Anteporre gli aspetti di umanità solidale, a quelli unicamente economicistici, sempre più violenti e disumani
Giuseppe Lembo
Per un futuro possibile dei popoli d’Europa è assolutamente necessario che il loro vivere comune sappia anteporre gli aspetti dell’umanità solidale, a quelli unicamente economicistici, che caratterizzano un insieme umano fortemente sottomesso alla volontà dei banchieri, assetati di avere e per questo fine, con indifferenza per l’uomo, sempre più violenti e disumani. L’Italia, l’Europa, l’Occidente e tutta quella parte del mondo che si è votata al pensiero unico del disumano affarismo dell’economia e della finanza, per evitare il disastro, devono cambiare; devono assolutamente ed al più presto cambiare, pensando non tanto e solo agli averi, ma prima di tutto, all’essere ed ai valori dell’essere che sono la parte migliore e più nobile dell’uomo che vive sulla Terra sempre più ammalata di uomo. L’Unione Europea, non è solo un mal funzionante progetto falsamente democratico ed una altrettanto falsa geopolitica degli insiemi territoriali; l’Unione Europea deve essere, prima di tutto, un insieme umano fortemente solidale, capace di vivere intelligentemente insieme, pensando al bene comune. Si deve andare alla giusta ricerca di un vivere solidale che, purtroppo, oggi non c’è, per cui e con grave danno, si pensa sempre meno al “bene comune” e da parte dei pochi padri-padroni, si pensa sempre più affaristicamente ad accumulare ricchezze nelle mani dei pochi.
Questa è l’Europa madre-madrigna che è pronta ad affamare questo o quel popolo in nome e per conto di un falso mondo europeo, il quale non ha nessun altro interesse se non quello vampiresco di succhiare alla sua gente fino all’ultima goccia di sangue, del tutto indifferente delle sofferenze che copiosamente distribuisce a destra ed a manca.
L’Europa dei popoli d’Europa, con queste amare prospettive, è sempre più lontana; sulla scena, a farla da padrona è solo l’anima nera dei banchieri e di poche anime senz’anima che agiscono, indifferenti alla gente, solo per garantirsi privilegi di status e tanta, tanta ricchezza, una materialità terrena a cui unicamente credono e che, altrettanto unicamente, rappresenta il vero obiettivo fondante del loro proprio vivere terreno.
In Italia aumentano le tasse, aumenta la spesa pubblica corrente; non aumentano gli investimenti, ormai al palo.
Se l’Italia, in modo virtuoso non riprende a crescere (tanto è possibile solo attraverso gli investimenti), non ripartirà mai, perché non potrà uscire dalla crisi profonda in cui è da tempo sprofondata. Il solo rigore non darà mai al nostro Paese le tanto attese condizioni nuove; il tanto sperato sviluppo, per quelle nuove opportunità di cui ha tanto bisogno il nostro Paese. Che fare? Prima di tutto, è urgentemente necessario pensare a costruire il futuro, costruendo un Progetto di sviluppo Italia, con l’attiva collaborazione degli italiani che non possono sentirsi esclusi dai processi di sviluppo, ma viverli insieme attivamente, da protagonisti. In Italia la crisi economico-finanziaria è in una situazione che sfugge ai controlli; il debito pubblico cresce a vista d’occhio. È in crescente aumento con il record storico di 2218 miliardi. Perché siamo ad un punto sempre più senza ritorno? Perché e prima di tutto, per la crescente dismissione italiana; il nostro è un Paese che produce sempre meno; in alcuni settori non produce per niente. Alla base della ricchezza negata all’Italia, un Paese fortemente vocato a produrre ricchezza ed a stare bene è, prima di tutto, la diffusa crisi delle idee. Il nostro è un Paese in grave crisi perché in crisi c’è il sistema Italia, un sistema alla deriva e senza un Progetto capace di pensare al futuro, utilizzando quelle tante risorse possibili che potrebbero riportarci nelle condizioni di Paese normale. Tanto, a partire dall’uso efficiente e funzionale del ricco patrimonio artistico – culturale e dei giacimenti culturali, sotto la tutela UNESCO; un patrimonio dell’umanità unico al mondo, purtroppo, male utilizzato, con gravissimi danni economici e di un futuro possibile per il nostro Paese, un Paese, tra l’altro, dalle caratteristiche uniche anche nel settore manifatturiero, artigianale ed enogastronomico, con un made in Italy caro al mondo e ricercato da tutto il mondo.
Nonostante tutto questo, l’Italia brava a farsi male, non ha l’umana intelligenza di fare funzionare le cose nel verso giusto; pensa solo e sempre più, a farsi male; pensa solo e sempre più a compromettere il futuro, rifiutando di fare responsabilmente il proprio dovere, attivando utili processi formativi ed innovativi, nonché tecnologici che mancano sempre più al nostro Paese, avendo deciso di darsi, per suicidarsi, in piena autonomia, il default nei mondi del possibile, negandosi così il cambiamento e lo sviluppo.
Cara Italia, se non vuoi il declino, devi pensare a crescere; devi pensare a creare occasioni di lavoro soprattutto per il mondo giovane, il futuro del futuro italiano.
Devi, tra l’altro, attrezzarti con una classe politica vera, non di “italianuzzi”, con poca o niente credibilità sia all’interno da parte degli italiani giudici sempre più severi che all’esterno, tra gli Stati, che poco rispetto hanno di noi, perché poco rispettati sono quelli che ci rappresentano.
È questo un male grave; è questo un male che compromette sempre più il nostro futuro, ad un punto tale da renderlo, con grave danno per tutti gli italiani, compresi quelli che dovranno ancora venire, un futuro assolutamente negato.
Perché? Oltre alle cose già dette; oltre al clima da Paese dismesso che ha perduto perfino la speranza, c’è da riflettere attentamente sui mali dei mali d’Italia, primo dei quali il deficit di legalità e di mancato rispetto delle regole del vivere secondo le leggi, ad un punto tale da rendere l’illegalità diffusa la triste “padrona” di un’Italia, vittima abusata dell’illecito, ormai assunto a comune modus vivendi, trattandosi di comportamenti fortemente condivisi.
L’illegalità non è solo malavitosa; è ormai un male grave che ha colpito a morte il Paese, entrando a far parte perfino delle istituzioni di cui ha espropriato il suo vivere normale finalizzato al buon vivere della gente nel rispetto reciproco della società, con alla base la società delle regole da far valere per tutti, nessuno escluso.
L’effetto del nanismo politico, dei poteri occulti, dei tanti boiardi di Stato, unitamente all’illegalità diffusa ed all’impegno degli italiani a disimpegnarsi sempre più nei confronti di uno Stato padrone confusamente protagonista solo di se stesso e per se stesso, producendo per quello che fa una condizione diffusa da lacrime e sangue, tutti insieme hanno fatto un bel regalo all’Italia ed agli italiani; un grande regalo eccellente che si chiama alto indice di povertà diffusa; una condizione questa, umanamente e socialmente triste che si traduce nella bella cifra umana di ben quattro milioni di italiani in condizioni di povertà assoluta; una condizione che produce, nel nostro civile Paese, una vera e propria sofferenza africana per quattro milioni di nostri concittadini, tra cui tanti anziani e non pochi bambini,a cui manca tutto.
Manca una casa in cui vivere; manca il lavoro; manca il pane a tavola (tra l’altro non hanno né la tavola su cui mangiarsi un pezzo di pane quando ce l’hanno, né il letto su cui poter dormire).
Manca a questi quattro milioni di cittadini italiani, che mi azzardo a definire nostri fratelli, tutto; ma proprio tutto, non ultima questa è la mancanza più grave, la dignità di uomini che i tanti “italianuzzi” del disumano potere italiano, giorno dopo giorno, hanno portato via, creando scenari umanamente tristi; scenari da lacrime e sangue.
Con queste diffuse sofferenze italiane, con il nascente ed arrogante bullismo di casa nostra, l’Italia non va da nessuna parte; non va assolutamente da nessuna parte se non verso il disastro già da tempo annunciato che è disastro ormai avvenuto per quattro milioni di italiani poveri, abbandonati a se stessi.
Il volto dell’Italia povera, un volto disumano e triste, è un volto ben noto agli italiani che soffrono la povertà sulla propria pelle, come dannazione di lungo corso che purtroppo ed ormai da troppo tempo, accompagna la vita italiana, rendendola sempre più triste; rendendola una vita non vita; rendendola un vero e proprio inferno terreno, privo di ogni possibile prospettiva di resurrezione.
Rendendola una vita di disumane sofferenze da lacrime e sangue; una vita senza qualità e soprattutto senza dignità umana, una mancanza grave, senza la quale è assolutamente difficile vivere; è assolutamente difficile anche il solo sopravvivere.
Questo mio viaggio triste nel dolore e nella grande sofferenza italiana non può finire qui.
Non posso congedarmi dal mondo dei tanti italiani che vivono disperatamente soffrendo, senza almeno richiamare altri due gravi fenomeni, dei veri e propri derivati dal modello italiano della sofferenza, una condizione fortemente centrale nella vita italiana di oggi.
Si tratta del grave e diffuso problema della barbara violenza conseguente e derivata dalle più generali condizioni di vita e dalla tristissima condizione umana di chi è sempre più decide di uccidersi, non trovando nella sua vita una ragione per vivere.
Sono entrambi gravi mali italiani; sono entrambi il frutto di un malessere profondo che i tanti “italianuzzi” del potere, portano quotidianamente in dono alla gente italica facendola malvivere nelle condizioni tristi delle povertà diffuse e/o creando disperazione ed in ultimo, morte, attraverso i tanti suicidi eccellenti, molti dei quali possono essere rubricati come dei veri e propri suicidi-omicidi di Stato.
In tutto questo malessere italiano c’è, tra l’altro, l’Unione Europea con un grande Progetto dei popoli d’Europa che, purtroppo, non funziona; è abortito sul nascere per la vitale mancanza di una vera e propria anima europea.
Un progetto senz’anima, privo del protagonismo della gente d’Europa e quindi di quella legittimazione democratica senza la quale non può assolutamente esistere il grande Progetto di unità dei popoli d’Europa in cui hanno creduto i nostri padri costituenti che, sognando, sognando, si sono avventurati a pensare ad un’unione ed un’eurozona, purtroppo, diventate un vero e proprio campo minato pronto ad esplodere, con effetti imprevedibili sull’Unione che, così com’è, non può assolutamente funzionare, mancandole quel collante di insieme che si chiama solidarietà umana; che si chiama rispetto dell’altro in quanto uomo della Terra; che si chiama unità seriamente intesa, con regole alla base, prima di tutto, di un Governo politico dell’Unione.
L’Europa, meglio conosciuta come UE, divisa in Paesi che ne fanno parte solo come insieme tutta da costruire e Paesi legati da un patto economico-finanziario che si chiama Euro e che ha dato vita alla sgangherata eurozona fatta degli uni contro gli altri armati, con i forti, Germania in testa, che si sentono nel diritto naturale di tenere sottomessi i deboli, imponendo solo politiche di rigore, da lacrime e sangue, senza preoccuparsi di creare le condizioni per lo sviluppo, utile a tutta l’intera Europa, dal Nord al Sud, purtroppo non è la sognata Europa dei popoli d’Europa.
I poveri d’Europa, stando così le cose, sono destinati a diventare sempre più poveri.
Tali sono le condizioni tristi dei popoli del Sud d’Europa; dei popoli dell’area mediterranea, ormai un’appendice del fronte del Nord, Germania in testa, che si sente padrone della scena ed è ostinatamente attento a dettare le politiche del rigore europeo sulla sola base economica che non porta da nessuna parte, se non al disastro annunciato del bel sogno dell’Europa Unita, così come nelle volontà dei padri costituenti.
Purtroppo, nonostante le levate di scudo contro il rigore, così come voluto principalmente dalla Germania, la Merkel e la troika del potere europeo costituito, continuano ad imporlo a chi non è capace di agire e reagire, liberandosi da vincoli che creano scenari di disumana sofferenza per quell’Europa dei popoli che aveva sognato un insieme di cambiamento e di sviluppo; tradendo le attese della vigilia, purtroppo, non c’è stato né cambiamento, né sviluppo.
C’è stato invece la scalata tedesca ad una conquista senz’armi; così facendo, la Germania di Angela Merkel, si è presa la rivincita.
È riuscita ad ottenere quello che invece aveva fallito con le due guerre mondiali.
L’egemonia tedesca in Europa passa attraverso la costituzione dell’insieme dei popoli d’Europa; un insieme che non ha dato i buoni frutti sperati.
Mentre la troika, con la Germania in testa, impone violenti politiche di rigore, che aggravano, ma non risolvono le già gravi condizioni dei “più deboli” d’Europa, in molti Paesi, Italia compresa, cresce l’euroscetticismo, con ondate di populismo antieuropeo; tanto e prima di tutto per la mancanza di nuovi investimenti assolutamente necessari per la crescita e lo sviluppo e per l’urgente necessità di risolvere i tanti gravi problemi, come quello dei migranti che hanno creato condizioni di grave crisi soprattutto in Italia che, attraverso Renzi, in Europa poco o per niente ascoltato, mentre il Paese soffre di Europa e di quella moneta unica che è vissuta oggi come una vera e propria palla al piede, con un’austerità che fa crescere la povertà e le sofferenze di un Paese, ormai all’estremo delle forze.