Un uomo
Angelo Cennamo
Intervistato qualche mese fa dal settimanale “La Lettura” del Corriere della sera, il noto filologo Vincenzo Mengaldo ha dichiarato che la letteratura italiana dopo la scomparsa di Italo Calvino è finita in una sorta di palude. E che oggi gli unici autori che gli procurano diletto sono gli americani: Roth, De Lillo, Auster e pochi altri. Il titolo dell’intervista era più o meno questo: “Dopo Calvino il diluvio”. Ora, sempre ammesso che in quel diluvio non ci sia finito pure Calvino, a mio modesto avviso, scrittore sopravvalutato e decantato dalla solita confraternita editoriale di sinistra, ho ritenuto quantomeno ingeneroso aver fatto precipitare in quella specie di oblio, ad esempio, una scrittrice vigorosa e talentuosa come Oriana Fallaci. Balzata agli onori delle cronache di mezzo mondo per la coraggiosa crociata anti-islamica contenuta ne “La rabbia e l’orgoglio”, il celebre editoriale apparso sul Corriere della sera l’indomani dell’attacco alle torri gemelle e trasformato subito dopo nel bestseller che tutti conosciamo, Oriana Fallaci ha conosciuto momenti di grande popolarità e il giusto apprezzamento, di pubblico e di critica, con diversi saggi e romanzi precedenti alla nota trilogia apocalittica dell’11 settembre. “Un uomo”, pubblicato nel 1979, è probabilmente il romanzo della maturità e della consacrazione. Il protagonista della storia, vissuta in prima persona dall’autrice, è Alekos Panagulis, poeta ed eroe della resistenza nella Grecia dei colonnelli. La Fallaci lo raggiunge ad Atene per un’intervista. Rimane ospite a casa sua per qualche giorno. Se ne innamora. La relazione tra Alekos e Oriana è intensa, struggente, tormentata, violenta. Sono anni difficili per la Grecia ( anche allora); Panagulis viene arrestato e torturato per le sue idee sovversive. Ritrova la libertà e si candida alle elezioni politiche. Sullo sfondo della storia d’amore si impongono le vicende storiche di un Paese lacerato dalla dittatura e dal futuro incerto. Oriana è costretta, suo malgrado, a vivere un’unione scomoda e forse incompatibile con i propri impegni professionali che la portano a girare il mondo. I due amanti si lasciano. Poi si ritrovano. Oriana aspetta un figlio. Lo perde quando scopre che lui la tradisce con un’altra donna. Quell’esperienza atroce che la segnerà per il resto della vita, la Fallaci la metterà in un altro suo romanzo capolavoro “Lettera a un bambino mai nato”. Ma la storia con Alekos non finisce qui. Nonostante tutto, la relazione prosegue ritrovando l’intensità dei primi tempi. Fino a quando però un imprevisto dividerà le loro strade per sempre: la sera del primo maggio del 1976, Panagulis monta in macchina e parte. Non arriverà mai a destinazione. “Un libro sulla solitudine dell’individuo che rifiuta d’essere catalogato, schematizzato, incasellato dalle mode, dalle ideologie, dalle società, dal Potere. Un libro sulla tragedia del poeta che non vuole essere uomo-massa. Un libro sull’eroe che si batte da solo per la libertà e per la verità” .