appellandosi, sempre e solo, alla sola arrogante forza del proprio ruolo elettivo di senatori e/o di deputati.
Un mondo piccolo, piccolo che si sente arrogantemente grande e forte da vero e proprio dominatore della scena e padrone unico di tutte le cose italiane.
Mi viene, pur non conoscendola, di solidarizzare con la filosofa Marzano che considero un’intelligente studiosa del pensiero filosofico e poco, assolutamente poco, protagonista, nel ruolo di improvvisata rappresentante parlamentare del popolo italiano.
Una grande delusione la sua, nell’impatto con i palazzi del potere italiano. Una delusione-sofferenza che, alla fine se l’è liberamente cercata, proponendosi, forse ingenuamente, a rappresentante del popolo nel Parlamento italiano; a rappresentante dei poveri italiani, sedotti ed abbandonati e sempre più, considerati dei silenziosi sudditi a cui, dopo il voto-delega, nel corso della legislatura, nulla è dovuto; nulla è dato pensare, perché tutto è nelle arroganti mani di potenti eletti.
L’autrice, in questo suo impatto che racconta come traumatico, subisce non poche frustrazioni; sono affidate, attraverso la sua voce narrante, alle pagine del suo libro “, Non seguire il mondo come va”; si tratta di una vetrina-osservatorio privilegiato del mondo della politica in diretta, con tutte le umane e disumane sfaccettature antropologiche, parte dell’intimo espresso e/o inespresso del popolo degli eletti alla Camera, di cui la Marzano, in quanto deputata, è parte integrante; un libro che offre molti spunti; un libro che ci porta a fare molte riflessioni; un libro da leggere.
La filosofa-politica, com’è nella sua indole di studiosa, non si ferma alla sola superficie delle cose; va e non poco in profondità per capire alcune delle comuni emozioni in politica che portano con sé sentimenti vari e spesso contrapposti; sentimenti coinvolgenti che, vanno facilmente, dalla rabbia alla compassione, dalla sfiducia alla speranza.
Facendo appello al suo fare filosofico, una competenza-simbolo per cui sicuramente le viene assegnata la candidatura e poi la elezione a deputata della Repubblica italiana, ma di fatto mai richiesta in corso d’opera; in questi scenari tristi, la nostra onorevole-filosofa dall’alto della sua saggezza di pensiero illuminato ed illuminante, fa il punto della situazione, arrivando alla poco entusiasmante conclusione che, alla Camera ed al Senato, luoghi sacri della democrazia italiana, quello che più conta è un comune e diffuso sentimento di arroganza.
Un sentimento, poco nobile e soprattutto, poco democratico, che accomuna in un unicuum inviolabile, tutto e tutti della nostra più alta rappresentanza politica.
L’arroganza del potere, così come per l’osservazione diretta dell’eccellente filosofa eletta nel Parlamento italiano, unisce tutti ed in tutte le diverse direzioni, accomunando il Palazzo senza differenze e/o cedimenti.
Tra l’altro, raccontando, raccontando, al fine di raccontarsi, la Marzano, a giusta ragione mette il dito sulla grave ed insuperabile piaga italiana della fiducia sfiduciata da parte degli italiani per la politica, considerata sempre più nemica; sempre più fonte inesauribile di rabbia e/o di indifferenza da parte della gente che si sente cinicamente tradita.
La mancanza di fiducia degli italiani, produce sulla scena italiana tanta, ma tanta indifferenza.
La politica che è, prima di tutto, partecipazione, da noi si trasforma sempre più in assoluta indifferenza; un’indifferenza che va dal silenzio assordante, alla forte rabbia per i tradimenti ingannevoli subiti dagli italiani.
Gli scenari di questa gravemente ammalata casa degli italiani, ci dice la Marzano, sono diversamente differenziati; vanno dalla “speranza” vincente del bullismo di Matteo Renzi, alla “rabbia” istrionica di Beppe Grillo; tanto, con il continuo emergere di una propaganda in cui, come dice amaramente la nostra onorevole-filosofa, “il vero e il falso sono l’uno accanto all’altro”.
Siamo in Italia, nei tempi di una politica post-ideologica; sono tempi, ci dice la nostra deputata filosofa, in cui ogni successo può essere effimero; tutto dipende dal rapporto che si stabilisce o non si stabilisce con la realtà, sempre più indifferente ai più.
La filosofa-analista è fermamente convinta che, il solo fare “veloce e carismatico” di Matteo Renzi, il suo “principe” referente, senza un progetto ed una visione di futuro possibile, non porta ad altro che, alla fine senza appello della sinistra.
Che fare per evitare questo disastro da tempo annunciato? La sua ricetta buonista contro l’inopportuna arroganza del potere che accomuna tutti, veramente tutti nei palazzi della politica italiana, è di cambiare comportamento; un cambiare assolutamente necessario per migliorare la realtà italiana fortemente e disumanamente ammalata di potere.
Michela Marzano più filosofa che onorevole, con voce accorata mista a disperazione per le cose italiane che non vanno nel verso giusto, ma che devono assolutamente cambiare per non morire, fa sue le belle e significative parole del francese Jean Guéhenno “il vero tradimento è seguire il mondo come va e occupare lo spirito a giustificare questo”.
Parole giuste e condivisibili; parole da poter sottoscrivere e fare proprie, così come le ha fatte proprie, dall’alto del suo sapere filosofico, la nostra filosofa-deputata Michela Marzano.
Ma quanti nel Palazzo del potere e soprattutto quanti buonpensanti nello sgangherato Paese Italia, sono disposti a farle proprie? A sottoscriverle e ad applicarle per cambiare l’Italia, evitando di perpetuare un tradimento, dal locale al globale, che giustificando, giustificando, porta diritto diritto alla fine senza appello di tutto; tanto, con grave danno per tutti; così facendo non si salva nessuno; ma proprio nessuno.
Concludo solidarizzando con la filosofa-deputata Marzano. Anch’io, forte delle sue dichiarazioni alla Camera, in un’aula assolutamente distratta ed indifferente, mi chiedo, così come lei si è ripetutamente chiesto che cosa ci fa lei, onorevole benpensante, in un luogo di profonda ed assoluta indifferenza per le buone cose italiane; per il pensiero utile all’Italia del possibile.
Se c’è l’invocato ascolto, allora ne vale sicuramente la pena, a rimanerci ed a fare attivamente il proprio dovere; ma se manca, come manca, questa volontà di ascolto, è cosa veramente saggia, utile ed opportuna, evitare ulteriori frustrazioni ed andarsene per la propria strada a meditare altrove, affidando così alle proprie idee, al proprio pensiero anche quel “nuovo italiano” che un giorno, per impegno comunemente diffuso da parte dei tanti “saggi” d’Italia, sicuramente ci sarà e porterà finalmente anche al nostro Paese quelle albe nuove che, hanno bisogno, per sorgere, di un sapere geniale, che oggi non c’è, perché sono troppi i nanetti che affollano le nostre istituzioni, ormai falsamente democratiche, perché falsa è la sua rappresentanza, sempre più vuota di partecipazione; sempre più attenta e disponibile (piace tanto al Premier Renzi) ad adoperarsi attivamente per produrre derive autoritarie assolutamente dannose nel difficile vivere democratico del nostro Paese.
Cara filosofa-deputata Michela Marzano, tu queste cose le sai e le sai bene; altrettanto bene le hai raccontate nel tuo libro, un interessante libro-verità; un libro-testimonianza sugli intrighi dei palazzi del “maledetto” potere italiano, all’inverosimile affollati da “Strigidi rapaci” di tutte le specie, che producono, con il loro fare, scenari disperatamente tristi per gli italiani in crescente difficoltà di vita.
Tutto questo, nella più assoluta indifferenza di idee e di azioni concrete da parte di chi è chiamato ad affrontare e quindi risolvere i gravi mali italiani.
Cara la mia simpatica filosofa, mi viene da dirti che “herrare humanum est; perseverare est diabolicum”.
La tua negativa esperienza nei Palazzi del potere italiano l’hai ormai fatta; l’hai fatta così bene da scriverci un libro che ne mette opportunamente a nudo i tanti suoi mali.
A questo punto, anche per il tuo buon futuro di filosofa senza macchia, con la tua saggezza del buon filosofare, devi intelligentemente scegliere, senza attardarti ulteriormente, la strada giusta e necessaria.
La strada saggiamente giusta per evitarti ulteriori delusioni; ulteriori amarezze e frustrazioni che, insistendo e perseverando diabolicamente, ti verranno abbondantemente copiose da quei palazzi senz’anima del potere italiano, disumanamente egoisti.
Non basta, né è utile, fare semplicemente il santo predicatore, nella doppia veste del predicare bene per poi razzolare male.
Oggi il più grave dei mali italiani è la mediocrità italiana; è diffusa come non mai; è diffusa unitamente ad una grave condizione di umanità confusa, per cui non si riesce mai a capire a fondo la linea di demarcazione tra il bene ed il male; tra la saggezza ed il fare idiota sempre più comune; tra l’onestà italiana e la grave illegalità, la nuova sovrana d’Italia, per essere il nostro un Paese inguaribile ed irrecuperabile, essendo gravemente ammalato di “illecito”.
Nella nostra Bella Italia, purtroppo, si capisce sempre meno da che parte si sta; da che parte stanno gli italiani confusamente incerti nel proprio ruolo che non sa andare oltre il presente, essendo dagli orizzonti sempre più limitati e con l’essenzialità dei saperi e della saggezza sempre più oscurati.
Tutto questo, cara la mia amica filosofa è, parte dell’odierno mondo italiano, un mondo sempre più infame che si è fortemente radicato in questa Italia nostra, sempre più tradita ed abbandonata a se stessa.
Tanto, con i furbi d’Italia (sempre più numerosi), mercenari di lusso all’assalto del potere che, una volta raggiunto, proprio non vogliono mollarlo, forti dentro del diffuso e libero convincimento che, gli italiani, sono un popolo di fessi; sono tolleranti e disposti a sopportare tutto, senza mai alzare il capo, per dire basta.
Con questo libero convincimento, da padroni della scena, assommano, sbagliando, errori ad errori, senza mai essere sfiorati dal dubbio che, gli italiani, brava gente, poi tanto fessi non sono e che possono anche perdere la pazienza ed al momento giusto, dire basta.
Cara amica filosofa, se ami come ami i saperi, il pensiero, la cultura, entrando in quei palazzi senz’anima del potere, hai fatto scelte inopportune; hai fatto delle scelte assolutamente sbagliate.
In quei Palazzi e te ne sei direttamente resa ben conto, l’amore per il pensiero, i saperi, la cultura, non è di casa.
Gli inquilini eccellenti chiamati a rappresentare le sorti italiane, sono quello e solo quello che tu hai potuto vedere che sono; sono quello e solo quello che hanno suscitato in te quei pensieri frustranti, così come magnificamente espressi nel tuo libro-testimonianza “Non seguire il mondo come va”.
Perché tanta delusione, per una realtà, così come descritta, assolutamente prevedibile? Perché tanta sofferta amarezza diventa, cammin facendo, deprimente frustrazione? Ti aspettavi forse, professoressa Marzano, di trovare lo stesso mondo dagli orizzonti culturalmente condivisi, così come quello lasciato a Parigi, nel ruolo non della “politica”, ma di attiva protagonista del “pensiero” e del sapere?
Questi luoghi italiani, cara professoressa, oggi onorevole Marzano, hanno altri e meno nobili scopi; sono stati pensati per altri fini e per altri e meno nobili obiettivi.
Oggi più che mai, altro che cultura e saperi!
La strada obbligata da seguire è una ed una sola; per evitarti ulteriori e più amare delusioni, con inopportune contaminazioni spurie anche al tuo pensiero filosofico, la strada obbligata da seguire, è quella e solo quella, di lasciare il palazzo.
Sono fortemente convinto, per tutto quello che ho letto nel tuo libro che, questo mondo di anime morte, proprio non è per te, donna di saperi, attivamente impegnata nel pensiero filosofico, un percorso di saggia speranza che appartiene ai soli saggi della Terra.
Nel Palazzo dove sei capitata per errore, c’è altro; si coltivano altri interessi.
C’è, purtroppo, come sola forza di insieme, quell’arroganza che non giova al mondo della politica e tanto meno al buon rapporto da noi cancellato, elettori-eletti, in quanto, ogni eletto, una volta eletto, è un mondo a se stante; è una storia a sé, fortemente condita dal velenoso “protagonismo dell’arroganza”.
Tutto questo, cara la mia filosofa, fortemente accomunata al mio mondo, da un comune sentire per il comunicare e lo scrivere per gli altri, è estraneo al palazzo; non giova ai palazzi della politica, che sono oggi la tua casa comune; non giova ai palazzi del potere ed a chi li abita.
Con grave danno, i saperi, la cultura sono sempre più cancellati anche dalla democrazia e dal futuro sgangherato di questo nostro malcapitato Paese.
Non giova; tutti lo sanno, ma non si fa niente, proprio niente, per cambiarne il corso.
Ti prego, non lasciarti più oltre, prendere dallo sconforto; non subire ulteriori ed inopportune frustrazioni; a lungo andare, potrebbero anche contaminare e quindi cambiare negativamente il saggio corso del tuo mondo da filosofa.
Da amico, dopo aver letto il tuo libro, ti suggerisco molto opportunamente di lasciare perdere e di tornare al tuo mondo di filosofa, da protagonista del pensiero.
Sei avvisata; sei ben consapevole dei rischi che corri; se continui per questa strada, è solo perché anche tu ti senti già parte viva di questo mondo che ormai consideri tuo, nonostante hai toccato con mano che, trattasi di un mondo spurio e disumano e che, assolutamente non è il tuo mondo; un mondo che proprio non ti appartiene.
Decidi tu, in piena libertà, sapendo quanto sia giustamente necessario scegliere in modo giusto per evitare ancora una volta di sbagliare.
Sono convinto che la decisione giusta che ti è di fronte non è certamente quella, senza ritorno, dei palazzi del potere. Uomo avvisato, mezzo salvato.
Prima di porre la parola fine a queste mie riflessioni sul potere e sui palazzi del potere italiano, così come proposti dal tuo interessante libro, voglio colloquiare ancora un momento con la mia amica filosofa-deputata.
Mi viene da chiedere dov’era la deputata Marzano nel corso delle lunghe notti brave, regalate agli italiani dal Premier Matteo Renzi. Sicuramente le avrai vissute insieme a tutti gli altri parlamentari PD che, per ordini di scuderia, sfidando tutto e tutti, si sono arrogati il diritto, poco democratico, di voler cambiare nel profondo la Costituzione italiana, mandando a fare in culo tutti quegli aventiniani che rappresentano un bel po’ di italiani, che hanno abbandonato l’Aula della Camera, un’arena di anti-italianità con due mondi ostinatamente l’uno contro l’altro armati, per soli infami calcoli di potere.
E così, ha prevalso la volontà circense di primeggiare e di non arretrare di un solo centimetro, se non solo di fronte all’annientamento dei propri avversari (non si disdegna egoisticamente neppure l’annientamento fisico); tanto, per avere il campo sgombero da scomode ed invadenti presenze.
Tutto questo succede all’Italia nostra in un clima di pericolosa deriva autoritaria che, non promette, niente, ma proprio niente, di buono.
La forza vera della democrazia è il dialogo, il confronto, il camminare insieme di tutte le diversità; di tutte le diversità di idee e di opinioni; tutti insieme, al fine del giusto raggiungimento di quegli obiettivi comuni che riguardano il Paese e la sua gente e come tali non possono essere assolutamente obiettivi di parte.
È deviante e poco democratico filosofa-deputata Marzano, mostrare i muscoli e far valere, sbagliando, la propria forza, a tutto danno delle proprie idee e del proprio pensiero umanamente condivisibile.
È un vero errore; è un errore gravissimo, da inopportuna deriva autoritaria; apre le porte a scenari imprevedibili con l’inevitabile capolinea di quel disastro Italia rinviabile, ma non certamente cancellabile e/o per magia annullabile.
L’Italia, l’Italia vera, vuole altro. Vuole responsabilmente cambiare, tenendo alta la dignità di un Paese che, così com’è ridotto, non può avere rappresentanti eletti come Michela Marzano, di fatto tradita da un ruolo di rappresentante del popolo che non ha niente a che vedere con il suo pensiero di filosofa.
I califfati italiani sono indifferenti e non lasciano assolutamente niente al libero pensiero filosofico.