Fisciano: rievocazione storica del principe di Avellino Giovanni Caracciolo
Anna Maria Noia
“Lancusi e i Caracciolo. Una storia che si intreccia”: è la denominazione della due giorni di rievocazione storica inerente la nascita del principe Giovanni Caracciolo, che si terrà sabato e domenica prossimi venturi nella ridente frazione Lancusi. Il programma prevede, sabato 26, la sfilata degli “Sbandieratori cavensi” alle 17.30 e il corteo storico dalle 18.30 alle 19. Al momento clou di tutti gli appuntamenti, ossia proprio al corteo, presenzieranno circa venti figuranti in abito d’epoca e alcuni a cavallo; tra di essi, cinque coppie di illustri personaggi tra i quali i baroni Siniscalchi – signori del luogo – e i principi Lancellotti, futuri suoceri del neonato. Per le strade, anche tre bimbi e due bambine a rappresentare la famiglia di Francesco Marino Caracciolo – feudatario di Carlo III di Borbone. Al termine, vi sarà la lettura dell’editto che comunica la nascita del nobile rampollo della famiglia, nota già dal XVI secolo. La manifestazione, alla prima edizione, è organizzata dal sodalizio “Lancusi@work” – sorto nel 2014 e comprendente cinquanta membri fondatori, ai quali si stanno aggiungendo giovani e meno giovani appassionati del territorio. Simpatico il calembour usato dall’associazione per definirsi: “Lancusi at work” vuol dire infatti “Lancusi al lavoro” – ma at indica il termine inglese che esprime la chiocciolina negli account email. Già si sono attuate alcune piccole ma significative manifestazioni, qualche cena sociale, e gli alacri membri dell’ensemble hanno curato anche i festeggiamenti per S. Martino – compatrono della località. Ciò in collaborazione con l’altra associazione del territorio: “Alfonso De Caro” – presieduta da Anna Maria Galdieri. Che era presente all’incontro con gli operatori dell’informazione – incontro aperto naturalmente anche ai curiosi. Nell’apposita conferenza stampa, hanno illustrato la kermesse il presidente Giuseppe Franco; la segretaria Rina Figliolia e il docente Diego Landi. Moderatrice, la cronista Paola Florio. Tutto nasce dal dichiarato intento, da parte dei soci, di “promuovere e diffondere la cultura, valorizzando al meglio ciò che abbiamo in uno spirito di solidarietà e ottimizzando le capacità e le migliori risorse del nostro paese” – sono parole degli intervenuti. Anche grazie alla collaborazione di don Aniello Del Regno, tramite gli archivi custoditi nella parrocchia di S. Martino e Quirico è emerso che I Caracciolo, già principi di Avellino e imparentati con i Carafa, hanno battezzato Giovanni nel prospiciente palazzo Barra – nel 1741. E proprio in onore del santo patrono del feudo (castrum) Lancusiurum (sic!), ossia il Battista, deriva il suo nome – tra i tanti che gli furono attribuiti, essendo altolocato, di nobile nascita. Tra questi nomi, anche Sebastiano e Bartolomeo. Il prestigioso casato, stirpe, schiatta Caracciolo era molto potente e ben conosciuta da alcuni secoli. Pare che nel 1608 i Caracciolo abbiano acquistato il feudo di Lancusi dai De Ruggiero di Salerno, antichi proprietari forse discendenti dalla medichessa Trotula, esponente della Schola Medica Salernitana. Il territorio fu venduto per 12.000 ducati. Dagli atti emersi, risulta dunque l’acquisizione del Casale Lancusiurium “cum eius castro”. Il castrum – ovvero: cittadella fortificata – è proprio palazzo Barra, in cui il Nostro ricevette il sacramento del battesimo. Pochi anni prima, i Caracciolo avevano rilevato anche il feudo dei Sanseverino. Venendo più “strettamente” al programma della due giorni, ecco – per la cronaca – ciò che accadrà in tali occasioni: dopo la sfilata degli sbandieratori di Cava de’ Tirreni, alle 18.30 largo al corteo già citato, cui parteciperà addirittura un neonato di pochi mesi. Il corteo si snoderà lungo le principali arterie della cittadina. Dopo l’arrivo del principe e la lettura dell’editto, alle 20.15 si apriranno gli stand gastronomici e si concluderà in bellezza con lo spettacolo degli sbandieratori. Le pietanze sono rigorosamente conformi a quelle dell’epoca, tranne che per alcuni piatti quali la cacciagione. Non mancherà inoltre il liquore Nocino, specialità locale e che si realizzava solo a S. Giovanni. Questo rimembrando antiche ritualità legate al culto per il Battista: si dice infatti che il 24 giugno, dies natalis (nascita al Cielo, ovvero la morte) del santo decollato, le streghe vivano il loro sabba su un albero di noce nella notte di Walpurga. Dapprima, presso i nostri contadini era in uso la superstizione (scaramantica, apotropaica) dello “nserto”, ovvero di un insieme di erbacce che si appoggiava alla finestra e le streghe ne contavano i fili, rimanendo perciò fuori dalle case fino al far del giorno, quando sparivano. Oltre alla noce, la pianta di S. Giovanni per eccellenza è l’iperico – altrimenti detto: “sangue di drago”. Domenica 27 – invece – il tutto proseguirà con l’arrivo della banda musicale “Città di Lancusi”, ore 9, che avrà modo poi di esibirsi al meglio dalle 16 alle 17. Per tutta la giornata si darà attenzione particolare ai bambini, a cominciare dalle 10 del mattino: i piccoli saranno coinvolti in “giochi di una volta” e prenderanno parte alla… vendemmia. Questo grazie all’associazione “Enjoy”. Alle 17, lo spettacolo dei “Falconieri dell’Irno”. La serata, come anche quella di sabato 26, sarà ulteriormente allietata dalla Posteggia Napoletana, a cura del duo De Chiara-Romano. Il tutto sarà sicuramente molto interessante, avvincente…Diamo pertanto spazio e voce ai tanti e propositivi giovani (o… differentemente tali) che si prodigano per le nostre zone con veemenza e tramite kermesse peculiari, quale appunto questa affascinante rievocazione.