Salerno: Mario Senatore alla silloge poetica “Realtà del sogno”
Con l’ambivalente titolo del libro Realtà del Sogno, il poeta salernitano Mario Senatore ha inteso presentare la raccolta delle centocinquantuno sue poesie suscitando oltre l’interesse anche la curiosità dei lettori. Il testo, in elegante veste tipografica, è corredato da una nutrita, artistica Rassegna Fotografica – a colori e in bianco e nero – che documenta i trascorsi episodi e i presenti momenti salienti affettivi e amicali dell’Autore. Sostenuto dal conforto familiare genuino e solido, legato con un rapporto sodale interattivo a qualificati esponenti della cultura letteraria nonché a eminenti personalità ecclesiastiche, Egli possiede e vanta un terreno poetico sativo generoso che gli consente di spargere sentimenti di fratellanza e di pace. La poesia di Mario Senatore nasce dunque dalla esigenza tutta spirituale di rendere testimonianza di devozione e di preghiera nell’intimo incontro con Dio / nella libertà d’immenso. Alla luce dell’ispirazione poetica, con versi di palpabile scavo introspettivo, destinati a suscitare le vibrazioni più profonde dell’animo umano, Senatore veicola la visione illuminante del Credo cristiano per mezzo delle tre virtù teologali. Attraverso un lungo peregrinare immaginifico sulla scia del tempo vissuto, dapprima in forma dubitativa improvviso un dubbio mi assale / è proprio il sogno che cerca / l’anima mia? / O una realtà perduta / è divenuta sogno? successivamente in lui si fa strada il convincimento che il sogno crea il desiderio di un mondo più puro, di una vita migliore e che soltanto la Poesia apre i cancelli dorati al Sogno e lo trasforma in Realtà. Ecco così conciliata l’apparente dicotomia Realtà-Sogno in questo continuo andirivieni di una umanità globalizzata ma disorientata alla ricerca di un approdo sicuro, lavacro di rigenerazione spirituale. Corredato dalla prefazione del prof. Francesco D’Episcopo, dalla postfazione del prof. Luigi Crescibene, il testo si arricchisce ulteriormente di testimonianze critiche a firma di letterati e amici tra i quali ci piace menzionare quella di Alessandro Quasimodo: Se ormai “solo Dio può salvarci”, come denunciava Heidegger nel suo grido accorato, allora che “Dio salvi i poeti”. Salendo dalla sua vita interiore e calandosi nella profondità della propria esistenza, Senatore riesce a comunicarci ciò che il cuore in silenzio intuisce, il silenzio mette a riparo da tutti i fulmini senza respingerli; li affronta ed è nuvola d’argento che si ritempra al sole dello spirito. Forse per questo Friedrich Nietzsche scrisse che “ci sono tante cose fra Cielo e Terra, di cui soltanto i poeti hanno sognato qualcosa”.
Maria Teresa Epifani Furno