Appello al mondo per salvare il Cilento
Giuseppe Lembo
La fabbrica delle idee Cilento-Elea, ospite dell’Istituto Cilento-Elea, nella Torre Medievale di Ortodonico, una eccellente e ben conservata testimonianza del medioevo cilentano (restaurata nell’attento rispetto del suo passato storico), considerate le profonde difficoltà umane del nostro tempo, tutto disperatamente protagonista di un solo apparire invadente da “male oscuro”, giorno dopo giorno, partendo dal Cilento e dall’anima nobilmente sensibile del suo mondo culturale, ha pensato per poi sottoscriverlo insieme, un appello al mondo, attraverso l’UNESCO, come messaggio di insieme per salvare l’uomo della Terra e la sua universalità di dignità umana e di diritti umani purtroppo sempre più violati. Qualcuno, un po’ scherzosamente sorridente, potrebbe dire che di appelli a favore dell’umanità, dell’uomo del mondo e per un mondo nuovo ce ne sono in giro tanti e di più. Se è proprio così e potrei anche convenirne, l’originalità, l’impegno e l’importanza di questo appello forse l’ultimo di una lunga serie, sta nel fatto che è un appello assolutamente unico, in quanto, parte dal Cilento, un mondo umanamente importante, essendo l’ombelico del mondo. Tanto con la Terra cilentana dell’Essere di Elea-Velia, dove Parmenide e Zenone attraverso la loro importante Scuola di pensiero, parlarono al mondo, dei valori dell’Essere e del ruolo centrale dell’Essere per tutti gli uomini della Terra. Un ruolo, oggi fortemente dimenticato; un ruolo inopportunamente maltrattato da forme di nanismo umano e culturale che vanno maledettamente sostituendo l’essere con il non essere; l’essere con il vuoto assordante di un apparire e di un insipido fare umano attento al solo avere che uccide ed in fretta l’uomo della Terra che, senza i valori dell’essere, non può avere in sé quei valori della vita umana, assolutamente insostituibili per poter vivere e far parte di un’umanità di insieme che non vive di solo presente, ma che sa intelligentemente guardare al futuro sulle basi di un potere guida delle cose del mondo ricevute responsabilmente in uso, per poi trasferirle, per un altrettanto uso intelligente, da tramandare così, di generazione in generazione, in eredità a quel futuro che verrà e che dobbiamo, sempre e comunque, saper considerare anche nostro, evitando così di vivere egoisticamente in un presente dell’avere e dell’apparire, nella sola dimensione del tutto per sé, come se con la nostra fine, dovesse poi finire il mondo. Contro il falso apparire del mondo, occorre la mobilitazione dell’uomo della Terra; occorre un forte e sentito impegno con un appello all’universalità del mondo dell’Essere, così come nel pensiero filosofico di Parmenide e di Zenone; un pensiero importante per combattere il male di un apparire umanamente vuoto che sta distruggendo il mondo e soprattutto il mondo occidentale, confusamente incerto e debole e senza prospettive di un futuro possibile e tanto meno certo. Un appello che parte dal Cilento dell’Essere parmenideo, ossia dai territori “ombelico del mondo” dell’universalità dei grandi saperi del mondo. È così il sapere di Parmenide che vuole parlare al mondo,continuerà il suo dialogo vivo con il mondo, attraverso i suoi testimoni che appartengono al nostro tempo. Siamo, come ci ricorda l’ONU, in tempi bui; in tempi che non possono esserci indifferenti. È un dovere umano, da parte di tutti, di unirsi; dai piccoli territori umani ai grandi e vasti territori di una umanità sempre più senza speranza, tutti devono sentirsi uniti ed impegnati, per un mondo nuovo, trasformando così le negatività dell’apparire e dell’avere, in un cammino umanamente nuovo, nel solco del pensiero dei saperi universali, così come ci ha insegnato Parmenide, che ha saputo pensare per l’uomo del mondo (l’uomo in quanto “è”) di tutti i tempi, ad una insostituibile universalità dell’Essere, per vivere bene insieme agli altri la propria vita sulla Terra. Partendo da qui, insieme per combattere i tempi bui di questo inizio del Terzo Millennio, come eredi e testimoni del pensiero parmenideo nella Terra di Parmenide, è assolutamente necessario camminare insieme, forti di un impegno culturale che non ci deve, né ci può mancare; tanto, per dare il nostro contributo di idee per un mondo umanamente nuovo; tanto al fine di cancellare il peso fortemente asfissiante dell’apparire, riportando, così come è necessario, il pensiero dell’Essere, la grande strada maestra obbligata per salvare l’uomo della Terra. L’appello che, parte da Ortodonico – Terra Velina, si pone il nobile e coraggioso obiettivo di raggiungere le tante coscienze del mondo purtroppo fortemente ossidate dai veleni di un apparire che, come scrive l’ONU, ha spinto tutti noi verso tempi bui, da cui necessariamente si deve saper risorgere per salvare il mondo in precipitosa rovina.