Cara Campania, ti scrivo….

Giuseppe Lembo

Cara Campania, ti scrivo per dirti del bene che ti voglio e delle sofferenze che mi vengono ogni giorno dal tuo profondo, grave e sempre più diffuso, soffrire umano. Purtroppo non godi per niente di buona salute; tanto, sia sul piano sociale, che umano, culturale, unitamente all’insieme naturale, ambientale e territoriale, in una condizione di crescente e diffuso degrado. Il disastro Campania, è dagli orizzonti infiniti; è un disastro allargato a più fronti.  Ho fatto, nel corso della mia vita di vero campano nel pensiero e nelle azioni, il mio dovere di cittadino, fortemente attento agli altri; partendo ancora giovane, da Roma Palazzo della Civiltà del Lavoro, ho intrapreso un’esperienza di vita che è poi diventata la parte prevalente del mio meraviglioso lavoro nel mondo della cultura, come operatore culturale. Purtroppo, cara Campania, dalla Napoli violenta ed aggressiva, sempre più ammalata di uomo, al più lontano paesino dell’anima dell’abbandonato Cilento interno, ormai in fase di crescente e diffuso spopolamento, manchi, con grave danno, di un rapporto intelligentemente equilibrato uomo-uomo ed uomo-natura-ambiente. Il futuro del possibile campano è tutto in un rapporto equilibrato ed armonico tra tradizione e sviluppo; un rapporto fortemente campano che ci appartiene; che appartiene a tutta la sua gente, avendone fatto da sempre, una vera e propria ragione di vita, sapendo saggiamente tradurre la tradizione, il suo passato, in nuovi percorsi di uno sviluppo possibile. Cari politici e caro nuovo Governatore della Campania, siamo ormai ad un punto senza ritorno; le condizioni di gravità estrema in cui versa la Campania nostra chiedono un forte cambio di marcia.  Lo sviluppo, soprattutto oggi che dobbiamo sapercelo immaginare globale, nel contesto di forti radici territoriali – locali è, prima di tutto e soprattutto, il frutto intelligente del fare umano; tanto, partendo dalle idee che devono essere pensate insieme ed elaborate in un laboratorio umano partecipato in cui, ciascuno per la sua parte, si deve poter sentire attivamente protagonista nel suo atteso ruolo di protagonista di sviluppo possibile. Il Progetto Campania del Terzo Millennio è un Progetto per il futuro dei campani, assolutamente non pensabile come il solo frutto cervellotico, basato sulle decisioni dei pochi. L’agricoltura, ma non solo l’agricoltura, è un importante settore per il futuro della Campania. Importante è collegarla al territorio ed alle politiche del territorio per le quali e nelle quali, proprio l’agricoltura presenta aspetti multifunzionali. Nel Progetto Campania, il futuro dell’agricoltura e non solo dell’agricoltura,va visto in un quadro di rapida e crescente evoluzione; va visto in un quadro comunitario ed internazionale. Nel 2025 l’attuale domanda di prodotti agricoli andrà oltre il raddoppio. Per tutto questo la nuova Campania, indifferente al suo passato sbagliato, deve saper pensare  ad un intelligente sviluppo rurale integrato. Partendo dall’agricoltura, bisogna altrettanto intelligentemente ridisegnare, per aree omogenee, tutta la Campania verde; tanto, al fine di un attivo coinvolgimento delle popolazioni locali e di tutti gli organismi presenti ed operanti sui territori. Occorre, per cambiare la Campania, rinnovare l’ethos di riferimento, ancora oggi fortemente radicato a vecchi principi che, continuando ad esistere, sarebbero in sé, un grave danno anche per il prossimo futuro; non porterebbero da nessuna parte, se non al disastro finale. Tornando al necessario cambiamento agricolo, bisogna pensare a fatti nuovi, superando l’attuale gap di un’agricoltura svantaggiata e produttrice di solo reddito residuale, assolutamente inefficiente e senza prospettive di futuro soprattutto per il mondo giovanile.