Salerno: Ance, credito, CONFIDI a due velocità
Il problema dell’accesso al credito per le piccole e medie imprese continua a rimanere centrale nei percorsi di ripartenza dell’economia meridionale, ma permangono sostanziali differenze nella rete di strutture ed organismi che dovrebbero supportare le aziende nelle relazioni con le banche. Anche i Confidi (consorzi privati delegati a offrire garanzie alle banche che erogano il finanziamento) risentono del dualismo tra regioni del Centro-Nord e del Sud. Gli studi recentemente resi noti dalla Svimez (21/09/2015) confermano che nel Mezzogiorno questi consorzi non risultano strutturati in maniera adeguata alle esigenze delle imprese e, naturalmente, hanno una capacità di incidenza molto più bassa rispetto al resto del Paese. I dati riferiti al 2013 – scrive la Svimez – evidenziano che «su un totale nazionale di 617 Confidi, 306 si trovano nel Sud, 133 nel Centro, 98 nel Nord-Ovest e 80 nel Nord Est». Il problema è che pur in presenza di numerosi consorzi, il volume delle garanzie rilasciate è nettamente inferiore rispetto al resto d’Italia: «Nel 2013 infatti degli oltre 22 miliardi di euro di garanzie rilasciate dai Confidi a livello nazionale, 8,5 sono stati concentrati nel Nord-Ovest, 5,2 nel Nord Est, 4,4 nel Centro e solo 3,9 al Sud. Limitato nel Mezzogiorno anche il volume delle garanzie medie: 17,7 milioni di euro, molto meno della metà di un Confidi del Centro (39,5 milioni di euro), un terzo di quanto erogato nel Nord Est (61,7 milioni di euro) e circa un quarto di quanto erogato in media da un Confidi del Centro-Nord (97 milioni di euro)». I dati estrapolati dal Centro Studi ANCE Salerno sulla base delle tabelle divulgate dalla Svimez segnalano che in Campania il valore totale delle garanzie rilasciate dai Confidi ammonta a 470 milioni di euro così ripartiti per settore: agricoltura, 11; industria, 139; costruzioni, 71; servizi, 235. Rispetto alle altre regioni Obiettivo, il volume di garanzie in Campania si colloca dietro quello della Sicilia (693 milioni di euro) e della Puglia (249). Nell’area meridionale fanalino di coda è la Calabria con 73 milioni di garanzie. Dall’incidenza percentuale delle sofferenze sui prestiti garantiti da Confidi alle imprese di minori dimensioni (imprese non finanziarie con meno di 20 addetti), emerge con chiarezza la buona capacità di riduzione del rischio del credito anche in territori considerati “difficili”. Per esempio, in Campania il tasso di incidenza delle sofferenze sui prestiti con garanzia Confidi è pari al 30,4%, ma sale al 35% nel caso in cui le imprese non hanno usufruito della garanzia dei Confidi. A livello settoriale il tasso più alto di incidenza delle sofferenze, sia sui prestiti garantiti dai Confidi (35,4%) che su quelli non garantiti (53,9%), riguarda il settore delle costruzioni. Subito dopo si colloca l’industria (34,2% garantiti; 42,8% non garantiti). Seguono: Servizi (29,4% garantiti; 30,2% non garantiti) e Agricoltura (15,1% garantiti; 29,6% non garantiti). Complessivamente il settore delle costruzioni nell’area del Mezzogiorno fa registrare un tasso di incidenza delle sofferenze sui prestiti garantiti pari al 26,7%, che balza al 52,9% nel caso di prestiti non garantiti. Alla luce di queste dinamiche il ruolo dei consorzi di garanzia, sottolineano da ANCE Salerno, si rivela sostanziale per creare un processo di armonizzazione delle relazioni tra banche e imprese (soprattutto quelle più piccole). Non solo dal punto di vista dell’accompagnamento al rilascio delle garanzie (che, è bene ricordare, contribuiscono ad abbattere il costo del denaro e dell’intermediazione bancaria) ma anche sotto il profilo della consulenza e dell’elaborazione finale degli strumenti finanziari delle aziende. Il dettaglio relativo alle garanzie erogate lascia emergere differenze notevoli tra le attività dei Confidi nel Centro Nord e nel Sud. «Circa il 60% del totale – scrive la Svimez – si concentra in poche regioni: quasi 4 miliardi solo in Lombardia, 2,5 in Emilia Romagna, 2 in Toscana, Piemonte e Veneto, a cui si aggiungono a sorpresa 1,2 miliardi della Sicilia, circa il 40% del totale dell’intero Mezzogiorno (3,8 miliardi). Tra le altre regioni del Sud, la Sardegna eroga 709 milioni di euro annui in media, oltre 500 Abruzzo e Puglia, 470 in Campania. Solo 64 in Molise». Dal punto di vista della tipologia degli utenti emerge che nel Mezzogiorno si tratta soprattutto di PMI: 43% del totale rispetto al 35/39% in media negli altri territori. L’analisi della Svimez delinea un profilo dell’operatività dei Confidi del Sud abbastanza limitato in quanto assistono principalmente le microimprese meridionali e «si dimostrano poco capaci di selezionare le imprese più grandi e con maggiori capacità di espansione». Di conseguenza “il raggio d’azione territoriale del Confidi meridionale è in media molto più ristretto della media italiana, circa della metà (6,4 province, contro 11,3) e circa un terzo dell’espansione media di un Confidi del Nord Ovest. Se nel Nord Est un Confidi in media opera su quasi 7 regioni, al Sud si limita a 3, meno della metà”. Al Sud il settore dei servizi ha ricevuto garanzie nel 2013 per circa 1,8 miliardi di euro, mentre l’industria con 944 milioni fa segnare un livello che corrisponde a meno della metà di quanto, invece, destinato per questo settore dai Confidi nel Nord-Ovest. Stessa situazione per le costruzioni, comparto per il quale nel Mezzogiorno sono stati attivati 566 milioni di garanzie, il 30% in meno del Nord-Ovest. Nord e Sud sono, invece, accomunati dal profilo occupazionale medio delle PMI assistite: aziende sotto i 20 addetti. «Ma si tratta comunque – è scritto nella nota della Svimez – sempre di minoranze: a livello nazionale soltanto il 10% delle Pmi viene assistito dai Confidi, quale media compresa tra l’8,7% delle imprese al Sud e il 13,5% del Nord Est». Eppure l’incidenza del lavoro dei Consorzi di Garanzia consente che le microimprese assistite dai Confidi (con meno di 5 addetti) ottengano più presititi in relazione al totale delle microimprese richiedenti. Nel 2013 al Sud sono state destinatarie del 54% dei prestiti garantiti (56% nel Nord-Ovest e 59% al Centro). Va, infine, evidenziato che ad ottenere più garanzie sono le imprese artigiane assistite dai Confidi: 58% al Sud, 78% a livello nazionale. «I dati della Svimez sul sistema dei Confidi – commenta il presidente di ANCE Salerno, Antonio Lombardi – consentono di entrare nel merito della più complessa questione banche-imprese al Sud. Perché anche in questo caso ci troviamo di fronte ad una penalizzazione sistematica del tessuto imprenditoriale meridionale. Al di là delle ben note evidenze riferite al costo del denaro ed alla valutazione del rischio del credito, anche quando l’attivazione delle garanzie sui prestiti avrebbe potuto assumere valenza particolarmente positiva per le piccole aziende, nessun livello istituzionale si è fatto carico di una politica specifica in questo strategico ambito di riferimento». «Con il risultato sotto gli occhi di tutti – continua Lombardi – che la consistenza media del volume di garanzie messe in campo dai Confidi meridionali è nettamente inferiore a quella dei consorzi del Centro-Nord e che, soprattutto, i settori trainanti dell’economia (industria e costruzioni) non ricevono adeguato supporto. Di fronte a questo stato di cose, come giustamente evidenzia la Svimez, appare indispensabile realizzare interventi di rafforzamento della rete dei Confidi del Sud, puntando ad una loro maggiore patrimonializzazione e, nello stesso tempo, ad una più efficiente selezione qualitativa dei soggetti operanti nel Mezzogiorno».«Bisogna aggiungere – conclude Lombardi – che il rafforzamento della presenza dei Confidi potrebbe giovare notevolmente non solo sotto il profilo della garanzia dei crediti concessi alle imprese, ma anche sul versante del miglioramento formativo del personale delle imprese addetto ai servizi finanziari. Orientare i Consorzi di Garanzia ad una maggiore attività consulenziale nella fase della predisposizione dei bilanci delle imprese e dell’attivazione dei rapporti con gli istituti di credito è sicuramente una delle priorità per rendere più amichevole e costruttivo il rapporto tra aziende e filiera del credito».