L’Italia dal futuro negato, senza figli!

Giuseppe Lembo

La popolazione italiana, nel 2014, ha raggiunto il livello più basso di natalità degli ultimi 150 anni; dall’Unità d’Italia, al 2014, non si era mai registrato un tasso di natalità così basso. Nel 2014, in un anno, le nascite sono state solo 509 mila; 5 mila in meno rispetto al 2013. Le crescenti e gravi difficoltà dei giovani in età di mettere al mondo dei figli, fanno scegliere la strada sbagliata e senza futuro, delle culle vuote. Occorre ridare al mondo giovanile quella fiducia nel futuro che ormai non c’è. Occorre promuovere con i fatti un incoraggiamento demografico, abbassando, tra l’altro, l’età media del primo parto oggi a ben 31,5 anni. Particolarmente allarmato di questa non piacevole situazione italiana, è il Ministro della salute Beatrice Lorenzin che ha promesso una campagna per promuovere la natalità e proteggere la fertilità. Per il Ministro, così come si evince dai dati ISTAT, il saldo nati/morti è ormai negativo; le persone che muoiono sono sempre meno sostituite dai nuovi nati; è il brutto inizio della grave crisi del futuro italiano. Si abbassa, contestualmente alle nascite, il tasso di natalità delle donne italiane; dall’1,46 del 2010 siamo scesi all’1,58. In quest’Italia senza figli è acclarato e sempre più in crescita, il processo di invecchiamento della popolazione con indici da allarme rosso; gli oltre sessantacinquenni d’Italia sono quasi il doppio dei ragazzi fino a 14 anni di età. In termini percentuali, i ragazzi fino a 14 anni rappresentano il 13,8% della popolazione, mentre le persone sopra i 65 anni sono ben oltre il 21,7%. Gli italiani, il mondo giovane decidono in massa di cancellare il futuro italiano, scegliendo in modo suicida, la strada delle culle vuote. I nostri giovani hanno paura; hanno maledettamente paura di ciò che c’è dietro l’angolo; di ciò che riserva alle nuove generazioni, un futuro senza certezze. Nel nostro Paese, i figli sono rifiutati per quel futuro incerto se non del tutto negato che suscita nei giovani atteggiamenti di forte preoccupazione ad un punto tale da cancellare il comune sentire dell’attesa come qualcosa di assolutamente naturale; come, un vero e proprio atto dovuto del presente nei confronti del futuro, dove i figli rappresentano la naturale continuità del vivere umano; un legame tra una generazione e l’altra. Tutto questo è sempre più parte di noi; è sempre più egoisticamente parte di noi che concentriamo tutto e solo su noi stessi; su un noi stessi confusamente attenti ad una sempre più crescente aspettativa della vita, con le donne ad 84,9 e gli uomini a 80,2. Forse che si pensa follemente ad una inesistente immortalità, per effetto della quale, ciascuno si considera bastevole e forse anche insostituibile per il futuro del mondo? Per la grave crisi delle nascite, siamo, nel nostro Paese, in condizioni da allarme rosso. Con le nascite italiane, con la popolazione degli ultrasessantacinquenni superiore a quella compresa nella fascia di età 0-14 anni, siamo ad una grave situazione italiana; c’è veramente da preoccuparsi e non poco. Gli uomini, come ci ha ricordato Papa Francesco, sono custodi e non padroni della Terra. Il disordine italiano è senza limiti; occorre, affinché l’Italia, diventi un Paese assolutamente normale, mettere ordine al disordine, creando per i nostri figli quel clima di fiducia di cui hanno bisogno, per sentirsi protagonisti di futuro e padri responsabili di quei figli che devono nascere per dare continuità di vita al nostro Paese che nel 2014, ha avuto dall’Unità d’Italia ad oggi, il più basso numero di nascite.