Cilento sedotto ed abbandonato: l’assalto dei nuovi colonizzatori
Giuseppe Lembo
Nell’indifferenza diffusa delle rappresentanze istituzionali dei territori, sempre più assenti e marginali, dal Parco ai Comuni ed alle Comunità Montane ormai smantellate, con la Provincia sempre meno istituzionalmente presente, in quanto rottamata come Ente territorialmente inutile, il Cilento sta vivendo una nuova, triste stagione; una stagione, tra l’altro, fatta di una colonizzazione culturale assolutamente indifferente ai più. Nel vuoto assordante di un mondo indifferente a tutto, con egoistico astuto impegno, si vanno facendo largo, soprattutto, nel periodo estivo, iniziative calate dall’alto che, purtroppo, a malincuore bisogna riconoscerlo, non sono per niente utili ai maltrattati territori cilentani; con indifferenza da come vengono subite più che vissute, interagendo positivamente con le popolazioni che, per uscire dalla loro maledetta stagnazione umana hanno bisogno, prima di tutto, di idee e di azioni forti per alimentare quel protagonismo del fare che, purtroppo, non c’è, mancando occasioni di concrete aggregazioni di insieme, capaci di pensare e di porre in essere, un fare condiviso. Qui, le umanità paesane, sempre più espressione di anime morte, non sanno assolutamente fare insieme sociale; da arrabbiati sanno e bene inveire contro i loro padri e maledire per le eredità ricevute che, a ben considerare il crescente e sempre più diffuso loro vuoto esistenziale, dei giovani vite ormai senz’anima, checché se ne dica, è per tutto, un’eredità importante. Soprattutto per effetto della superficiale paesanità giovanili, sempre ostinatamente pronte a considerarsi vittime predestinate e maltrattate da un forte tradimento generazionale ma che, di fatto e purtroppo, assolutamente inconcludenti, non sanno proprio che fare per pensare al proprio futuro, che si ostinano a non vedere possibile, per sole colpe degli altri; di quegli altri che appartengono alla generazione dei padri, da cui si sentono traditi, usando per questo, stupidi slogan contro le tante colpe inopportunamente inventate. I figli del “grasso” benessere dei padri sono sempre più i figli di un crescente e diffuso odio generazionale, attribuendo agli altri, le loro giovani responsabilità di vita; i loro dannati tradimenti giovanili fatti sempre più di vite vuote; di vite bruciate e di un nulla esistenziale che caratterizza e sempre più, il vuoto esistenziale di quelli che inopportunamente si sentono generazioni tradite, da parte dei loro troppo generosi padri. Il Cilento, è la Terra dell’Essere; è la Terra del pensiero dell’Essere; pensate di rigenerarvi, conoscendo il più possibile voi stessi, partendo dal sapere, dalla conoscenza e dalla intelligente ricerca di un mondo nuovo. Si va facendo strada una nuova condizione umana che è basata soprattutto sull’universalità dell’uomo e su quella globalizzazione che avvicina e sempre più, le diversità umane, il cui rapporto di incontro-confronto, se correttamente gestito, è una ricchezza per tutti; una ricchezza che non sta a garantire più e solo i diritti-privilegi dei pochi, ma i diritti universalmente intesi dell’uomo della Terra; di tutti gli uomini della Terra. Occorre un atto di rifondazione del Cilento. Occorre scrivere pagine nuove di una nuova storia cilentana con protagonista, l’umanità cilentana; quell’umanità che ha il suo futuro guardandosi indietro, riportandosi al passato ed avendo come punto di intelligente partenza il pensiero parmenideo dell’essere un pensiero che è tutto nostro; che ci appartiene e che non possiamo delegare ad altri, soprattutto se da giullari della cultura vengono da noi animati da un protagonismo dell’apparire che non ha niente, proprio niente dell’essere parmenideo. Contemporaneamente a tutto questo, per progettare il futuro del Cilento, occorre assumere un attivo ruolo di tutela e di difesa dei propri diritti; diritti di una cittadinanza attiva che devono riguardare tutti voi; tutti voi nessuno escluso. Il Cilento mondo è non solo nelle bellezze naturalistiche che portiamo in dono agli altri del mondo; il Cilento mondo è, soprattutto, nelle diversità antropiche e del pensiero parmenideo dell’Essere di Elea-Velia che portiamo con orgoglio in dono al mondo.