La trama del matrimonio
Angelo Cennamo
Negli ultimi giorni di giugno del 2006, per le stradine di Capri si aggiravano tre giovani scrittori americani, ospiti di un noto festival letterario. Di quella indimenticata presenza sull’isola circola in rete una foto destinata a rimanere nella storia. I tre, apparentemente frastornati dal jet lag, sono posizionati l’uno di fianco all’altro, in tenuta casual, appoggiati alla ringhiera della piazzetta, confusi in mezzo agli altri turisti inconsapevoli. Jeffrey Eugenides, Jontahan Franzen e David Foster Wallace, quell’estate del 2006, erano a 40 minuti di aliscafo da casa mia e io neppure lo sapevo. Franzen, allora, aveva già pubblicato il suo capolavoro “Le correzioni” e si apprestava a scrivere il quarto romanzo “Libertà”. Eugenides era reduce dal grande successo di “Middlesex”, che nel 2003 gli era valso il premio Pulitzer per la narrativa. David Foster Wallace, dopo la fatica di “Infinity gest” – romanzo impressionante anche per numero di pagine: circa 1.300 – di lì a poco sarebbe ripiombato nel tunnel della depressione e morto suicida a soli 46 anni. Non sappiamo quanto quella trasferta napoletana abbia ispirato Jeffrey Eugenides nella composizione de “La trama del matrimonio”, il romanzo pubblicato nel 2011 e arrivato finalista lo stesso anno al National Book Critics Circle Award. E’ facile supporre però che proprio quella vacanza trascorsa in sua compagnia abbia fatto venire all’autore l’idea di ricalcare la figura di uno dei protagonisti della storia “Leonard Bankhead” su quella dello sfortunato amico David. “La trama del matrimonio” è il nome del seminario che la studentessa di lettere, Madeleine Hanna, ha deciso di frequentare prima di dedicarsi alla tesi di laurea. Madeleine si è iscritta alla facoltà di Lettere per la più banale delle ragioni: perché ama leggere. I suoi autori preferiti sono: Jane Austen, George Eliot e Henry James. Le letture di Madeleine e dei suoi compagni di corso sono una parte essenziale del romanzo, una presenza quasi ingombrante, ossessiva. Al punto che a Eugenides verrebbe la voglia di dire: d’accordo, Jeffrey, sei un vero intellettuale, hai una biblioteca fornitissima. Ora però lasciaci leggere il tuo libro in santa pace. La trama del romanzo è il più classico dei triangoli: Mitchell – giovane e goffo laureando in storia delle religioni – si innamora di Madeleine, la quale però si invaghisce del più affascinante Leonard, lo studente con la bandana che lotta di nascosto contro la depressione. Mitchell non si arrende, ma la grande occasione che gli capita per invertire il corso degli eventi la sciupa, forse per un eccesso di timidezza. Passano gli anni, Madeleine dovrà fare i conti con le turbe psichiche di Leonard e con i suoi continui ricoveri in ospedale. Ma lo ama e decide di sposarlo, anche contro il volere della famiglia. Mitchell nel frattempo è in giro per il mondo alla ricerca di una nuova dimensione spirituale. Il pensiero di Madeleine continua a tormentarlo. Non sa del matrimonio. Un giorno, per una strana coincidenza, i tre si ritroveranno. Con conseguenze imprevedibili. “Non esiste la felicità nell’amore tranne che alla fine di un romanzo inglese” diceva Trollope. “La trama del matrimonio” è un romanzo coinvolgente, di difficile lettura ma scritto con eleganza e competenza. Mancano il trasporto e le suggestioni di “Middelsex”, il libro che lo ha preceduto, ma scrivere due capolavori di fila è arduo anche per un fuoriclasse come Eugenides.