Milano: DC, “Amnistia Sì”
Come rappresentanti politici della Democrazia Cristiana, nonché quali operatori di Diritto, non possiamo che plaudire Sua Santità, Papa Francesco I, sostenendolo a voce alta per l’appello sulle possibilità di “promuovere” una grande amnistia in occasione del Giubileo che si aprirà l’8 dicembre 2015. Prima però che qualcuno gridi allo scandalo e punti il dito con motivazioni infondate e pretestuose, si tiene a precisare che comunque non ci si dissocia dalla certezza della pena e non si dimentica, manco in questa sede che certamente dietro ogni condannato e detenuto ci sia una parte offesa che merita certamente rispetto e giustizia nel proprio ruolo. Ciò detto comunque, deve essere ulteriormente approfondito che l’amnistia, come atto di clemenza, rientra nel novero dei provvedimenti eccezionali, concesso in presenza di condizioni precise e mirate. L’elemento caratterizzante la politica su questo fronte è, come già detto, la consapevolezza che oltre la certezza della pena – su cui secondo noi non sono ammissibili sconti – esista la configurazione del carcere realmente inteso come occasione di riscatto e momento di rieducazione per il detenuto che deve aver compreso di aver commesso un errore versando contro la Legge. Nel concreto tuttavia, sebbene il carcere sia momento punitivo in quanto restrittivo, non rappresenta motivo di rieducazione, deludendo il suo stesso principio ispiratore. Nella sostanza oggi il carcere – in questo forse ripetendoci – al di fuori della propria, certa portata afflittiva, vede limitata la funzione rieducativa e riabilitativa allo sconto pena, quindi fuori. L’ex detenuto quindi è libero, ma abbandonato a se stesso, senza alcuna ispirazione alla socialità e con il pericolo, in mancanza di un cammino strutturato, oltreché per obiettive difficoltà che non toccano solo lui – vedi la mancanza cronica di lavoro, prima garanzia per non ricadere nel delinquere – di ricadere in condotte “contra legem”. Altresì, si ritiene con fondata convinzione che motivazioni di questa mancata rieducazione siano dovute ad un apolitica carceraria precaria e pericolosa ad esclusivo discapito del detenuto e delle famiglie perché operatori sanitari come ad esempio medici, psicologi e psichiatri non sono molte volte specializzati nelle branche forensi di competenza, ma addirittura si può affermare che spesso fanno pratica in queste sedi professionisti in partenza in un posto ove quasi sia “consentito sbagliare” professionalmente. Questo è un grave fallimento della Giustizia nella molteplicità delle sue espressioni. In tal senso dunque l’amnistia deve essere momento di riflessione e di ripartenza nel rimodulare un nuovo concetto di Giustizia – tanto a cuore appunto e da sempre a Sua Santità, nondimeno dei Suoi predecessori – nelle proprie manifestazioni ed articolazioni. La Giustizia, una volta per tutte, ha bisogno di una svolta con profonda rivisitazione di Leggi ed istituti, adeguandoli pragmaticamente ai tempi in cui viviamo, evitando in questo modo la creazione di carichi di lavoro insostenibili per l’intero personale del sistema giudiziario e per i Giudici che in questa maniera rischiano di veder influenzata la propria tranquillità di giudizio ed intoccabile terzietà. V’è assoluto bisogno di nuove carceri – moderne anche nell’impostazione delle strutture – perche non è possibile far convivere miriadi di detenuti che a volte pagano per responsabilità assolutamente diverse in un fazzoletto di cella. Abbiamo bisogno come sistema paese di alte professionalità all’interno del sistema e dell’ambiente carcerario che sappiano predisporre piani di recupero in maniera da rendere meno disagiata e più dignitosa la vita del “ristretto” e non farlo diventare ulteriormente “animale idrofobo”. Pertanto si deciso e consapevole all’amnistia del prossimo Giubileo, come sollecitato profondamente da Sua Santità e come altrettanto condiviso dal Presidente del Senato Grasso. Ulteriore plauso a Papa Francesco I per la rivoluzione in corso sulla Nullità delle Nozze, per la quale sta dettando nuove regole per un processo veloce e gratuito, ove il Vescovo di Competenza assurgerà a Giudice. Altro segno di un mondo che cambia. Riteniamo con fondata convinzione Cristiana, Giuridica e Sociale che questi siano passi di grande civiltà ed adeguamento ai quali dovrebbero partecipare, indistintamente tutte le forze politiche, eludendo almeno per un solo attimo eventuali comportamenti oppositivi di pretestuosa ideologia, nell’esclusivo interesse di noi tutti, cittadini.
Ellera Ferrante di Ruffana
Deputato Consigliere Politico Commissione Affari Politici e Sociali
(Attività Intergovernativa per la Sicurezza e la Pace tra gli Stati con sedi in Roma e New York)