Salerno: fiducia Senato su scuola pubblica, Carone “Bocciato nostro futuro!”
In merito al voto di ieri sulla riforma inerente la Scuola Pubblica interviene Vito Carone, portavoce provinciale di Salerno del sindacato “Rete degli studenti medi”.«Vi illustro in modo chiaro le ragioni principali delle nostre perplessità e della protesta in corso, che continuerà anche dopo il voto al Senato di ieri con tutte le armi democratiche a nostra disposizione. Restiamo naturalmente a disposizione per eventuali chiarimenti. Non vi chiediamo di far nulla, se non di darci una mano ad informare l’opinione pubblica ed a sostenerci nella nostra mobilitazione:- Perché riteniamo che la riforma leda in modo grave il diritto dei cittadini ad avere ovunque una scuola di qualità, senza distinzione di ceto sociale, quartieri o regioni. La riforma dell’autonomia, infatti, prevede un’offerta didattica ampia ed integrativa solo per quelle scuole che potranno permetterselo, grazie ai contributi di famiglie e privati, ed al lavoro supplementare (pagato? chissà) di personale e docenti. – Perché la riforma sposta l’asse dei valori della Scuola dal sistema docente-alunni al sistema preside-risorse. Il docente perde professionalità (può essere usato laddove serve al preside, non laddove è più preparato, quindi anche in materie in cui non sia abilitato, per esempio il sostegno) e continuità (molti dei docenti precari di quest’anno non saranno assunti, e quelli di ruolo, anziché seguirvi fino alla fine, saranno i primi a dover partire in caso di esuberi, per lasciare il posto a nuovi docenti assunti, ma solo per tre anni). La didattica e le attività aggiuntive (POF) non saranno più decise dai docenti sulla base delle necessità e richieste degli alunni, ma dal Preside in base all’ottimizzazione delle risorse (preferendo magari progetti cari ai partner finanziatori, o imponendo a personale docente e ATA nuovi carichi di lavoro anche poco o non retribuiti).- Perché i nuovi docenti saranno scelti e valutati da una persona (o poche più) in modo arbitrario, non sulla base di esperienza e titoli (come avviene ora) ma con criteri totalmente oscuri, che “ogni scuola sceglierà in base alle sue esigenze” . In un Paese dove il clientelismo e la raccomandazione sono pane quotidiano, i docenti saranno quindi nominati dai Dirigenti Scolastici, che a loro volta rispondono solo ai Dirigenti del Ministero, nominati dai politici di turno. Affidereste volentieri i vostri figli e la vostra crescita a persone scelte solo perché amiche di?- Perché la riforma lascia a casa un’intera generazione di docenti: tutti coloro che, avendo come sola colpa quella di essere giovani (laureati dopo il 2001, quindi tutti gli under 40!) e motivati (si sono comunque abilitati tra sacrifici, selezioni e spese) non hanno mai avuto la possibilità di misurarsi in un concorso pubblico e pertanto, dopo aver servito la Scuola per anni, ora non sono più ritenuti necessari e saranno quindi tagliati fuori dalle assunzioni».
Vito Carone
Portavoce provinciale Rete degli studenti medi