Pastorale Americana
Angelo Cennamo
Se pensate che la prosa dei romanzieri americani sia solo quella scabra, asciutta, essenziale di Hemingway e Capote, o quella schizofrenica, sgrammaticata e veloce di Kerouac – che scrisse il capolavoro della beat generation “Sulla strada” in sole 3 settimane, su un rotolo di carta per telescriventi – entrando in libreria, guardate alla lettera “R” dello scaffale, e prendete, ad esempio, un libro di Philip Roth. “Pastorale americana” è un romanzo del 1997, uno dei più recenti dell’ottantenne autore statunitense, l’unico vivente la cui opera sia pubblicata in forma completa e definitiva dalla Library of America. Definitiva perché lui stesso ha dichiarato in un’intervista che non scriverà altri libri. Pastorale è un romanzo lungo, a tratti può apparire lento e ripetitivo, ma questo è il dazio che il lettore deve pagare quando in cambio riceve descrizioni dettagliate di luoghi e personaggi con la profondità che solo i fuoriclasse della narrativa sanno infondere alla trama. Il protagonista – Seymour Levov – soprannominato “lo svedese” per le sue origini scandinave – è un ricco americano di successo, ammirato e invidiato fin dai tempi del liceo per le straordinarie doti atletiche oltre che per l’avvenenza fisica. La sua è una vita di successi professionali e di gioie familiari, fino a quando un tragico imprevisto, legato alla guerra in Vietnam e che coinvolge l’adorata figlia Merry, non la fa a pezzi. “Pastorale americana” è un libro che racconta il falso mito della borghesia americana degli anni ’60 e l’ipocrisia della perfezione familiare, dietro la quale spesso si celano tradimenti e inganni di ogni genere. Allora tutto appare diverso da come sembra e nulla più è salvabile. Roth è uno scrittore attento ai particolari, capace di sondare gli angoli più remoti della personalità dei protagonisti delle sue storie. Conosce a fondo i temi che affronta nei romanzi e come pochi altri scrittori sa tenere i lettori incollati al libro, e col fiato sospeso, fino all’ultima pagina. “Pastorale americana” gli è valso il premio Pulitzer e l’anno seguente la National Medal of Arts alla Casa Bianca. Un romanzo imperdibile per chi ha voglia di conoscere e “vedere” da vicino la società americana della seconda metà del 900.