Salerno: Rotary ricorda De Marsico nel 30° della scomparsa
Ricorrendo quest’anno il trentennale della scomparsa del Prof. Avv. Alfredo De Marsico, il Rotary Club Salerno ed il Rotary Club Sala Consilina-Vallo di Diano per ricordare l’insigne Maestro hanno organizzato un incontro che si terrà lunedì 14 settembre p. v. (ore 20.30), presso il Gran Salone “A. Genovesi” della Camera di Commercio di Salerno. Dopo il saluto dei presidenti dei due Club, Vittorio Salemme e Giuseppe D’Amico, il programma prevede gli interventi dell’ avv. Paolo Carbone e del sen. avv. Michele Pinto sul tema ”L’oratoria forense a 30 anni dalla scomparsa di Alfredo De Marsico”. Con questa iniziativa il Rotary intende riproporre alle nuove generazioni la figura e l’opera di un Uomo, di un “un grande Maestro della scena della vita” (così lo definì Eduardo De Filippo nel corso di un incontro presso il Palace Hotel di Bari nel gennaio del 1975) che ha lasciato tracce indelebili nel campo della politica, degli studi, dell’insegnamento universitario e dell’avvocatura. Nell’occasione sarà riproposto il libro “Alfredo De Marsico, il mago della parola”, scritto dallo stesso D’Amico e pubblicato dalla Casa Editrice “Laveglia e Carlone” per il Rotary Club di Sala Consilina per ricordare il grande Maestro del diritto (originario di Sala Consilina) decidendo, altresì, di devolvere il ricavato alle attività umanitarie del Rotary International. Alfredo De Marsico nacque a Sala Consilina il 24 maggio 1888 da Alfonso, archivista della sottoprefettura, ed Emilia Rossi. In occasione delle elezioni politiche del 1897 il padre fu invitato dal sottoprefetto a votare per il candidato al Parlamento Emilio Giampietro; avendo rifiutato, perché orientato a votare per Giovanni Camera, fu trasferito subito dopo a Rossano Calabro, dove, in compenso, il figlio Alfredo potè frequentare il ginnasio, che a Sala sarà istituito nel 1908; continuò poi le ultime due classi del ginnasio e il Liceo ad Avellino. Qui si rivelò brillante oratore e letterato, quando pronunciò, a soli diciassette anni, un discorso per il monumento a Francesco De Sanctis; e molti altri ne terrà nel corso della sua vita, pubblicati in Discorsi e scritti. Si laureò a Napoli nel 1909 a ventuno anni con la pubblicazione della tesi su La compra-vendita di cosa futura. Nel 1915 uscì il suo primo libro sul diritto penale, La rappresentanza nel diritto processuale penale. Conoscitore profondo della lingua tedesca, ma anche di quelle inglese, francese e russa, curò la rubrica della letteratura tedesca sulla rivista “Scuola positiva” di Enrico Ferri.
Favorevole al fascismo, nel quale vedeva il garante dell’ordine, fu eletto deputato nel 1924 e si fece promotore di alcune riforme legislative. Alla Camera fece parte di varie commissioni. Dal 1939 al 1943 fu membro del Consiglio delle Corporazioni delle professioni e delle arti, in rappresentanza degli avvocati e procuratori e preside della provincia di Avellino. «Liberale del fascismo», come lo definiva Mussolini, si oppose alla introduzione della pena di morte e sperava in un passaggio del fascismo a una fase di liberalizzazione. Pubblicò anche una Riforma della legislazione (1935). Guardasigilli dal 5 febbraio al 25 luglio 1943, fu estensore dell’ordine del giorno Grandi, che accelerò la caduta di Mussolini e del regime fascista, con la conseguente condanna a morte in contumacia il 10 gennaio 1944 nel processo di Verona e l’allontanamento dall’attività forense e dalla docenza universitaria che gli sarà restituita da Mario Berlinguer, politico e docente universitario di idee opposte: “Un Uomo come De Marsico non può rimanere fuori dalle Università”. Fedele alla monarchia come espressione dell’Italia unita, Alfredo De Marsico fu senatore per il partito monarchico, nella circoscrizione di Sala Consilina-Avellino, dal 1953 al 1958 (seconda legislatura). Agli inizi degli anni “70 condusse una campagna giornalistica contro la politicizzazione della magistratura e contro il terrorismo. Libero docente in diritto e procedura penale nell’università di Roma dal 1915, vinse poi la cattedra nella stessa disciplina a Camerino (1922), Cagliari (1926), Bari (1926), Bologna (1931), Napoli (1935) come ordinario di diritto processuale penale e infine ordinario di diritto penale nell’università di Roma, cattedra che ricoprì fino al 1963. Come avvocato, fu considerato uno dei principi del foro di tutta l’Italia; fu presidente dell’ordine degli avvocati e procuratori di Napoli. Raccolse le sue Arringhe, a partire dal 1928, in cinque volumi. Altre opere degne di essere ricordate, di natura letteraria, oltre che giuridica, sono: Voci e volti di ieri (1948), Penalisti italiani (1960). Antonietta Stecchi De Bellis, sua collaboratrice, curò altre pubblicazioni del o sul maestro: Toghe d’Italia (1979), Pensieri su Alfredo de Marsico, Incantesimo della parola ed il volume celebrativo Alfredo De Marsico (1987), nonché Il sole tramonta sul tavolo di questa corte di Assise (1989). Morì a Napoli l’8 agosto 1985.