La Buona Scuola di Renzi, tutta in salita

di Rita Occidente Lupo

La Scuola che cambia, cambia l’Italia. Volontà del governo “portare la scuola dal ‘900 al terzo millennio”. Tra digitalizzazione, stabilizzazione dei precari  ed innovazione dei programmi scolastici, per far sì che si qualifiche sempre più nella modernità come Buona. Digitalizzazione oltre le Lim, alternativa scuola-lavoro per gli studenti, tagli al precariato con maggiori concorsi. Su tale buccia di banana, le lagnanze di migliaia ancora in attesa di un ruolo, che finora hanno visto sempre più incanutito. Renzi invece parla di 150.000 stabilizzati entro l’anno in corso,  anche se poi ritoccata la cifra, in quanto ha precisato che il numero complessivo, inferiore di circa il 20%, perché escludente quegli insegnanti che non mettono piede in aula da più di 5 anni. Inoltre, accentata la meritocrazia, sì da legare a questa gli scatti stipendiali, piuttosto che di anzianità come attualmente. I dirigenti, manager, acquisiranno maggiore autonomia nella gestione dei fondi destinati agli istituti. L’opportunità, inoltre, di donare il 5 per mille, ma anche donazioni defiscalizzate da parte dei privati alle singole scuole, sì da favorire il loro intervento nei bilanci. E, per ingentilire gli animi, arte e musica da recuperare.